Donnas vuole i venti milioni del Pnrr “Un albergo diffuso per rilanciare il borgo”

Donnas vuole i venti milioni del Pnrr “Un albergo diffuso per rilanciare il borgo”
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Una serata per raccogliere idee e suggestioni, non tanto per presentare progetti che, senza l’appoggio attivo e costruttivo della cittadinanza, delle associazioni e degli operatori del territorio, rimarrebbero lettera morta. Si è tenuto martedì scorso, 15 febbraio, al salone Bec Renon di Donnas, l’incontro pubblico “Attrattività dei borghi - Presentazione bandi Pnrr”, promosso dal Comune con l’obiettivo di rafforzare l’interesse per il borgo e accrescere la resilienza della comunità.

«Immaginatevi il borgo come una bella macchina d’epoca ammaccata, arruginita e con le ruote sgonfie... ora coperta con un telo. Potremmo portarla dal carrozziere e farla rimettere a nuovo. Ma, una volta tornata bella esteticamente, andrà riacceso il motore, affinché possa ricominciare a percorrere una strada più moderna, e questo si potrà fare solo se tutti collaboreremo. Abbiamo storia, tradizioni e tantissime risorse per una comunità di 2.400 abitanti». Così si è espresso il sindaco Amedeo Follioley, spiegando come l’Unione Europea abbia messo in atto una strategia comune, la Next Generation Europe, per uscire dalla pandemia e «ridurre gli squilibri delle economie degli Stati europei attraverso uno sviluppo sostenibile e condiviso», che in Italia si è concretizzata nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, e ricordando come il borgo sia stato il fulcro del paese nei decenni scorsi e abbia avuto floride attività agricole e artigianali tutte concentrate nel centro. «Questi bandi possono essere un’occasione per tornare agli antichi fasti. Quello che ci interessa è la rigenerazione culturale e sociale del nostro piccolo centro storico» ha proseguito il Sindaco, che ha ricordato l’importante ritrovamento di una sepoltura neolitica, che potrà dare impulso al turismo culturale, e come tra le priorità ci siano la realizzazione della pista ciclabile tra Donnas e Pont-Saint-Martin, sulla quale si stanno acquisendo tutti i pareri per poter procedere, e la riapertura della Strada Romana delle Gallie, sulla quale è stato commissionato all’Università di Torino uno studio per capire quali opere saranno necessarie per riaprire il sito con il «rischio minimo accettabile»: «Non c’è ancora una data certa per la riapertura, notizie più sicure si avranno tra l’autunno e l’inverno 2022».

Tra i punti di forza di Donnas, che è inserito in un patrimonio naturale e agricolo di enorme valore, con i suoi vigneti terrazzati e i muretti a secco riconosciuti Patrimonio dell’Umanità: le eccellenze alimentari (vino, formaggi e castagne), la lavorazione del legno e la sua Fiera di Sant’Orso, l’arrampicata e l’outdoor, la vicinanza al Forte di Bard e la centralità rispetto agli impianti sciistici. Tra i punti di debolezza: lo spopolamento legato a un’economia in declino e il rischio idrogeologico dovuto alla vicinanza alla Dora.

Le due “linee” del Pnrr

Il Pnrr si divide in 2 linee di intervento: la linea A, con 21 progetti, uno per Regione, per un importo di 20 milioni di euro ognuno (la selezione affidata alle Regioni, per il momento la Valle d’Aosta ha chiesto ai Comuni solo una blanda manifestazione di interesse); linea B: progetti locali di rigenerazione culturale e sociale per 229 borghi storici per Comuni inferiori a 5.000 abitanti (1,6 milioni di euro a progetto e ulteriori risorse previste per imprese e attività che intendono insediarsi nel borgo). Alla base devono esserci rigenerazione, sostenibilità e innovazione.

Servono iniziative culturali che attraggano sia i residenti sia i turisti, tutelino il territorio e riportino le persone a vivere e a relazionarsi. In particolare, i progetti devono mirare a recuperare il patrimonio storico, riqualificare gli spazi pubblici aperti, creare piccoli servizi culturali a fini abitatitvi e turistici (per esempio, l’eliminazione delle barriere architettoniche e il miglioramento dell’arredo urbano); favorire la creazione e la promozione di nuovi itinerari e visite guidate; sostenere le attività culturali, ricreative, turistiche, commerciali e artigianali volte a valorizzare prodotti e saperi locali. A tal fine occorrono una forte collaborazione tra pubblico e privato e un’attenzione alla tutela dell’ambiente (adattamento al cambiamento climatico, uso sostenibile e tutela dell’acqua, limitazione dell’inquinamento). I progetti per partecipare al bando - linea B vanno presentati entro martedì 15 marzo. Tra le azioni promosse, la realizzazione di servizi e infrastrutture culturali e turistiche, la valorizzazione del patrimonio culturale immateriale, iniziative di partecipazione culturale, contrasto all’esodo demografico.

In corso un sondaggio

tra la popolazione

Un primo passo per raccogliere il sentimento tra la popolazione è stato un sondaggio, il cui termine ultimo per poter rispondere è lunedì prossimo, 21 febbraio, ideato da alcuni cittadini e consiglieri di Donnas, circolato su WhatsApp e rivolto in forma anonima ai ragazzi tra i 14 e i 35 anni. In 2 giorni sono già arrivate oltre 100 risposte, nel 70 per cento dei casi da parte di ragazzi e giovani nella fascia tra i 14 e i 29 anni, qualcuna anche da over 30, nel 90 per cento dei casi da parte di persone che hanno vissuto sempre nel Comune. Il 70 per cento si è dichiarato molto soddisfatto di vivere a Donnas. Tra le richieste più frequenti: uno spazio per i giovani, un locale di ritrovo per eventi, un’aula studio attrezzata, spazi di aggregazione per sviluppare cultura e socialità; tra i luoghi maggiormente frequentati, i sentieri e gli spazi aperti. E’ emersa un’ampia partecipazione alle associazioni del paese ed è stata sottolineata la necessità di ospitare più eventi sportivi.

Tra i relatori della serata l’architetto Ezio Alliod, che - a partire dalla definizione di Max Weber delle le città come «stabili insediamenti del mercato» - ha evidenziato come il centro storico di Donnas debba diventare un albergo diffuso: «Ci sono borghi in Italia che sono già stati riconvertiti. Donnas gode di una posizione strategica, già storicamente si trovava sulla strada delle Gallie e sulla via dei mercanti che, attraverso la Val d’Ayas e il Teodulo, potevano raggiungere il Nord Europa. Questo è un momento epocale, ma per poter accedere a questi fondi occorre una sinergia tra pubblico e privato».

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