I rincari spaventano tutti. Aumenti choc per benzina e gasolio. Si fanno sentire le conseguenze della guerra
«Il problema dell'aumento dei prezzi della materia prima è che o si riesce a trasferire questo costo sull'utente finale, ma c'è una forbice che deve riuscire a mettere insieme le esigenze del consumatore e dell'imprenditore, oppure si rischia che ci sia una paralisi del lavoro».
Lo spiega Stefano Fracasso, segretario di Confartigianato imprese Valle d'Aosta, in merito alla situazione del comparto edilizio in regione.
«Questo rialzo dei prezzi - aggiunge - è già partito prima della guerra. Nell'autunno del 2021 c'è stato un forte aumento per effetto anche della richiesta di materiali a fronte dei lavori che beneficiano del 110%, perché c'è stato un forte incremento della domanda. La situazione in Ucraina ha gettato ulteriore benzina sul fuoco. Su altri settori preoccupa anche il rialzo costo dell'energia e di altre materie prime, come il grano. Non sottovalutiamo l'aumento dei costi del gasolio su altri categorie, come i trasportatori».
Dopo l’aumento vertiginoso del costo del gas e dell’elettricità, con conseguenti bollette da record, a subire una forte impennata ora sono anche i carburanti. Da giorni il prezzo della benzina e del gasolio continua ad aumentare. A seconda dal marchio dei distributori di carburante il prezzo varia fino a una decina di centesimi, in ogni caso il costo difficilmente scende sotto la soglia di 2,14 euro al litro, a quanto pare il più basso ad Aosta. La spesa media al litro per la benzina si aggira intorno ai 2,19 euro con picchi che superano i 2,26 euro. Ad aver suscitato preoccupazione è anche il costo del gasolio - solitamente più economico - che in molti casi, invece, oltrepassa la quotazione della benzina.
Benzinai senza certezze
Sconcerto tra i consumatori, amarezza tra i benzinai. Sandro Lai, del distributore Esso in viale Federico Chabod: «E’ da 42 anni che faccio il benzinaio. Non ho risposte, nessuno la sa ed è normale che con la guerra il prezzo sia aumentato però non è possibile a questi livelli, alcuni ne approfittano. Nell’ultimo mese la benzina è aumentata di 50 centesimi, 5 millesimi al giorno. Le vendite? La gente ha paura che presto ci sia meno benzina quindi non ho perso clienti. Fare il pieno adesso vuol dire spendere anche 120 euro. Non sappiamo perché il gasolio a volte costi più della benzina. E sicuramente la discesa del prezzo non sarà veloce come l’aumento».
William Brunello gestisce il distributore Esso in viale Partigiani: «Il caro benzina? E’ una speculazione dovuta a quello che sta succedendo tra la Russia e l’Ucraina. Il prezzo è aumentato di circa 50 centesimi dal 16 febbraio. Certo, ho registrato una riduzione delle vendite e quindi un calo generale del lavoro. E i clienti diminuiscono pure l’entità del rifornimento. Francamente non si sa perché il gasolio costi più della benzina: io sono obbligato a proporre i prezzi dai contratti societari. E non credo in una diminuzione a breve termine».
Roberto Ferrari del distributore Eni nei pressi del McDonald’s: «Gli aumenti? Noi siamo gli ultimi a conoscerli. Le cause? La guerra. Nel giro di poco tempo il prezzo è aumentato di 50 centesimi. E naturalmente ho subito un calo dei clienti. Per adesso Eni ha ancora il diesel con il prezzo basso, poi si vedrà: lo decide la compagnia».
Nella mattinata di ieri, venerdì 11 marzo, Fabio Martinet, 47 anni, titolare del distributore Eni di via Clavalité ad Aosta è stato eletto nuovo presidente della Figisc Confcommercio VdA, la Federazione italiana dei gestori di impianti stradali di carburanti; succede a Erminio Verducci. Christian Tréves, socio dell'impresa Saint-Vincent Petroli, sarà vice di Martinet e presidente Trasporti della Confcommercio VdA.
Per Fabio Martinet «Stiamo vivendo un periodo particolarmente difficile e legato soprattutto all'aumento del costo del carburante, che cresce di giorno in giorno. Farò tutto il possibile per portare avanti al meglio l'impegno preso per rappresentare le richieste e le necessità legate alla mia categoria».
Consumatori disorientati
E cosa dice la gente comune del continuo rialzo dei prezzi? E in quali settori hanno notato gli aumenti maggiori?
Elviro Bétemps: «Il gas e la corrente sono aumentati molto, ho trovato una differenza enorme di prezzo tra prima della guerra in Ucraina e dopo. Con questo conflitto i costi non potranno fare altro che crescere».
Francesca Roma: «Ho notato un aumento considerevole della bolletta elettrica, più in generale i prezzi quasi ogni giorno cambiano. Questi aumenti mi hanno stupita».
Clarissa Giannattasio: «Le spese sono tutte aumentate, in modo particolare la benzina che ha avuto una crescita spaventosa. Spero che a questo punto non aumenti pure il biglietto per il pullman a causa degli elevati costi dei carburanti».
Simone Andriolo: «Con l’ultima bolletta ho visto un aumento notevole. Ma è aumentato veramente tutto, dalla corrente elettrica, al gas ai beni primari come il cibo. Più questo conflitto andrà avanti e maggiori saranno i disagi».