Crisi in Regione: spunta l’ipotesi di governo con la Lega «Nulla di deciso», gli autonomisti prendono tempo
Nessuna decisione è stata presa. Lo precisano gli 11 autonomisti nel Consiglio Valle (l'Union Valdôtaine e il gruppo Alliance Valdôtaine-Vallée d'Aoste Unie) all'indomani delle consultazioni con i rappresentanti delle forze politiche di maggioranza e opposizione in Consiglio Valle. Per «evitare il succedersi di voci incontrollate e di ricostruzioni inesatte di quanto sta avvenendo», in una nota diffusa nella tarda mattinata di ieri, venerdì 8 aprile, gli 11 spiegano come «sia loro intenzione chiarire al più presto la scelta di campo rispetto alle diverse opzioni emerse, che sia continuità o assetti differenti». Le consultazioni riprenderanno lunedì prossimo, 11 aprile, quando è convocato il Conseil Fédéral, il parlamentino dell'Uv, e quando si riuniranno gli organi degli altri partiti coinvolti. L'obiettivo? «Dare maggior solidità al quadro politico regionale. Non si tratta delle sole formule politiche o delle geometrie governative, ma vi sono contenuti e modalità di azione da definire, come collante necessario al di là dei semplici numeri più o meno rassicuranti. Quel che resta fondamentale è un assetto stabile in un periodo storico difficile e con molte incognite».
Se si tratterà di un nuovo governo tra gli 11 autonomisti e gli 11 della Lega, di un allargamento dell'attuale maggioranza tra gli 11 autonomisti, i 5 Federalisti Progressisti-Partito Democratico, Carlo Marzi di Stella Alpina e Claudio Restano di Evolvendo ad altre forze politiche o se si procederà con gli attuali 18 consiglieri non è ancora deciso: «Dall'insieme» delle valutazioni dei partiti «emergerà la decisione per ora ancora non assunta, dovendo passare ovviamente al vaglio delle basi dei movimenti».
Ipotesi Lega
L’intesa con la Lega è stata data per certa tra la serata di giovedì e la mattinata di ieri, venerdì 8 aprile, confortata dalle dichiarazioni dei diretti interessati. In pratica si dava per scontato l'ennesimo «ribaltone» con la definizione di un accordo tra le forze autonomiste (Union Valdôtaine e il gruppo Alliance Valdôtaine-Vallée d'Aoste Unie) e la Lega VdA.
Un accordo che avrebbe chiuso la parentesi del governo autonomista-progressista che in un anno e mezzo aveva perso numerosi pezzi, restando con una maggioranza risicata (18 a 17). Autonomisti e Lega invece potrebbero contare su 22 consiglieri regionali: 11 più 11. Ai quali si aggiungerebbero Carlo Marzi di Stella Alpina e Claudio Restano di Evolvendo, senza incarichi.
Secondo questa ipotesi la Giunta sarà sempre guidata dall’Uv: da Aurelio Marguerettaz oppure dal presidente uscente Erik Lavevaz. Se la Lega rivendica il timone, salta tutto. Esecutivo formato da 8 assessori (1 in più rispetto ad oggi) con la ridefinizione delle deleghe. Tornerebbero ad avere degli Assessorati dedicati i Lavori pubblici, le Finanze, l’Istruzione con la Cultura. Da «ricollocare» Trasporti e Partecipate. Un disegno che vedrebbe l’ingresso in Giunta dell’unionista Giulio Grosjacques, al posto di uno tra Davide Sapinet (ora all’Agricoltura) e Roberto Barmasse (alla Sanità). Posto assicurato per Luigi Bertschy e Luciano Caveri di Alliance-Vdaunie.
Lato Lega, in Giunta entrerebbero l’ex Presidente Nicoletta Spelgatti, Stefano Aggravi e Luca Distort. Presidenza del Consiglio a Paolo Sammaritani.
Da questo progetto resterebbe fuori dalla maggioranza Forza Italia. Ma soprattutto il Partito democratico. «Il risultato di queste trattative - commenta Luca Tonino, segretario regionale del Pd - è un governo “politico” che scivola a destra. Noi andremo all'opposizione perché non siamo disponibili ad allargare la maggioranza alla destra».
Nel pacchetto pure le Politiche
Per ora è «andremmo all’opposizione», più che «andremo». Perchè il matrimonio della Lega non è visto con favore proprio da tutti gli 11 consiglieri autonomisti. Ed è poi da far «digerire» alla base degli stessi movimenti. Senza dimenticare un dettaglio che tale non è: questo patto prevederebbe anche un accordo per le prossime elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento. Appuntamento al quale questo nuovo rassemblement andrebbe con un candidato dell’Uv e uno della Lega.
Lavevaz non lo esclude
«Un governo a 22, autonomisti e Lega, è possibile? Non abbiamo preclusioni in questo momento. Sono questioni che spetteranno poi ai movimenti nel momento in cui ci sarà un'analisi compiuta».
Così Erik Lavevaz al termine del primo giro di consultazioni per superare la crisi in Regione. Lavevaz non vede la sua presidenza d'ostacolo alla formazione di una eventuale nuova maggioranza regionale: «Non credo che sia questo il problema, è un problema di rappresentanza politica all'interno del Consiglio regionale». «Ci sono forze - ha aggiunto - che sono apparse sulla scena del Consiglio regionale quindi era giusto in questo momento di rimettere al centro la politica. Il motivo per cui siamo qui è che i movimenti che rappresentano l'area autonomista hanno preso in carico questa analisi e questo abbiamo cercato di fare negli incontri».
Riguardo ai tempi: «All’inizio della settimana prossima cercheremo di chiudere la questione».
Siamo disponibili
«E' stato un incontro interessante, c'è la volontà di dialogare seriamente per arrivare a creare un governo stabile che arrivi a fine legislatura e dia delle risposte ai valdostani. Noi siamo disponibili.
Adesso bisogna vedere se il dialogo proseguirà per andare concretamente sui temi. I programmi elettorali non hanno differenze sostanziali, c'è identità di vedute».
Parole di Nicoletta Spelgatti, leader della Lega Valle d'Aosta ed ex Presidente della Regione.
«Su un'ipotesi di allargamento al Pd concretamente ci troveremmo ad avere problemi su tanti temi e questo non creerebbe condizioni di governabilità per dare risposte forti, quindi abbiamo detto che non è accettabile» aggiunge Nicoletta Spelgatti.
«Il problema - conclude - è che concretamente, se si vuole creare un governo che dia delle risposte forti e senza tanti intoppi, le posizioni che abbiamo su tanti temi sono talmente differenti che potrebbero esserci dei problemi».
Restano: “Io di parola”
Tra chi sta alla finestra c’è Claudio Restano, consigliere di Evolvendo. Spesso in passato si è detto che la maggioranza non era a 18, ma «17 più Restano». «Io non ho mai fatto mancare il mio appoggio a questo governo, sono di parola e sono ancora qui. Sbaglia chi sostiene il contrario. Certo, noi di Evolvendo in questo Consiglio contiamo 1, quindi non posso certo pensare di “dettare la linea”. Però è presto per dire qualsiasi altra cosa: aspettiamo qualche giorno, quando ci sarà qualcosa di più concreto».