«Vorrei rientrare in Ucraina per combattere con i miei cari»
«Sono orgogliosa del mio Paese, di essere Ucraina e di persone così forti che con il loro patriottismo difendono la nostra terra!». Sono parole di Diana Muraviova, 26 anni. Sarebbe già in Ucraina - se solo fosse possibile - per dare una mano ai suoi cari, ai suoi amici, ai suoi connazionali che non hanno esitato ad imbracciare un fucile senza neanche sapere come si usasse, pur di difendere la loro libertà e la loro casa. Tra loro anche sua mamma Natalia, che come lei lavora a Cogne da anni, ma che è ora bloccata in Ucraina. «Una vera guerra nel 2022! - commenta Diana Muraviova - Ancora non riesco a capire come tutto ciò sia possibile. Perché questa aggressione armata? Perché si spendono miliardi di euro per sterminare le persone? Alcuni in Russia e in Bielorussia sembrano diventati degli zombi e mentono sfacciatamente sostenendo che questo intervento militare è per salvare gli ucraini. Ma salvarci da cosa? Dalla nostra libertà?». Diana Muraviova aggiunge che si tiene in contatto con i suoi cari che sono a una trentina di chilometri da Kiev. «La situazione è drammatica, - riferisce Diana Muraviova - risuonano in continuazione le sirene dell’allarme aereo e i civili sono costretti ai rifugiarsi nei bunker. Nei giorni scorsi un elicottero con a bordo militari russi è atterrato nelle vicinanze del centro abitato ma i soldati ucraini hanno respinto l’attacco». Così, con l’anima lacerata, Diana assiste inerme a quello che succede alle porte dell'Europa. Immagini scioccanti rivissute anche nei racconti di chi ama e conosce. E che si trova proprio lì, sotto alle bombe. «Se potessi rientrerei subito in patria - conclude Diana Muraviova - ma i miei famigliari non vogliono che io parta, perché la situazione è troppo pericolosa. Però il mio cuore è con loro e spero che riusciranno a fermare l’invasione russa».