La Cva rinnova la diga di Issime a cento anni dalla sua costruzione

La Cva rinnova la diga di Issime a cento anni dalla sua costruzione
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Sono in corso - e dovrebbero concludersi entro la fine del prossimo mese di marzo - i lavori di rinnovamento della diga di Guillemore, nel Comune di Issime, progettati dai tecnici della Divisione Ingegneria Elettromeccanica della Direzione operativa della Cva. Gli interventi si rendevano indispensabili a causa degli evidenti segni di invecchiamento e di usura delle componenti elettro-meccanica e di carpenteria del manufatto ormai centenario.

La costruzione della diga cominciò infatti nel 1919 per terminare il 14 aprile del 1921. Tecnicamente, si tratta di una traversa concepita per creare nell’alveo del torrente Lys un serbatoio regolato con frequenza giornaliera per la produzione di energia elettrica nella centrale di Pont- Saint-Martin. Con un bacino imbrifero pari a 239 chilometri quadrati, dei quali circa 15 sono ghiacciai, la diga intercetta le acque del Lys e garantisce una portata massima derivabile di 10,5 metri cubi al secondo, assicurando una producibilità media di 175,922 Gigawatttora. La diga è alta 10,07 metri per un volume di 8.000 metri cubi. Lo sviluppo del coronamento è di 70,60 metri. La diga è costituita da una soglia fissa profondamente immorsata nella roccia di base dalla quale spiccano 6 pile sagomate a profilo triangolare. Le pile sorreggono 5 paratoie piane a scorrimento verticale ciascuna delle dimensioni 7 metri per 4. Le paratoie fanno tenuta inferiormente su una soglia sfiorante e sono manovrabili sia manualmente che elettricamente, direttamente dalla camera di manovra ubicata alla sommità della struttura metallica tralicciata che appoggia sulle pile oppure dalla casa di guardia. Sulla sponda sinistra si trova l’opera di presa munita di 5 paratoie a comando oleodinamico o manuale il cui scopo è regolare l’acqua da immettere nel canale derivatore. Sulla sponda destra la traversa prosegue con una soglia sfiorante interrotta da 2 pile che sostengono il coronamento e gli organi di manovra della paratoia con funzione di sghiaio (inserita nell’opera dall’Enel negli anni Ottanta). Le pile, le soglie sfioranti e le platee sono rivestite da bolognini di pietra naturale lavorata.

L’ultima manutenzione straordinaria sulle paratoie risale a fine anni Novanta, quando l’Enel eseguì una serie di attività di manutenzione: furono sostituite le tenute alle paratoie piane, le funi di sollevamento e i tenditori delle funi, furono introdotti “carter” per i rulli e, a completamento, venne eseguita una verniciatura di tutte le parti metalliche. Dopo l’alluvione del 2000 si era intervenuti sulla tenuta idraulica dell’opera senza scavare le fondazioni bensì con la realizzazione a monte di un taglione, di una platea verso le soglie delle paratoie e di una serie di iniezioni nel terreno di fondo alluvionale con lo scopo di aggregare al meglio il materiale. A valle invece fu posata una massicciata cementata e bloccata al substrato in sostituzione della vecchia e ammalorata superficie di bolognini. Nell’ultimo decennio i controlli hanno rilevato delle criticità sugli organi elettromeccanici e in particolare sul sistema di ruote dentate che formava il riduttore di velocità. Le evidenze hanno portato a ritenere indispensabile una sostituzione totale dei cinematismi di comando.

Gli attuali lavori, per una spesa complessiva che sfiora il milione di euro, prevedono la sostituzione delle paratoie, dei ponti e del sistema di manovra e di automazione. Verrà messo in opera il sistema di automazione di gestione dell’invaso e della derivazione utilizzando lo standard Autop, progettato internamente da Cva e già installato su diversi impianti. E’ prevista infine l’automazione della gestione del deflusso minino vitale.

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