«Dalla Fiera della ripartenza e per la pace nascono nuove prospettive per l’artigianato»

«Dalla Fiera della ripartenza e per la pace nascono nuove prospettive per l’artigianato»
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Per il vicepresidente della Regione e assessore e assessore allo Sviluppo economico, Formazione e Lavoro Luigi Bertschy è la prima Fiera di Sant’Orso in presenza. Ma è pure la prima Fiera in primavera che coincide con la ripartenza dopo la fine dell’emergenza sanitaria per la pandemia di Coronavirus. È anche la Fiera che vuole essere benaugurante per la fine della guerra in Ucraina. Non a caso ieri, venerdì 31, proprio l’assessore Luigi Bertschy ha accompagnato un gruppo di una dozzina di esuli di nazionalità ucraina, nella nostra regione da metà marzo, a visitare l’Ateliers des Métiers, in piazza Chanoux, ad Aosta. «In effetti da quando sono in carica, fine 2020, - afferma Luigi Bertschy - ho lavorato per mantenere viva la fiamma della passione per la Foire nonostante l’impossibilità di organizzarla e viverla come da tradizione. Nel 2021 siamo riusciti a mantenere accesi i riflettori sulla Millenaria con iniziative anche innovative e, quest’anno spostandone la data, saremo in presenza. Insomma un cammino non semplice, ma sicuramente compiuto con un grande rispetto e una forte passione per l’evento che caratterizza la nostra regione al fine di evitare il vuoto assoluto per due edizioni consecutive. Le parole d’ordine in questa seconda edizione condizionata dal Covid, sono state l’ascolto, la condivisione e la collaborazione che mi hanno permesso di confermare che solo attraverso il lavoro di squadra e il confronto si possono raggiungere obiettivi importanti e superare le difficoltà. Tutti hanno potuto prendere parte, a vario titolo e con modalità diverse, alla decisione di proporre la Foire in primavera. Vissuta da dentro, posso dire che la Fiera è una macchina organizzativa rodata che funziona bene e che coinvolge molte energie e risorse: in primis gli artigiani che per un anno hanno lavorato per portare i loro creazioni, poi tutti gli operatori dei vari enti, strutture e istituzioni, compresa la struttura regionale dedicata che opera con grande passione, che ringrazio».

Assessore secondo lei qual è il contributo che la Foire può dare all’economia valdostana? «La Saint-Ours è innanzitutto il perpetuarsi di una tradizione millenaria, un luogo d’incontro e di scambio e poi un’opportunità di promozione dell’immagine della Valle d’Aosta fuori dai suoi confini. - risponde Luigi Bertschy - La Foire è un evento che, tenuto conto della nostra dimensione, ha dei numeri importanti. Parliamo di 1.000 espositori, di migliaia di visitatori che vengono dalle regioni confinanti e dai paesi transfrontalieri, oltre 60 aziende presenti nel padiglione enogastronomico, le attività commerciali e ricettive e le circa 70 attività coinvolte nelle forniture di beni e servizi. Insomma una grande macchina che dà un importante contributo all’economia della nostra regione. Diciamo che, con la mancata Fiera in presenza dell’anno scorso, abbiamo potuto tutti appurare come la Fiera di Sant’Orso contribuisca alla veicolazione dell’immagine della nostra regione attirando molti turisti e appassionati che grazie all’evento possono apprezzare le nostre peculiarità: dall’enogastronomia al legno e dalla cultura allo sport». Come possiamo tramandare alle nuove generazioni gli antichi saperi dell’artigianato di tradizione? «Questo è un tema che fin dai primi mesi del mio mandato mi sono posto come obiettivo. - assicura l’assessore Bertschy - L’esigenza di adeguare un settore tradizionale ai tempi che sono cambiati è fondamentale per evitare il disperdersi delle competenze che si sono tramandate per millenni e delle quali i nostri artigiani di oggi sono i degni e orgogliosi custodi. Quest’esigenza partirà da una revisione della legge regionale sull’artigianato che compirà il prossimo anno 20 anni e che sicuramente andrà adeguata ai giovani e alle trasformazioni che sono in atto e dalle quali dobbiamo essere capaci di cogliere le giuste opportunità. La pandemia ha rallentato il programma impostato, ma, alla chiusura della Foire, avvieremo il confronto politico e daremo vita ad una serie di azioni condivise con artigiani e associazioni al fine di giungere a delle proposte concrete già per l’autunno. Il ruolo di IVAT sarà centrale in questo progetto riorganizzativo. L’obiettivo principale sarà coinvolgere i giovani, formarli in laboratori che dovranno diventare delle fucine dell’eccellenza artigiana valdostana e sostenerli nella fase di avvio della loro attività d’impresa».

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