Bacino Imbrifero Montano, lo scontro continua I Sindaci: “Il ricorso alla sentenza è un atto dovuto”

Bacino Imbrifero Montano, lo scontro continua I Sindaci: “Il ricorso alla sentenza è un atto dovuto”
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Hanno espresso preoccupazioni per l’immediato futuro i Sindaci dei Comuni canavesani lungo l’asse della Dora Baltea per la sentenza recentemente emessa dal Tribunale Superiore delle Acque pubbliche di Roma, che ha dato ragione alle istanze presentate dal Comune di Borgofranco d’Ivrea sul ricorso per l'annullamento della deliberazione con cui era stata decisa la suddivisione in parti uguali dell'importo assegnato alla sezione del Bim tra i Comuni aderenti, e l’intenzione da parte dei Comuni di Bollengo, Burolo, Chiaverano, Lessolo e dello stesso Bacino Imbrifero Montano Dora Baltea Canavesana di impugnare davanti alla Corte di Cassazione la sentenza pronunciata. Il sindaco di Quincinetto Angelo Canale Clapetto ha convocato venerdì scorso, 18 marzo, un incontro per discutere la situazione, alla presenza di vari primi cittadini. Lo scopo era effettuare un tentativo di ripresa di dialogo al di là delle vie legali, soprattutto perché un tale evolversi della contesa ha portato alla cancellazione degli ultimi 2 anni di attività del Bim e bloccato i fondi spettanti ai 23 Comuni aderenti, indispensabili per portare a termine progetti già in essere e finanziati.

Manifesta la preoccupazione di Canale Clapetto sul futuro che attende l’ente e i Comuni affiliati, dato che, come evidenzia il primo cittadino, «anche segretari comunali e responsabili dei servizi non sanno come comportarsi». L’attuale presidente del Bim e sindaco di Settimo Vittone Sabrina Noro definisce una scelta politica sbloccare l’impasse: «Sta a noi amministratori creare o meno le condizioni per non tenere i Comuni fermi al palo e garantirne l’operatività, anche se non sarà al 100 per 100». Luigi Ricca, sindaco di Bollengo, prevede un periodo difficile: «Dovremmo trovare una soluzione transitoria, cercando di recuperare lo spirito di coesione per superare il guado senza errori». Gli fa eco Giovanni Franchino, sindaco di Tavagnasco: «Il ricorso è dovuto, il direttivo ha lavorato molto bene negli ultimi 2 anni e siamo convinti delle nostre ragioni. Questi mesi dovranno farci riflettere per cercare eventuali e possibili punti d’incontro».

Anche per Sabrina Noro il ricorso rappresenterebbe un atto dovuto: «Il consiglio direttivo si è rivolto allo studio legale Radici e Cereda di Roma, che ha evidenziato alcuni punti deboli del dispositivo della sentenza: da una parte l’annullamento dello statuto, dall’altra i criteri che i giudici hanno indicato quali linea guida per applicare la sentenza, definiti nel 1983 per un caso specifico: esiste quindi una oggettiva difficoltà».

Preoccupato per una mancanza delle risorse del Bim anche il sindaco di Andrate Enrico Bovo. «Ci auguriamo che la Cassazione dia ragione al Bim - ha dichiarato - altrimenti sarebbe un disastro per i piccoli Comuni come il nostro. Dagli attuali 100mila euro annui di contributi passeremo a soli 25mila». Non meglio a Nomaglio, che potrebbe trovarsi in grosse difficoltà, come evidenzia il sindaco Ellade Peller.

«Non abbiamo nessuna preclusione a sederci al tavolo per cercare una soluzione condivisa, purché nel rispetto dei valori originari dell’ente, che sono la solidarietà e la sussidiarietà e non l’individualismo» ha continuato Sabrina Noro, suggerendo nel frattempo di individuare una modalità di gestione transitoria, in attesa del pronunciamento delle sezioni Unite della Corte di Cassazione sul ricorso presentato nei giorni scorsi. A breve il direttivo studierà le future modalità d’azione, con la convocazione dell’assemblea per nominare il nuovo segretario e riapprovare i bilanci e lo statuto, con gli stralci delle parti relativi ai riparti dei sovracanoni, punto dolente della questione.

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