CampZero Resort di Champoluc: i sapori della montagna sposano quelli orientali

CampZero Resort di Champoluc: i sapori della montagna sposano quelli orientali
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Una cucina “alpine-fusion”, che coniuga prodotti di montagna con tecniche e gusti della cucina orientale. E’ il filo conduttore nella ristorazione del CampZero Active Luxury Resort di Champoluc, che offre ben 2 locali: La Griglia di Cliffhanger, brasserie all’insegna della convivialità in un’atmosfera calda e rilassata, e il Summit, restaurant gourmet con soli 8 tavoli. Entrambi sono aperti ai clienti esterni: il bistrot è il punto di riferimento dell’hotel, anche per le colazioni, i pranzi e le cene; il secondo, più di nicchia, è aperto solo in alta stagione, la sera. In comune hanno la carta dei vini, con circa 800 etichette da tutto il mondo, e l’executive chef, Luca Gubelli, milanese appassionato di montagna, tanto da aver svolto il proprio apprendistato tra il 1994 e il 1997 con lo chef Paolo Vai al Royal Hotel di Courmayeur, per poi tornare in Valle d’Aosta nell’estate 2018 per l’apertura di CampZero. I 2 locali hanno filosofie differenti, con in comune solo lo chef, la cucina e la qualità delle materie prime. Nel bistrot il pranzo e la cena diventano momenti conviviali: si mettono in tavola tegamini in ghisa con contorni in condivisione e secondi di carne e di pesce cotti nel forno spagnolo a carbone che consente cotture rapide, saporite e “casual” per via dell’affumicatura, come quelle di un barbecue ma senza la fiamma. Tranne la valdostana, alta e cotta nel burro chiarificato con prosciutto affumicato e Fontina d’alpeggio, si prepara tutto in questo forno a brace. I tavoli nella bella stagione possono essere anche nel dehors. Tutto a CampZero è preparato in casa: c’è pure una fornitissima pasticceria dove si producono dai pani alle cialde ai grissini, dai croissant ai dolci fino alle confetture. Tra gli antipasti, una tartare di cervo con rape arcobaleno in carpione; tra i primi, i maccheroni con ragù di capriolo con soia, succo di lime e coriandolo; tra i dolci, un gelato al pane nero con mirtilli fermentati.

Summit è il gioiello della ristorazione e propone 3 menu degustazione: uno “alpine-fusion”, 6 portate che coniugano prodotti del territorio con alimenti thailandesi, cinesi e giapponesi; uno “green” e uno “terroir”; il quarto, Liberamente, prevede 7 portate a sorpresa ed è il più scelto. «Sono innamorato di quella parte del mondo in termini gastronomici e mi è venuta naturale questa ricerca, che era la strada più difficile e inaspettata, poiché si tratta di armonizzare 2 cucine molto diverse» dice lo chef Luca Gubelli, che tra gli esempi cita cicoria di campo con marmellata di mela verde e salsa al green curry, fungo cardoncello cotto alla brace con schiuma di polenta concia e salsa vegetale del fungo con aggiunta di soia affumicata, oppure ramen tradizionale al pino, con tagliolini con riduzione di vino Cornalin, rape e tuberi e ravioli giapponesi con all’interno robiola di Bagnod e patate di montagna, tutto affumicato con le pigne. «E’ una cucina più vegetale e sostenibile. Abbiamo al massimo 2 carni e 2 pesci di acqua dolce» conclude Luca Gubelli. I fornitori sono soprattutto del territorio come Erbavoglio di Aosta, Paysage à Manger di Gressoney, il miele di Fulvio Noro di Arnad e La Bière d’Ayas. Per prenotare: 0125 938300 o info@campzero.com. Non ci sono giorni di chiusura. Il pranzo di Pasqua sarà alla carta.

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