Ivo Sucquet, la storia di Pont-Saint-Martin è passata tra i tavolini del suo Bar Centro

Ivo Sucquet, la storia di Pont-Saint-Martin è passata tra i tavolini del suo Bar Centro
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Tra un caffè e un cappuccino, Ivo Sucquet ha visto passare davanti ai suoi occhi la storia di Pont-Saint-Martin. La storia delle piccole cose, che poi però spesso diventava Storia con la “s” maiuscola. Perché nel suo Bar Centro si guardavano le partite della Juventus ma si decidevano pure le liste delle elezioni. Soprattutto, era il ritrovo del paese, il punto di riferimento dove ci si rivolgeva per avere informazioni sulle ultime novità o magari per lasciare un pacco per qualcuno quando si scendeva dalla valle di Gressoney, visto che era aperto dall’alba fino a notte fonda. Tutti hanno qualche ricordo - e la maggior parte ne hanno moltissimi - legati a Ivo Sucquet e al suo bar. La notizia della sua scomparsa non poteva perciò che adombrare di tristezza l’intero paese di Pont-Saint-Martin. Si è spento all’Hospice dell’Ospedale Beauregard di Aosta domenica scorsa, 6 febbraio, e i suoi funerali sono stati celebrati nel pomeriggio di mercoledì.

Ivo Sucquet era nato il 18 febbraio del 1944 da Lino Sucquet e Silvia Juglair. Dopo un paio di anni all’Olivetti di Scarmagno, cominciò a lavorare nel bar sotto i portici di piazza IV Novembre che la mamma Silvia - per tutti Dorina - aveva aperto il 10 agosto del 1953, giorno della festa patronale di San Lorenzo. All’inizio al bar con lui c’era pure la sorella Palmina, di tre anni più giovane, mancata poco più che trentenne per un tumore fulminante che non le lasciò scampo. Un lutto doloroso per la famiglia e per Ivo, che già aveva perso il papà quando era solo un bambino.

Aveva invece diciannove anni quando - in occasione del Carnevale - vestì i panni del Console e conobbe Luciana Tedeschi, che ricopriva invece il ruolo della Ninfa del Lys e che tre anni dopo divenne sua moglie. Quando mancò Palmina, la moglie Luciana - che prima gestiva proprio lì accanto un’attività di lavanderia - cominciò anche lei a lavorare al Bar Centro e insieme a Ivo formò una coppia affiatata sul lavoro, oltre che nella vita. Giornate lunghe, lunghissime: lui apriva tutti i giorni alle 5.30 e quando si abbassavano le serrande era quasi sempre passata l’1 di notte. Finali di coppa, formazioni di Giunte comunali - a una delle quali partecipò lo stesso Ivo Sucquet, essendo stato assessore dal 1985 al 1990 quando era sindaco Sergio Enrico -, eventi tristi e grandi risate. Andava in scena la vita tra i tavolini, negli anni in cui i social non esistevano e le amicizie non nascevano davanti a un computer ma di fronte a una birra. La passione per il Carnevale non lo abbandonò mai. Fu sempre in prima fila nell’organizzazione della festa e ancora oggi ne era Senatore a vita. Nella vita privata era un cultore di libri e di musica, con una collezione invidiabile di migliaia di dischi, in particolare classica e jazz.

«Mi ha insegnato molto e mi ha dato tanti consigli quando ho deciso di mettermi in politica. - lo ricorda commosso il figlio Marco Sucquet, sindaco di Pont-Saint-Martin - Diceva sempre: “Mi raccomando, Marco, non trattare mai le persone come nemici ma come avversari politici. E se vinci le elezioni, metti nel cassetto le bandiere e fai il Sindaco di tutti. E non sentirti mai, mai superiore agli altri”. Insegnamenti che porto sempre nel mio cuore».

Ivo Sucquet lascia i figli Marco con Patrizia Rial e Marika con Giorgio Vassoney e gli adorati nipoti Gabriele, Letizia e Ginevra.

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