Al Forte di Bard la Giornata della Terra è stata celebrata con cinquecento alunni
Ieri, venerdì 22 aprile, il Forte di Bard ha celebrato la Giornata della Terra con un grande evento che ha coinvolto 34 classi, per un totale di 485 bambini, delle scuole primarie e secondarie di primo grado del territorio. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con i Comuni convenzionati con il Forte di Bard nell’ambito del Progetto Territorio: Arnad, Bard, Brusson, Champdepraz, Champorcher, Donnas, Fontainemore, Hône, Issogne, Lillianes, Montjovet, Perloz, Pontboset, Pont-Saint-Martin e Verrès. La tensostruttura montata sulla Piazza d’Armi ha accolto la cerimonia di benvenuto e la premiazione dei lavori svolti dalle classi nei mesi scorsi, sulla base dei temi forniti dal Forte. I lavori saranno esposti all’interno della Cappella fino a lunedì 25 aprile.
Nel corso della giornata, le attività di animazione ed approfondimento sono state incentrate sulla scoperta dei ghiacciai e del cambiamento climatico.
Mònterin, di ghiaccio di sabbia”
Il Forte di Bard, inoltre, persegue il suo impegno nella promozione di progetti scientifici e di ricerca legati alla montagna e al cambiamento climatico. In questo filone, si colloca la mostra “Umberto Mònterin, di ghiaccio di sabbia” allestita - da ieri, venerdì 22 aprile, a domenica 4 dicembre - nella Sezione del Museo delle Alpi dedicata alle attività espositive temporanee. Umberto Mònterin, noto anche come lo scienziato alpinista, è stato uno dei pionieri della climatologia in Italia e ha dedicato tutta la sua vita allo studio della montagna, concentrandosi in modo particolare sui fenomeni meteorologici che caratterizzano l’alta quota e i ghiacciai. Uno studio appassionato, minuzioso, fatto sul campo, osservando fenomeni naturali che ancora oggi sono oggetto d’indagine.
Grazie alla collaborazione di diversi enti di ricerca e istituzioni e dei nipoti, Umberto e Marta Mònterin che hanno concesso l’accesso agli archivi fotografici di famiglia e la disponibilità di strumenti scientifici, la mostra presenta una selezione di fotografie e documenti di grande fascino ed importanza. Le lastre fotografiche realizzate da Mònterin ai primi del Novecento rivelano la sua capacità di unire la qualità fotografica con la necessità di cogliere aspetti della natura funzionali alla sua ricerca. Proprio le immagini, selezionate dal fotografo Enrico Peyrot e dal curatore scientifico Michele Freppaz, mettono in luce le attività condotte in campo glaciologico e climatologico dallo scienziato. Esposte le fotografie dei pluvionivometri totalizzatori e degli Osservatori meteorologici al Col d’Olen, alla Capanna Margherita e a D’Ejola a testimonianza dell’attività di Mònterin in campo meteorologico e climatologico. Straordinarie poi le immagini della spedizione che effettuò nel Sahara libico nel 1934 per conto della Reale Società Geografica Italiana, accompagnate anche dal restauro e proiezione del “film di Cufra” e dai campioni dei campioni geologici raccolti nel corso della spedizione, ora conservati al Museo di Scienze Naturali di Torino. In questa sezione Michele Soffiantini, esploratore degli ambienti desertici, conduce il visitatore dai deserti di ghiaccio ai deserti di sabbia, mettendo in luce l’eccezionalità dell’impresa compiuta da Mònterin.
«E’ evidente come questo uomo di scienza sia stato un vero precursore degli studi sulla montagna. - commenta la presidente del Forte di Bard Ornella Badery - La speranza è che questa iniziativa possa contribuire a conservarne il ricordo e a presentare alle nuove generazioni spunti di ricerca da cogliere con la stessa passione».
La mostra “Lessico e Nuvole” sul cambiamento climaticoSempre ieri, venerdì 22, al Forte di Bard ha debuttato in occasione della Giornata della Terra pure la mostra ispirata al progetto “Lessico e nuvole: le parole del cambiamento climatico”. Dopo l’anteprima al Festival della Scienza di Genova e le 2 tappe torinesi al Rettorato e la Scuola di Management ed Economia dell’Università di Torino, la mostra è ospitata nel deambulatorio della Piazza d’Armi del Forte di Bard fino a domenica 12 giugno.
La crisi climatica ci tocca sempre più frequentemente e sempre più da vicino e mentre la cronaca ci aggiorna sugli eventi estremi nelle regioni lontane e nei nostri territori, riportando gli impatti sociali, politici ed economico-finanziari, assistiamo a un’evoluzione del linguaggio stesso, che muta e si adatta per accompagnare lo studio e la comunicazione del fenomeno.
A partire dai contenuti della guida sui cambiamenti climatici edita dall’Università di Torino, la mostra “Linguaggio, comunicazione e percezione della crisi climatica” si focalizza proprio sui meccanismi fondamentali del linguaggio che contribuiscono alla costruzione della crisi climatica nel nostro immaginario ed esplora le molteplici forme di comunicazione adottate per rappresentarla nonché i processi sociali e psicologici attraverso i quali tutti noi, individualmente e collettivamente, elaboriamo le informazioni che ci raggiungono.
La mostra si sviluppa in 4 parti - “Clima e crisi climatica”, “Linguaggio”, “Comunicazione” e “Percezione” - tra pannelli illustrativi, disegni, vignette e installazioni video. I visitatori più giovani saranno invece accompagnati da Sael e Galadh, due dinosauri sopravvissuti all’estinzione e oggi alle prese con la comprensione della crisi climatica.
La mostra è realizzata dall’Area Valorizzazione, Impatto della ricerca e Public Engagement e dal Green Office dell’Università di Torino con il patrocinio della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile - RUS.