Crisi energetica dovuta alle tensioni geopolitiche, possibili proposte
La crisi tra Ucraina e Russia che sta investendo l’intera Europa e anche la nostra Valle (si pensi alla recente protesta di molti comuni al crescente rincaro delle bollette) sta mettendo in luce le debolezze di un sistema sempre meno resistente e resiliente alle dinamiche globali. Senza voler entrare in complesse nonché delicate questioni di geopolitica internazionale, momenti come quello che stiamo vivendo ci spingono a riflettere profondamente su quanto certe indipendenze volute dai costituenti della nostra regione (in questo caso alla gestione dell’energia e risorse naturali) fossero di estrema importanza e lungimiranza se paragonate ad oggi in cui è giusto puntare ad una sempre maggiore inclusione ed apertura cogliendo il progresso e facendosi parte attiva di esso, senza tuttavia perdere certe forme di indipendenza tali da rendere un sistema poi dipendente dagli altri e quindi debole e in balia della globalizzazione. Un sano equilibrio è la soluzione. Se sulla produzione elettrica la nostra regione può vantare una totale indipendenza il nodo spinoso rimane quello del riscaldamento e per questo che volendo essere meno tecnico mi permetto di segnalare alcune questioni che ho avuto modo di raccogliere in questo periodo e che spero possano essere utili ai nostri rappresentati di governo affinché possano trovare una non facile soluzione ad un problema che tocca non solo i comuni, ma intere famiglie e tutta la comunità regionale, nazionale ed europea.
Costituire un consorzio forestale per l’intera regione come ribadito in precedenti articoli può essere una strategia vincente contando l’importante patrimonio forestale spesso abbandonato e privo di una attenta gestione selvicolturale. Non dimentichiamo che anche boschi poveri sono ottimi per la produzione di pellet che costituisce una delle principali fonti combustili della nostra regione. Creando una filiera locale sarebbe possibile stabilizzare i prezzi almeno sul mercato locale.
Incentivare attraverso fondi del PNRR ecobonus per il solare, micro-idroelletrico o la conversione di cucine con piastre elettriche di nuova generazione ad induzione permettendo alle famiglie di alleggerire il carico sulle bollette usufruendo di energia sia autoprodotta sia prodotta in Valle d’Aosta (dipendente dalla compagnia a cui si è legati)
Favorire da parte dei comuni l’acquisto di luci con sensori di presenza (ho sempre trovato insostenibile sia a livello ambientale sia economico mantenere i lampioni accessi quando non passa nessuno). I sensori oggi hanno prezzi ridotti e sono certamente una spessa che un comune è in grado di ammortare.
Creare attraverso i soldi incamerati dalle autostrade (per la quota parte destinata alla regione) un fondo per la decarbonizzazione utile a finanziare alcuni degli interventi sopra-indicati.
Queste sono solo alcune suggestioni, auspico possano essere utili alla comunità sperando che il dialogo internazionale capisca le esigenze di ambo le parti trovando una soluzione tale da evitare una guerra con pesanti conseguenze per popoli in apparenza tanto distanti come il nostro, ma di fatto sempre uniti da un filo che si fa molto più visibile in momenti di crisi che in momenti di fratellanza.