Si è fermato il grande cuore granata di Crescenzo Perriello
Cuore granata, tempra d’acciaio. Crescenzo Perriello era così, un lavoratore instancabile che amava la sua famiglia e lo sport. Alto, di corporatura robusta, era nato ad Apice, in provincia di Benevento, il 4 agosto 1948. La sua vita è corsa sui binari metaforici dell’onestà e di valori sani ma anche su quelli ben più concreti del Genio Ferrovieri in cui entrò appena 18enne. Prima destinazione Cuneo, poi venne assegnato ad Aosta dove nel 1971 convolò a giuste nozze con Lucia Scarfò. Un matrimonio solido da cui nacquero il 22 settembre del 1972 Antonella, impiegata all’Ufficio Sport del Comune di Aosta e dirigente della Cogne Aosta Volley, e il 1° gennaio 1974 Christian, bancario assunto all’Unicredit. Crescenzo Perriello voleva assicurare tutto il necessario ai suoi cari e così, oltre a fare il macchinista per le Ferrovie dello Stato, di notte lavorava come panettiere da Eliseo Dandres, il cui negozio era in via Aubert ed era gestito dalla moglie Ines Evolandro recentemente scomparsa. La sua fede calcistica per il Torino - conobbe in stazione il grande Gigi Meroni - era incrollabile e la passione per il calcio lo spinse a indossare la casacca di arbitro dal 1980 al 1990, quando collaborò pure con il settimanale Sports Valdotains scrivendo chiaramente di calcio, in particolare della Terza categoria. Quindi restò nella struttura arbitrale come commissario di campo e poi fece parte della Delegazione provinciale della Figc della Valle d’Aosta. La battaglia più difficile, però, Crescenzo Perriello ha dovutocombatterla negli ultimi 10 anni contro il morbo di Parkinson. Il suo grande cuore di appassionato di calcio si è fermato martedì 5 aprile al Rifugio Père Laurent ed i suoi cari lo hanno salutato per l’ultima volta al cimitero di Aosta il giorno dopo.