Caritas, stop ai cassonetti per i vestiti
I cambiamenti normativi che da martedì scorso, 1° marzo, vedono l’introduzione della raccolta differenziata del rifiuto tessile, hanno spinto la Caritas diocesana di Aosta a modificare il sistema seguito sinora per la raccolta degli indumenti usati, non facendo più affidamento sui cassonetti stradali (una sessantina) . E’ nato allora il progetto «San Martino-La bottega del riuso» (coordinatrice Cristina Danna), che si pone l’obiettivo (anche) di promuovere la cultura del dono.
Da martedì scorso quindi i Comuni provvedono alla raccolta dei tessili tramite cassonetti posizionati nei centri di raccolta (le isole ecologiche), la Caritas dal canto suo potrà ricevere ancora gli abiti (devono essere in perfetto stato e ancora riutilizzabili, senza riparazioni) però non più tramite i cassonetti ma attraverso 2 sistemi. Il primo è l’allestimento di punti di conferimento fissi, nelle parrocchie e negli oratori della nostra regione, il secondo è l’organizzazione di giornate di raccolta, con calendario predefinito e tipologia specifica, in collaborazione con parrocchie, scuole e amministrazioni locali.
I punti di raccolta
I punti di raccolta: Pont-Saint-Martin (alla Caritas interparrocchiale), Verrès (all’oratorio), Châtillon (casa parrocchiale), Nus-Fénis-Saint-Marcel (casa parrocchiale), Aosta (in località Tzamberlet e in via Hôtel des Etats), Charvensod, Pollein, Roisan (casa parrocchiale), Variney (piazzale delle scuole medie), Gignod (piazzale del Municipio), Sarre (Caritas parrocchiale) e Morgex. Un sito Internet dedicato al progetto, presto online, indicherà gli orari di apertura, con l’accoglienza degli operatori, di questi punti di raccolta. Indumenti e mobili consegnati alla «Bottega del riuso» vengono donati alle persone in stato di bisogno, oppure venduti a prezzi modici per finanziare le attività dell’organizzazione.
L’anno scorso sono stati distribuiti gratuitamente 131 buoni d’indumenti, soprattutto nell’autunno e nell’inverno. Nelle 5 aperture settimanali della bottega è stato registrato un flusso di 150 persone a settimana, sostenute nell’acquisto di beni di prima necessità.