Corso di introduzione alla speleologia, si ricomincia Due anni di stop non fermano la passione sotterranea
Dopo 2 anni di stop forzato per via della pandemia, torna il corso di introduzione alla speleologia (27esima edizione) organizzato dalla commissione speleologica del Cai di Aosta per avvicinarsi in tutta sicurezza a questa disciplina. Mercoledì 23 febbraio alle 21, nella sede del Cai di Aosta in via Grand Eyvia, verrà presentato nel dettaglio il programma, con la proiezione di video e l’illustrazione dei materiali. Sarà inoltre spiegata l’attività speleologica e si apriranno le iscrizioni: è sufficiente avere più di 16 anni, non è necessario invece disporre di nozioni di alpinismo o di arrampicata. Sono disponibili 10 posti, per i primi che si iscriveranno.
Il corso, che serve per apprendere in sicurezza le tecniche della progressione in grotta e l’utilizzo dei materiali tecnici specifici (corde, discensori, bloccanti per la risalita), si compone di 7 lezioni teoriche in aula (il mercoledì sera, nella sede Cai di Aosta) e di 6 uscite nei fine settimana, le prime 2 in palestra di roccia, le altre in grotta, dove verranno messe in pratica le tecniche apprese in esterno. Le prime lezioni teoriche saranno mercoledì 9 e 16 marzo; poi si alterneranno incontri teorici e pratici, di cui l’ultimo è previsto a inizio maggio. Nella parte teorica verranno trattati i seguenti argomenti: attrezzatura personale, tecniche di progressione su corda, geologia e formazione delle cavità, prevenzione degli incidenti, alimentazione e adattamento fisiologico, meteorologia ipogea e tecniche avanzate. Tra i docenti, oltre a Frank Vanzetti, direttore del corso, vi sono anche Gianpiero Lanteri, Federico Mattioli, Emanuele Peron e Alessandro Ventosi. Nella quota del corso, di 120 euro, è compresa praticamente tutta l’attrezzatura personale: casco e illuminazione, imbragatura, discensore, bloccanti per la risalita su corda, moschettoni personali. A carico degli allievi restano solo l’abbigliamento da grotta, i guanti e gli stivali. Sono richiesti l’iscrizione al Cai, il certificato medico e il Green pass rafforzato. «In una fase storica dove ormai tutto è stato esplorato e cartografato, le grotte e il mondo ipogeo sono l’ultima frontiera della scoperta, dell’esplorazione e di ampie porzioni sconosciute del pianeta, dove l’uomo non ha mai messo piede» commenta Frank Vanzetti, fondatore nel 1991 e tuttora presidente dello Speleo Cai Valle d’Aosta, che conta una trentina di soci attivi, istruttore di speleologia dal 1994. «Nelle grotte non arriva l’occhio dei satelliti o il segnale dei cellulari e gli speleologi hanno l’opportunità e la fortuna di vedere, visitare o scoprire luogi che appartengono davvero a un altro mondo: laghi o corsi d’acqua sotterranei, pozzi profondissimi, saloni enormi ricchi di concrezioni o antichissime gallerie che risalgono a ben prima della comparsa dell’uomo».
I reticoli carsici più estesi in Italia si aggirano intorno ai 70 chilometri, mentre nel mondo non sono rari quelli che arrivano a 300 chilometri. «La Valle d’Aosta non è particolarmente ricca di affioramenti carsici, - ancora Frank Vanzetti - per la morfologia della montagna, che presenta quarzo, granito, scisto e poco calcare, che è il minerale che racchiude le grotte più importanti, poiché si presta alla corrosione chimica dell’acqua. Per questo, per le uscite pratiche, si andrà anche fuori regione, nella zona di Cuneo, in Piemonte».