Robotica educativa e dintorni, incontro degli insegnanti a Bard

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Si sono ritrovati a Bard per il loro incontro annuale i docenti e i formatori delle discipline scientifico-tecnologiche, dal tema «Nuovi ambienti di apprendimento: linguaggi di programmazione, esperienze immersive interattive, robotica educativa». Lo sviluppo delle competenze dopo la pandemia, la didattica laboratoriale, risorse come Bebras, la didattica e il coding sono stati gli argomenti con cui si sono confrontati i partecipanti, alternando interventi come quello di Elisabetta Cigognini e Andrea Benassi, dell’Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa - INDIRE, e i laboratori tenuti dagli insegnanti delle reti «Robotica Educativa Valdostana» e «Projet Energie». «Il contesto culturale e sociale in cui operano oggi istruzione, formazione ed educazione - spiega la professoressa Gianna Bellò, referente per l’area matematica presso l’Ufficio supporto autonomia scolastica della Sovraintendenza agli studi - impone, per la comprensione della sua complessità, l’acquisizione continua e immediata di conoscenze e nuove abilità. Diventa così estremamente importante sia imparare a ridurre il carico cognitivo, mettendo in connessione ambiti disciplinari diversi, sia implementare capacità e attitudini che permettano di organizzare efficacemente il proprio modo di imparare». A sottolineare che l’alunno deve stare al centro dell’insegnamento e apprendimento, è anche il dirigente tecnico Maurizio Rosina: «Capire perché lavorare con un metodo didattico attivo di tipo laboratoriale è fondamentale. - dice - Il fulcro dell’attenzione pedagogica e didattica è lo studente che apprende, non l’insegnante che insegna. L'apprendimento deve quindi essere organizzato fisicamente, anche come spazio mentale e culturale, in modo che lo studente trovi le migliori condizioni per la sua formazione».

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