Franco Rossi, il carabiniere che era un asso del volante

Franco Rossi, il carabiniere che era un asso del volante
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È partito per la missione più lunga, il brigadiere dei carabinieri Franco Rossi, Frank come lo chiamavano affettuosamente colleghi e amici. Lui era uno dei cosiddetti “guida veloce”, come erano soprannominati i conduttori delle mitiche Giulia TI del Pronto intervento dell’Arma. Lottava contro una malattia incurabile diagnosticata subito dopo il congedo, nel 1991. Nell’ultimo anno si era trasferito a Genova - assieme alla moglie Serena Righelli, sposata il 14 agosto 1965, con la quale abitava in via Chambéry ad Aosta - a casa della figlia Giulia, 47 anni, che ha seguito le sue orme dato che è maresciallo maggiore della Benemerita in servizio nel capoluogo ligure. Qui è mancato domenica 3 aprile, all’età di 86 anni, e il giorno dopo i funerali sono stati celebrati nella Chiesa del Santissimo Sacramento. Alle esequie ha partecipato una folta rappresentanza della Delegazione Valle d’Aosta dell’Associazione Nazionale Carabinieri oltre a tanti ex colleghi giunti privatamente per i quali era stato come un fratello maggiore per via del suo carattere disponibile e paziente.

Nato il 9 dicembre 1935 a Calendasco, in provincia di Piacenza, si arruolò il 24 maggio 1957 e frequentò la Scuola Allievi di Torino. Promosso carabiniere, il 3 marzo 1959 venne trasferito alla Legione di Genova, quindi, il 30 settembre 1962, alla Legione territoriale di Torino. Effettivo alla Stazione di Venaria Reale quale conducente di campagnola, si mise particolarmente in luce in alcune operazioni ottenendo 2 “encomi solenni”. A partire dal 1962, con l’adozione della celebre Giulia TI, anche il personale “conducente”, accuratamente selezionato, veniva avviato a corsi di guida veloce con istruttori dell’Alfa Romeo a Monza e Malpensa. Franco Rossi, destinato al Nucleo Radiomobile e Pronto intervento di Torino, ne fu uno dei pionieri. Verso la fine degli anni Sessanta venne deciso che anche il Comando Gruppo Carabinieri di Aosta dovesse sostituire il suo vecchio Nucleo Autocarrato con il più moderno e dinamico Nucleo Radiomobile e Pronto intervento. Quindi il carabiniere scelto Franco Rossi, che ormai aveva acquisito notevole esperienza, fu trasferito ad Aosta nel 1970 per costituire, con altri, la struttura portante del neonato reparto. Successivamente venne assegnato al Nucleo Informativo per poi congedarsi il 10 dicembre 1991. Di lui resta il ricordo di un carabiniere di altri tempi, dal carattere riservato, severo ma giusto. Inoltre il rapporto che aveva con l’automobile di servizio era davvero speciale. I suoi ex colleghi ricordano che quando la sua Giulia TI stentava a mettersi in moto nelle fredde mattine d’inverno, la sua classica esortazione rivolta alla macchina era «Fantomas, sveglia! Dobbiamo andare a servire la Patria!». Poi chiamava a raccolta i militari che erano nei paraggi e con un sorriso quasi supplichevole chiedeva una spintarella «Perché la Giulia questa mattina intende marcar visita e io non ho intenzione di portarla dal “dottore”», che era il soprannome che aveva dato al meccanico. Così la Giulia TI ripartiva senza bisogno di interventi “sanitari”. Al volante di quell’automobile Franco Rossi era un autentico asso e negli inseguimenti nessuno riusciva a seminarlo. Non a caso, perciò, scelse il nome Giulia per sua figlia che, dopo essersi diplomata ragioniera e aver lavorato prima come segretaria in uno studio legale e poi 8 anni all’Associazione valdostana industriali, aveva vinto il concorso per entrare nell’Arma, diventando a 29 anni il primo maresciallo donna dei carabinieri della Liguria. A metterle gli alamari fu proprio il padre. Un’emozione intensa che Giulia Rossi custodirà per sempre nei suoi ricordi di un papà così speciale.

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