Ricostruire il “ponte di Calvino” L’alleanza tra Roisan e Gignod

Ricostruire il “ponte di Calvino” L’alleanza tra Roisan e Gignod
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Un ostello da 20 posti letto, un museo a cielo aperto, la ricostruzione del cosiddetto “ponte di Calvino” e la riqualificazione delle sale polivalenti di entrambi i Comuni. Sono questi i punti forti del progetto da 1 milione 777mila euro che i Comuni di Roisan e di Gignod hanno elaborato insieme e inviato lunedì scorso, 14 aprile, al Ministero della Cultura per partecipare al bando del Pnrr per la rigenerazione dei borghi da 1,6 milioni di euro (che possono salire fino a un massimo di 1 milione 750mila euro per la nostra regione). L’obiettivo finale, però, non è una serie di opere separate tra loro ma la rivitalizzazione delle comunità, in modo da trasformare 2 paesi che spesso sono percepiti solo come “dormitorio” in borghi vivi e da vivere.

«Si tratta della realizzazione di un percorso storico-naturalistico denominato “Sulle orme del teologo Calvino” che collegherebbe i 2 Comuni attraversando i centri storici dei villaggi. - spiega Gabriel Diémoz, sindaco di Roisan, Comune capofila del progetto - Punto di partenza sarà la ricostruzione nella sua collocazione originale del “ponte di Calvino” sul Buthier, spazzato via dall’alluvione del 2000. Sul “ponte di Calvino” passava la Via Francigena che potrebbe così tornare a transitare qui per poi scendere ad Aosta lungo un tracciato migliore di quello attuale, che costringe i pellegrini a camminare lungo la Statale. Il percorso in questione sarà contraddistinto da 35 punti tappa contrassegnati da un’apposita cartellonistica interattiva che permetterà, tramite la scansione di “qr code”, di visitare virtualmente in qualsiasi momento cappelle ed edifici che non sono sempre accessibili al pubblico, oppure di visionare video sulla storia dei 2 paesi o sul Carnevale, creando un suggestivo museo diffuso. E’ poi previsto l’ammodernamento delle sale polivalenti di Roisan e Gignod: per quanto riguarda il nostro Comune, saranno rivisti gli spazi interni creando un allestimento tecnologico e spazi per il coworking e lo studio, oltre a una sala più adatta per manifestazioni socio-culturali. Dietro la chiesa di La Crétaz intendiamo acquistare una casa privata per trasformarla in un ostello da una ventina di posti che verrà denominato Ostello di Calvino: in quel punto arriva anche il Cammino Balteo quindi sarebbe una posizione strategica e potrebbe fungere da volano economico per stimolare i privati a investire creando una sorta di albergo diffuso che avrebbe il suo punto di riferimento proprio nell’ostello: un successivo bando del Pnrr metterà a disposizione risorse a favore di attività imprenditoriali che possano investire nei borghi». «A questi interventi si aggiungeranno le iniziative immateriali, - prosegue il sindaco Gabriel Diémoz - come rassegne cinematografiche all’aperto, animazioni musicali e presentazioni di libri che in questo modo “usciranno” dalle biblioteche per far vivere i borghi e stimolare la socialità. E’ stato un lavoro impegnativo: la proposta è stata condivisa dalle 2 Amministrazioni comunali e accolta in maniera molto positiva dagli operatori territoriali. Vogliamo coinvolgere anche le scuole orientando il programma nel segno della tutela ambientale, in modo da convincere i genitori a iscrivere i loro bimbi qui in paese e non ad Aosta, come invece in questi anni sta capitando».

«Il “ponte di Calvino” ricostruito farà da collegamento tra le nostre 2 comunità e vi transiterebbe nuovamente la Via Francigena, arrivando da Variney, ripristinando così un pezzo del tracciato originario. - illustra la sindaca di Gignod Gabriella Farcoz - Il nostro Comune ha inoltre inserito nel progetto la riqualificazione del centro polivalente - con la creazione di uno spazio per il coworking - e dell’area ricreativa e l’acquisto di un terreno adiacente al “ponte di Calvino” dove si trova il vecchio mulino che vorremmo poi ristrutturare con un successivo finanziamento per farne un museo virtuale. L’obiettivo generale non è contrastare lo spopolamento, che non rappresenta un rischio per i nostri paesi, ma far rivivere le comunità creando luoghi e occasioni di aggregazione».

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