Claudio Baglioni, il re della musica leggera in concerto a Saint-Vincent

Claudio Baglioni, il re della musica leggera in concerto a Saint-Vincent
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“Dodici note solo”, un’iniziativa che vede al centro la carriera artistica di Claudio Baglioni, in cui brillano le composizioni più preziose del suo repertorio: un racconto di musica, suoni e parole. «Le dodici note - afferma Baglioni - sono l’alfabeto del più universale, profondo e poetico dei linguaggi, costituiscono la chiave per comprendere noi stessi, gli altri e rendere il futuro una casa bella, luminosa e finalmente degna di essere abitata». Un grande evento per la nostra Valle, organizzato localmente da Opere Buffe, una tournée fortemente voluta dall’artista, a sottolineare il ritorno alla normalità dopo la lunga pandemia, in campo tutte le iniziative possibili per far svolgere l’evento in totale sicurezza. Un meticoloso giro d’Italia che non ha pari negli ultimi due anni di limitazioni; Baglioni porta in scena la sua scaletta che si snoda lungo mezzo secolo di successi. E lo fa da sé, come indica il titolo del tour: Dodici note solo, cantando e suonando pianoforte e tastiere di ultima generazione. Una full immersion nell’universo Baglioni, che calca i parquet dei teatri dell’Italia intera. Una maratona che alterna brani dei diversi periodi, un lungo best of che Claudio modifica quasi ogni spettacolo; immancabile “Questo piccolo grande amore” che tutti abbiamo cantato almeno una volta e che al Festival di Sanremo del 1985 è stata eletta “Canzone del Secolo”. Per molti italiani Claudio rappresenta un pezzetto della loro vita, le sue canzoni parlano di persone comuni, di sentimenti e rapporti personali. La sua presenza scenica poi è sempre stata prestante, Claudio è un vero e proprio uomo da palcoscenico. Scherzando sulla forzata astinenza da esibizioni dal vivo, Baglioni nelle prime date di questa singolare tournée esordiva così: «Buonasera, mi chiamo Claudio e sono tre anni che non faccio un concerto…». L’autore della “maglietta fina” recentemente a Montecitorio s’è ritrovato pure votato nel secondo scrutinio per l’elezione del Capo dello Stato… «Nel 2000 ho fatto un tour nei teatri di tradizione simile a questo, poi un altro una decina di anni fa… Mi trovo a vivere un momento particolare perché a vent’anni sai di avere tutta la vita davanti e di poterti prendere anche delle pause, mentre ora che ne conti qualcuno di più, l’assenza dai palchi, il non poter cantare e suonare per un pubblico in sala, si fa sentire». Sessanta repliche in tre mesi fanno cinque concerti la settimana, un impegno affrontato in totale solitudine sul palco per oltre due ore e mezza di concerto. «È uno spettacolo a mani nude, perché ogni sera devo mettere d’accordo il musicista col cantante» dice. «L’idea da cui sono partito è stata quella di dividere uno strumento solitamente unico come il pianoforte in tre parti, in tre strumenti diversi, che proiettati nella dimensione tempo-spazio diventano ieri, oggi e domani, ovvero passato, presente e futuro. La sonorità tipica del pianoforte è, infatti, molto rigorosa, nuda, immutabile nel tempo. Nel piano elettrico, invece c’è un presente che fluttua, si muove come l’aria e l’acqua. Il futuro, infine, sta nella clavinova, digitale, più vivace, con molte possibilità di combinare suoni veri e aggiunti. Un repertorio lungo più di mezzo secolo, scegliere ogni sera i contenuti dello spettacolo è una faticaccia. Certe volte la scaletta vorrei farla con un’estrazione a sorte proprio per non incorrere nella problematica di prendere decisioni - assicura Claudio - si combatte, infatti, da una parte con i pezzi cardinali, quelli più popolari, quelli entrati nella memoria collettiva, mentre dall’altro c’è una spinta a dedicarsi ad un repertorio meno consueto. Ogni sera vorrei tenermi tra le 27 e le 30 canzoni. Stare solo sul palco ti consente di navigare a vista, un po’ come le tre caravelle, con la speranza che il viaggio possa portarti la possibilità di regalare al pubblico un po’ di leggerezza e armonia. Molto probabilmente sarà la mia ultima tournée di questo tipo e vorrei tanto ne restasse un ricordo netto, preciso. Agli altri e a me». Così Claudio Baglioni si raccontava a gennaio, poco prima del debutto al Teatro dell’Opera di Roma (sold out) di “Dodici note solo”, il tour che lo porterà per sessanta date nei teatri d’Italia sarà martedì 15 febbraio, alle 21, al Palais di Saint-Vincent. «Ho una tensione che mi porta via - dice - ansia e astinenza». Sul palco Baglioni che ha festeggiato i settant’anni è da solo con le tre tastiere e delle luci molto suggestive. Se da una parte c’è una grande responsabilità, dall’altra anche tanta libertà.

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