Ego Perron: «Se avessimo chiuso il Casinò come suggerivano i giudici, cosa sarebbe successo?»

Ego Perron: «Se avessimo chiuso il Casinò come suggerivano i giudici, cosa sarebbe successo?»
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L'assicurazione dovrà pagare, versando alla Regione Valle d'Aosta quasi 5 milioni di euro, il risarcimento dovuto per il danno erariale riconosciuto dalla sentenza d'appello della Corte dei conti per i finanziamenti al Casinò di Saint-Vincent. Lo ha deciso, con un'ordinanza cautelare sul ricorso urgente presentato dall'ex presidente della Regione Augusto Rollandin (oggi consigliere regionale di opposizione di Pour l'Autonomie), e dall'ex assessore alle Finanze Ego Perron, il giudice del tribunale di Aosta, Maurizio D'Abrusco. Augusto Rollandin ed Ego Perron (foto) erano stati condannati a risarcire 2,4 milioni di euro a testa alla Regione per il danno erariale patito da un finanziamento concesso dalla Regione quando il casinò era già «in una situazione di irreversibile crisi». L'assicurazione, l'Aig Europe, si era rifiutata di pagare. Ora dovrà versare anche 28mila euro di interessi per ognuno dei 2 debitori, ma potrà presentare ricorso in appello.

Sono 18 i condannati per danno erariale a un importo complessivo di 16 milioni di euro, tra cui 6 attuali consiglieri regionali (compreso appunto Augusto Rollandin). Per 15 di loro la condanna è a 586 mila 666 euro ciascuno. Solo per Mauro Baccega, Ego Perron e Augusto Rollandin è a 2,4 milioni, in ragione dei loro incarichi nella Giunta dell’epoca. In base alla legge elettorale regionale, la mancata estinzione del debito è incompatibile con la carica nell’assemblea. Dei consiglieri in carica, Aurelio Marguerettaz e Renzo Testolin hanno già trovato un accordo con l’assicurazione, al contrario di Mauro Baccega (gruppo misto), che ha un’altra compagnia. Pierluigi Marquis e Claudio Restano, nel dicembre scorso, avevano spiegato di aver estinto il proprio debito con la Regione. «Dalla sentenza 350/2021 resa dalla Corte dei Conti - aveva scritto la scorsa estate Aig Europe ai consiglieri ed ex consiglieri regionali condannati - si evince in maniera conclamata la consapevolezza dell'illegittimità e della dannosità delle azioni poste in essere con il concorso dei condannati, consapevolezza che è stata scientemente sottaciuta in sede del trasferimento del rischio. Per tale ragione, allo stato, riteniamo che non vi siano ragioni per accordare alcun indennizzo». In merito alla sentenza di condanna della terza sezione centrale della Corte dei conti pendono due ricorsi: uno per conflitto d’attribuzione proposto dalla giunta regionale della Valle d'Aosta davanti alla Consulta (per il quale è attesa la sentenza, dopo la discussione avvenuta il 25 gennaio scorso) e uno davanti alla Corte di Cassazione avanzato da alcuni condannati.

«In tutta onestà ho vissuto molto male la condanna dalla Corte dei Conti. - racconta Ego Perron - Perché ancora oggi francamente non riesco a comprendere quale danno avremmo arrecato alla Regione con l’aumento di capitale deliberato nel 2014. Avrei potuto capire se l’azienda fosse chiusa. Ma l’azienda, anche grazie a quel finanziamento, è attiva, ha ancora oltre 400 dipendenti, rimborsa i mutui, paga le decadi alla Regione, costituisce ancora, pure in una fase di grande difficoltà economica come quella di questi anni, un volano importante per la Valle d’Aosta. Basti pensare, solo per fare un esempio, a tutte le imposte che l’azienda e i dipendenti pagano. Questi sono soldi che entrano nelle casse della Regione. Se avessimo fatto come suggerito dai giudici della Corte dei Conti, e cioè se l’avessimo chiuso, cosa sarebbe successo? Avremmo veramente fatto una cosa positiva per la Valle d’Aosta?

Poi, beffa, la sentenza c’è e bisogna prenderne atto. Ma per fortuna abbiamo un’assicurazione appositamente stipulata per un caso come questo. Ma l’assicurazione inspiegabilmente in una prima fase si rifiuta di pagare tutti adducendo delle motivazioni che non stavano né in cielo né in terra.

Poi, beffa della beffa, l’assicurazione paga per tutti salvo che per me e Augusto Rollandin, senza peraltro fornirci alcuna motivazione. Rimaneva solo la causa contro l’assicurazione.

Credo che con la sentenza di martedì si siano rimesse le cose al loro posto. E cioè eravamo assicurati con una polizza per colpa grave, abbiamo tutti allo stesso modo, seppur con importi diversi, avuto una condanna per colpa grave e l’assicurazione ha l’obbligo di pagare. Mi auguro che, ragionevolmente, l’assicurazione non faccia appello, versi il denaro alla Regione, e che tutto si chiuda qui.

Ho sofferto molto per questa vicenda, che ancora oggi reputo profondamente sbagliata ed ingiusta. Sono 4 anni che ho tutti i beni bloccati ed è stato davvero difficile, anche la semplice quotidianità. In questo periodo la Regione ha iniziato la procedura per la confisca dei beni - conclude Ego Perron - e posso assicurare che è un passaggio che fa davvero male».

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