«L’energia prodotta in Valle d’Aosta non ha subìto un aumento dei costi, eppure tutte le bollette sono praticamente triplicate»

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«Non capisco se è maggiore lo scoramento o l’incazzatura nel ricevere oggi le bollette dell’energia elettrica». Inizia così la lettera firmata da Luigi Fosson, albergatore di Ayas (Au Charmant Petit Lac Ecohotel Spa & Parc, 5 stelle a Champoluc) inviata nei giorni scorsi a tutta la Giunta regionale e ai vertici dell’Adava, l’associazione degli albergatori. Lettera dal titolo significativo: «Mai più scelte ecologiche». Con questa sua missiva Fosson accende i riflettori sul periodo che stiamo vivendo, sul caro bollette che mette in difficoltà tutti, compresi gli operatori turistici.

«Con la mia famiglia - si legge - abbiamo costruito un hotel che voleva essere una perla nelle Alpi: l’unico albergo ad emissioni CO2 pari a zero. Abbiamo utilizzato la geotermia con l’acqua della falda, anche se piuttosto freddina, ed il moltiplicatore è rappresentato dall’energia prodotta in Valle d’Aosta da centrali idroelettriche. Il tutto quindi senza emissione di anidride carbonica.

Poteva essere una scelta coraggiosa, e magari premiata, con una tariffa particolare che venisse incontro ad una scelta ecologica. Pare proprio di no.

Nel mese di gennaio, ultimo mese di prezzo bloccato, la bolletta era di circa 7.400 euro: nella norma. Nel mese di febbraio, ormai con una tariffa libera ed impazzita, il conto, salatissimo, è di 18.800 euro! La struttura dà lavoro a circa 25 persone che, anche questo mese, vorranno giustamente ricevere il loro stipendio.

L’energia, prodotta in Valle d’Aosta non credo abbia subìto un centesimo di aumento di costi nè nella produzione, nè nella distribuzione. Eppure tutte le bollette sono praticamente triplicate da novembre a questa parte.

Il conto totale dell’energia elettrica, nelle varie attività di cui ci occupiamo, è passato da complessivi 11.631,10 a 28.640,95 euro.

So bene, ci è stato ripetuto in tutte le salse, che la scelta è del governo italiano che adegua le tariffe al costo delle sue fonti per lo più non rinnovabili e che addirittura tasserà i maggiori guadagni anche di Cva per redistribuirli a tutta Italia.

Ma se quelli come noi, strozzati oltre che da 2 anni di pandemia anche dall’aumento dell’energia, dovessero chiudere e magari non pagare più nessuna bolletta, chi provvederà alle famiglie dei dipendenti lasciati a casa?

Ho la sensazione che l’intera amministrazione pubblica abbia le mani legate, ma non sarebbe forse, proprio per questo, il momento di reagire, tutti insieme?

So bene che non è colpa nostra la guerra in Ucraina come non lo è stato il Covid, ma di emergenza in emergenza, siamo ormai in ginocchio.

E non serve che ci si dica che le bollette potranno essere rateizzate! Lo sono già i mutui e tutti i debiti che ogni imprenditore fa per costruire qualcosa per sè e la propria famiglia, ma anche per il proprio paese e per le famiglie dei propri collaboratori.

So anche che questa mia non cambierà nulla, - conclude Luigi Fosson - ma almeno mi sarò sfogato».

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