La Valle d’argento

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Tutti aspettavano nelle prime ore di ieri, venerdì, l'impresa in supergigante di Federica Brignone dopo gli ultimi 5 dei suoi 47 podi e 3 vittorie in Coppa del Mondo in questa specialità e invece su di una pista ridicola per una Olimpiade, senza difficoltà, ha concluso come settima, in 1’14”17 a 66 centesimi dall’oro della svizzera Lara Gut-Behrami e comunque ad appena 36 dalla medaglia di bronzo dell’altra elvetica Michelle Gisin. Tra di loro, a sorpresa, l’argento è andato all’austriaca Mirjam Puchner a 22 centesimi.

Però ed un gran bel però la carabiniera di La Salle con una prestazione maiuscola ed impeccabile si è vestita d'argento lunedì in gigante, bissando e migliorando il podio olimpico conquistato a Pyoengchang in Corea nel 2018 con il bronzo. Era dal 14 dicembre 2020 con il secondo posto di Courchevel che la valdostana non saliva sul podio in gigante, specialità nella quale quest'anno ha faticato arrivando a 2 volte quarta. Nella casa di La Salle con mamma Maria Rosa Quario ha voluto essere svegliata a tutti i costi ed ha sempre creduto nella medaglia nonna Adriana, sua prima tifosa a 91 anni. Nel giorno del trionfo della favorita svedese Sara Hector e del suo tecnico, diviso tra Gressoney-La-Trinité e Perloz, Pierre Miniotti, Federica ha chiuso la prima manche terza a 44 centesimi dalla scandinava in una gara con fuori Mikaela Shiffrin e Marta Bassino e lontana Petra Vhlova. Nella seconda la Brignone è stata spettacolare e ha rimontato guadagnando 16 centesimi alla Hector, concludendo a 28 centesimi dopo avere superato l'austriaca Katharina Truppe e contenendo il ritorno della svizzera Lara Gut-Behrami risalita dall'ottavo al terzo posto, l'unica a fare meglio di 65 centesimi di Federica, con raggiante al suo fianco il fratello tecnico Davide e a casa papà Daniele e mamma Ninna.

"Sono orgogliosa di quello che ho fatto e felice della scelta di staccarmi l'anno scorso dal gruppo Elite e di avere con me Davide e uno skiman come Mauro Sbardellotto, ho ritrovato la serenità con loro, alla vigilia della gara per staccare sono uscita dal villaggio e per la prima volta sono andata a vedere con mio fratello lo slittino, per stemperare la tensione e nelle 5 ore tra le 2 manches per il recupero della discesa sono rientrata. Finalmente - racconta Federica Brignone - in questa stagione in gigante ho messo assieme tutti i pezzi in gara, ho capito dopo poco tempo questa neve da affrontare in maniera morbida, non aggressiva e sono scesa lasciando scivolare gli sci, la neve cambiava dopo 6 porte e penso di aver fatto anche qualche frenatina di troppo ma sono troppo felice, ora sono pronta a divertirmi, voglio partecipare a tutte le gare ma il mio obbiettivo è già centrato, è troppo bello, sul podio ero emozionatissima."

E' curioso ricordare che Federica Brignone lunedì ha sfoggiato orecchini a forma di cuore, portafortuna regalati da amici. A prepararle gli sci per il gigante è stato uno skiman francese visto che Mauro Sbardelotto, bloccato in Italia dal Covid, ha potuto raggiungerla solo partendo martedì, il giorno dopo.

In uno slalom speciale interpretato mercoledì scorso come preparazione alla combinata di giovedì prossimo, 17 febbraio, (alle 3,30 la libera e alle 7 lo speciale) la Brignone, partita con il pettorale 31, era 20esima dopo la prima parte a 2"24 dalla tedesca Lena Duerr, poi quarta. Nella seconda la sciatrice di La Salle è uscita a poche porte dalla fine quando stava probabilmente recuperando qualche posizione: ha vinto Petra Vlhova.

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