Calcio a cinque, talenti d’esportazione: l’aostana Claudia Casadei, classe 2000, gioca nello Sporting Paris, nella massima serie francese

Calcio a cinque, talenti d’esportazione: l’aostana Claudia Casadei, classe 2000, gioca nello Sporting Paris, nella massima serie francese
Pubblicato:
Aggiornato:

Appena arrivata a Parigi con il programma di scambi universitari Erasmus a settembre dello scorso anno, ha contattato le squadre di futsal femminili della capitale francese e ora gioca nello Sporting Paris, nella massima serie transalpina. Lei è l’aostana Claudia Casadei, classe 2000, iscritta al corso di laurea in Mediazione linguistica e culturale dell’Università di Milano, figlia di Valeria Vittone e di Marco Casadei, entrambi impiegati dell’Usl valdostana. «Sto frequentando l’Université Paris8 Vincennes di Saint-Denis - spiega Claudia Casadei - e sono ospite della residenza universitaria internazionale, insieme ad altri 50 studenti che provengono da tutte le parti del Mondo.»

«In effetti, dopo le esperienze nel calcio a 5 femminile in Valle d’Aosta, quando sono arrivata a Parigi a settembre ho deciso di mettermi alla ricerca di un club. Mi sono allenata con alcune squadre e ho ricevuto delle proposte. Ho scelto poi il club che mi sembrava quello più adatto alle mie esigenze, lo Sporting Paris, storica polisportiva che nel futsal maschile ha vinto 5 volte in titolo francese.»

Invece a livello femminile il football en salle come funziona? «Non esistono ancora - sottolinea Claudia Casadei - le serie come in Italia, ma 2 gruppi: la Poule Élite e la Poule Espoir, che il prossimo anno porteranno alla creazione di un vero e proprio sistema di Divisions, come avviene per gli uomini. Attualmente la mia squadra si trova al primo posto della Poule Espoir e puntiamo a vincerla per potere essere iscritta alla Première Division nella stagione 2022/23. Le mie compagne, quando non facevo ancora parte della formazione, hanno vinto tutte le partite della prima fase e a gennaio è iniziata la seconda e per siamo imbattute. Ho esordito con 1 rete nel primo successo per 7 a1, quindi sono andata a segno 3 volte nella terza giornata, con vittoria 13 a 2. Per ora un buon bilancio.»

Da dove è iniziato il suo percorso nel calcio a 5? «Ad Aosta, come tanti altri bambini. Prima nel calcio a 9 anni con il Centro Giovani Calciatori, allo stadio Puchoz e poi a Montfleury. Successivamente a 15 anni sono passata al futsal nell’Aosta 511, l’unica società che fino all’anno scorso si impegnava nel settore femminile. Quindi nella stagione 2019/20 ho giocato nella Kick Off di Milano, che milita nella serie A italiana e con la quale ho vinto la Supercoppa. E’ stato un percorso di crescita tecnico, che mi ha portato ad indossare la maglia a strisce bianco-verdi dello Sporting, che mi auguro proseguirà anche per la prossima stagione. Infatti mi piacerebbe molto scoprire ancora di più sul mondo del futsal francese e vedere come si evolverà la situazione in Francia, dal momento che la pratica femminile del football en salle è molto più recente come rispetto a quella italiana. Quello che è certo è che lo sport a livello scolastico è molto sviluppato in Francia, si punta tantissimo sui ragazzi e i frutti li raccolgono poi le società sportive, come lo Sporting che nel calcio a 5 è impegnato in tutte le categorie dagli Under 10, sia maschi che femmine.»

Dopo l’esperienza francese prevede di tornare a giocare in Italia? «Molto probabilmente tornerò in futuro, ma non so ancora quando, come e dove. Non so se giocherò di nuovo in Italia, sicuramente mi mancano molto le mie compagne di squadra - soprattutto Martina Gorraz, Lucrezia Frison, Aline Machet e Gabriela Da Silva Lemos, per noi Gaby -, però tutte e 4 hanno dei progetti di vita lontani da Aosta, quindi non so se e quando ci ritroveremo. Spero che comunque un giorno, anche non in maniera ufficiale, si possa giocare ancora insieme.»

Per Claudia Casadei, il percorso sportivo si abbina a quello di studio. «I miei genitori Valeria e Marco sono molto contenti dell’andamento delle mie attività a Parigi, come lo sono io. Ovviamente avvertono molto la mia mancanza ed io la loro, ma ormai hanno accettato il fatto che continuerò la mia vita in Francia almeno per i prossimi 2 anni. Oltre a giocare nello Sporting, pratico altre attività sportive, corro, nuoto, cerco di fare più movimento possibile. Dal punto di vista culturale invece mi piace molto andare in giro per musei, teatri, cinema, mi piace disegnare, leggere, scrivere. A Parigi ho sempre la possibilità di fare quello che voglio e di essere stimolata da ogni punto di vista.»

Per concludere, esistono dei pregiudizi in Italia nei confronti delle donne che giocano a calcio? «Sì, ma molti meno che in passato. La situazione sta cambiando positivamente, grazie anche alla visibilità che viene data alle donne nello sport sui giornali, alla televisione e nell’informazione in generale.»

Abbonamento Digitale La Valléè
Archivio notizie
Novembre 2024
L M M G V S D
 123
45678910
11121314151617
18192021222324
252627282930