Giuseppe Argirò (Cva): «Rilancio degli investimenti a partire dalla rimodulazione delle concessioni»

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«In questi mesi abbiamo fatto un lavoro significativo per portare in tutte le sedi istituzionali, associative e governative le istanze del comparto idroelettrico, affiancando i protagonisti istituzionali della Regione Valle d’Aosta sul tema specifico delle concessioni. Istanze che sono di interesse pubblico per la Valle ma anche per il Paese». Parole di Giuseppe Argirò, amministratore idroelettrico di Cva. Proprio lui nelle ultime settimane aveva sollevato l’importanza della questione delle concessioni. «Purtroppo negli ultimi anni il grande idroelettrico, quello riferito alle grandi derivazioni, è stato considerato scontato, residuale non strategico rispetto alle politiche energetiche e intralciato da scelte spesso ideologiche talvolta strumentali che ne hanno frenato le potenzialità di sviluppo. Più di recente inizia ad emergere grazie a questa opera di sensibilizzazione una visione nuova sul tema che riconosce la strategicità dell’idroelettrico rispetto innanzitutto al suo positivo impatto ambientale, quale più grande strumento dimensionalmente di produzione di energia green, ai fini della lotta al cambiamento climatico, grazie alle sue peculiari caratteristiche. Caratteristiche che lo rendono unico per programmabilità, dimensione produttiva, oltre che per lo straordinario ruolo che svolge ed avrebbe potuto svolgere in modo più ampio di contrasto agli effetti sulla risorsa idrica del cambiamento climatico. La siccità che il Paese soffre da mesi mette a nudo una delle straordinarie esigenze future cui il comparto può contribuire positivamente che è quella di sostenere la carenza di risorsa idrica. Occorre però lavorare sul sistema delle infrastrutture che consentano di creare la necessaria resilienza agli effetti del cambiamento climatico. Investimenti peraltro che in questo contesto sono ancora più strategici se si considerano le gravi fragilità che la guerra ha messo a nudo sotto il profilo dell’autonomia energetica e degli impatti sui costi per famiglie e imprese che la crisi del gas ha determinato. Occorre voltare definitivamente pagina e guardare a questo comparto sostanzialmente pubblico creando le condizioni per il rilancio degli investimenti a partire dalla rimodulazione delle concessioni e dall’assetto normativo che va decisamente semplificato per consentire iniziative di revamping agevoli, utili a rafforzare le politiche ambientali di lotta al cambiamento climatico e di riduzione contestuale della dipendenza energetica dall’estero e dei costi per famiglie. - conclude Giuseppe Argirò - Rimodulazione delle concessioni a fronte di investimenti che garantirebbero un’opportunità anche per tutto il sistema produttivo con energia pulita e a costi sostenibili».

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