Caro bollette, la Regione utilizzerà gli utili Cva per mitigare gli effetti della stangata energetica

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«È necessario continuare a spingere sulle rinnovabili in Italia, solo una politica di questo genere può portare a stabilizzazione dei prezzi». Parole di Enrico De Girolamo, direttore generale del colosso Compagnia Valdostana delle Acque, la Cva. «L'Italia non ha una capacità di produzione di combustibili fossili per il suo fabbisogno» aggiunge. Enrico De Girolamo ha partecipato nel pomeriggio di lunedì scorso, 28 febbraio, a Châtillon - proprio nella sede Cva - al consiglio generale della Confindustria Valle d'Aosta, aperto ai rappresentanti delle altre categorie e a cui hanno preso parte anche gli assessori regionali allo Sviluppo economico Luigi Bertschy, e alle Società partecipate, Luciano Caveri, oltre al presidente della quarta commissione Sviluppo economico del Consiglio regionale, l’unionista Giulio Grosjacques.

Enrico De Girolamo ha spiegato che l'aumento dei prezzi è stato, sul mercato di maggior tutela per le famiglie, del 129,5 per cento dal primo trimestre 2021 al primo trimestre 2022. Per questo, il direttore generale della Cva ha ricordato l'effetto positivo delle politiche di prezzo dell'azienda: «Sul mercato della maggior tutela gli aumenti hanno pesato per 5,7 milioni di euro nell'anno. Sul mercato libero, a fronte di un aumento teorico di 53,9 milioni di euro, grazie allo sconto in bolletta del 40 per cento sulla componente energia, gli aumenti sono stati per soli 28,6 milioni di euro». Un risparmio netto, per le famiglie, di 25,3 milioni di euro.

Giorgio Pession, amministratore delegato della Deval, l'azienda di distribuzione del gruppo Cva che serve 69 dei 74 comuni valdostani, ha sottolineato come «lo scorso anno l'energia pesava per circa il 48 per cento in bolletta, ora è salita all'80 per cento circa». Per Giorgia De Fabritiis, responsabile dell'ufficio Economia, Bandi e Incentivi della Confindustria VdA, una rilevazione tra le aziende rivela che «gli aumenti delle materie prime incideranno per il 21 per cento sui costi totali delle aziende e i rincari energetici per il 25 per cento». Secondo le aziende, l'85 per cento di loro riusciranno a trasferire i rincari sui prezzi di vendita.

«Oltre le nostre capacità» «La situazione non cambia mese dopo mese, ma giorno dopo giorno. La geopolitica va oltre le nostre capacità». Lo ha detto Luigi Bertschy, vicepresidente della Regione e assessore allo Sviluppo economico. Che annuncia interventi regionali a sostegno dell'economia, soprattutto per tamponare il caro energia: «Tra poco, 2 o 3 mesi, è prevista una manovra con qualche milione di euro a disposizione. Dovremo capire cosa succede in casa Cva, non per depredare la Cva, ma per aiutare la comunità dando aiuti in un momento molto particolare. Non sappiamo se saranno 10 o 100 milioni». L'utile della partecipata pubblica dell'idroelettrico potrebbe essere riversato nel bilancio regionale per nuovi sostegni anticrisi.

Luigi Bertschy, con l'assessore alle Partecipate Luciano Caveri, ha escluso nuovi «ristori» e aiuti a pioggia, indicando 2 tipi di intervento: nel breve periodo, aiuti per i più deboli perché «gli aumenti sono fuori scala sia per il nostro assestamento, sia per gli utili della Cva. Cercheremo di mettere in condizione la comunità di soffrire un po' di meno, per poi nel medio periodo rilanciare delle politiche che possano aiutare la nostra comunità».

Luciano Caveri ha aggiunto: «La guerra di oggi dimostra l'assoluta interconnessione del mondo. In passato non avremmo parlato della ricaduta sull'energia. Ci siamo trovati una pandemia che ha obbligato la Regione a stornare delle risorse al limite delle proprie capacità». Luciano Caveri ha concluso: «Abbiamo la spada di Damocle delle concessioni idroelettriche che scadono nel 2029. Bisogna battersi contro i partiti e i comitati del “no”. In Italia è difficile avere parchi eolici, solari, non si bruciano i rifiuti, non si vuole il nucleare. La comunità valdostana ha saputo reagire alla pandemia. dobbiamo fare fronte comune alla ricerca di soluzioni che consentano di evitare il peggio».

Idrogeno? E’ troppo presto

L'idrogeno? Non è la salvezza. Almeno non nel breve periodo, per fronteggiare la fiammata dei prezzi del metano e dell'energia elettrica. Lo ha spiegato ancora Luigi Bertschy, assessore allo Sviluppo economico, durante il consiglio generale della Confindustria Valle d'Aosta.

«Si parla molto di idrogeno, oggi è una bella parola - ha sostenuto - ma molto costosa. In Valle si potrebbe utilizzare l'idroelettrico per accumulare idrogeno, ma fino a quando questa tecnologia non avrà qualcuno che la consuma e ne abbassa i costi, non cambierà le vostre bollette. L'idrogeno nell'immediato peggiorerà il costo delle aziende. È costoso e lo sarà ancora nel breve periodo».

La Valle d’Aosta

in Russia e Ucraina

Circa il 7 per cento delle imprese valdostane ha rapporti con i mercati russo e ucraino. Per ogni impresa che importa o esporta, quei 2 mercati pesano per meno del 15 per cento del fatturato. I dati sono stati raccolti da un'indagine dell'ufficio Economia della Confindustria Valle d'Aosta, in un sondaggio diffuso venerdì scorso, 25 febbraio, tra le aziende iscritte. I beni importati sono etichette, tappi e altri beni per l'etichettatura, nichel e tondi in legno. I beni esportati sono prodotti tecnologici per la sicurezza perimetrale e la sicurezza domestica, sistemi per la lavorazione della plastica e bevande alcoliche. «Abbiamo raggiunto la quasi totalità delle imprese valdostane che hanno rapporti con questi due mercati», ha spiegato Giorgia De Fabritiis al Consiglio generale della Confindustria.

Costi insostenibili«I costi insostenibili del gas e dell'elettricità in Italia e il conflitto in Ucraina minano la stabilità delle imprese bloccate da sfiducia e pessimismo».

Il grido d'allarme arriva da Michele Biza, Presidente Altre Industrie Manifatturiere Confindustria Valle d'Aosta che aggiunge: «Il pericolo è la chiusura forzata di molte attività, oltre ad un ulteriore aumento dei prezzi da parte degli imprenditori a causa del conseguente rincaro delle materie prime».

A soffrire non sarà solo il settore manifatturiero con uno scenario poco roseo nei prossimi mesi dove «le tariffe si alzeranno ulteriormente e le aziende avranno grande difficoltà a riversare tutti i costi sul prodotto e sul mercato», ma anche quello «della ristorazione, del commercio e della ricettività».

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