Interski, iniziata la stagione dei gruppi scolastici provenienti dal Regno Unito

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«Non sarà un anno normale, però i numeri sono in crescita almeno in questo finale di stagione. Anche se non si arriverà ai livelli dell’ultima Pasqua prima della pandemia. E’ difficile fare un bilancio adesso, il calo è evidente. Tuttavia, rispetto allo zero dell’anno scorso, quest’anno possiamo considerarci soddisfatti». Parole di Buster Cheetham, responsabile di Interski per la Valle d’Aosta. Con l’apertura in Gran Bretagna delle seconde dosi di vaccino anche ai giovani dai 12 ai 15 anni di età, la stagione dei gruppi scolastici britannici, inizialmente spostata a fine marzo a causa delle misure previste dal decreto Draghi del 23 dicembre, è iniziata in anticipo nei comprensori di Pila, Courmayeur e La Thuile. Il primo gruppo, di circa 45 persone, è arrivato la settimana scorsa a Pila, e questa domenica ne arriverà un altro nella stessa località. La maggior parte ha prenotato per fine stagione, dalla metà di marzo fino a Pasqua. Prima con una sola dose di vaccino non si poteva venire in Italia. Inoltre, fino a gennaio, non si è potuto viaggiare attraverso la Francia per un mese. «Negli anni passati, in epoca pre-Covid, eravamo intorno ai 10 mila clienti a stagione» prosegue Buster Cheetham. «Quest’anno i numeri delle scuole sono bassi, mentre quelli delle famiglie, arrivate in Valle già a metà dicembre, sono più o meno i soliti. Per loro è più agile l’organizzazione e vi sono meno restrizioni per i ragazzi che viaggiano con i genitori. Per i gruppi di studenti occorre invece più tempo per programmare. L’organizzazione e la logistica del viaggio, i tempi della vaccinazione nel Regno Unito e le continue incertezze sulle nuove restrizioni non hanno aiutato. Le scuole di solito prenotano con un anno o addirittura 18 mesi di anticipo. Abbiamo delle scuole nuove, circa il 20 per cento del totale dei nostri clienti, mentre per l’80 per cento sono le stesse anno dopo anno; ne abbiamo altre che hanno già spostato il soggiorno sul 2022/23, un po’ perché a inizio stagione c’era tanta incertezza sulla pandemia, un po’ per la chiusura della Francia. Andando avanti tutti i Paesi con il ciclo vaccinale, l’auspicio è che i casi di Covid siano sempre di meno».

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