Un pool di legali contro l’obbligo di vaccinazione per i cinquantenni: «Andate tranquillamente al lavoro»
È firmato da 14 legali, tra i quali Dario Frassy di Aosta, l’appello “Il 15 febbraio riprendiamoci la libertà!”, riferito a martedì prossimo. «Dopo l'esposto-denuncia per la salvaguardia dello Stato di Diritto, - si legge - noi avvocati non possiamo ignorare la data del prossimo 15 febbraio. In assenza dell'ignobile certificazione "super Green Pass" molti avvocati rimarranno fuori dai Tribunali e così in tutti gli altri luoghi di lavoro accadrà per i lavoratori che hanno compiuto i 50 anni. Complessivamente sono stimati quasi 2 milioni di lavoratori, che in realtà sono molti di più se si considerano le cosiddette "guarigioni" da infezione SARS-CoV-2. L'imposizione vaccinale su base anagrafica non ha precedenti nella storia dell'umanità, non ha presupposti medico-scientifici, non esiste in alcuna altra nazione. Non possiamo accettare passivamente questa follia, che configura una gravissima violazione costituzionale, nonché dei trattati internazionali sulla dignità dell'uomo. Si tratta di una violentissima e inaccettabile discriminazione priva di ogni base giuridica». Gli autori dell’appello, pertanto, denuncianto quelle che definiscono «Le dissennate e false motivazioni» alla base dell'obbligo vaccinale per la popolazione di età superiore ai 49 anni «Al fine di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell'erogazione delle prestazioni di cura e assistenza». Perciò gli avvocati chiedono: «Come è possibile che un Governo nell'epoca del “politicamente corretto” possa scrivere una ignominia del genere, affermando che i cinquantenni vanno vaccinati forzosamente per tutelare la salute pubblica? Come è possibile immaginare di chiedere ai cinquantenni di vaccinarsi per non pesare sulla inefficienza della sanità pubblica? Se di Trattamento Sanitario Obbligatorio ve ne è bisogno in Italia è quello a cui sottoporre buona parte dei componenti del Governo Draghi e del “Ratificatoio” - un tempo Parlamento - per il disastro sociale, economico e normativo in cui hanno precipitato in meno di un anno il popolo italiano». Quindi l’appello degli avvocati che aderiscono all’iniziativa è il seguente: «Il 15 febbraio riprendiamoci la libertà, presentandoci regolarmente e senza paura sul posto di lavoro e svolgendo le abituali attività; il lavoro è diritto costituzionalmente protetto. Solo il datore di lavoro può sospendere il rapporto contrattuale - assumendosene i rischi e le relative conseguenze giuridiche ed economiche - procedendo a comunicazione scritta individuale e nominativa. Nessun altro ha il potere di bloccare fisicamente un lavoratore sano che accede al suo posto di lavoro, non esiste norma che lo preveda. La ignobile legge applicativa dell'obbligo vaccinale prevede quale unica conseguenza per coloro i quali violano il divieto di accesso in assenza di “super” certificazione verde Covid-19 una sanzione amministrativa. Ogni costrizione o contenimento fisico di allontanamento dal posto di lavoro costituisce reato e va contrastato chiedendo l'intervento delle forze dell'ordine a tutela del proprio diritto costituzionale al lavoro e procedendo poi a successiva denuncia. Passato il panico del virus il Governo Draghi vuole mantenere le assurde limitazioni delle libertà con la paura delle sanzioni. Le multe per non aver rispettato norme incostituzionali e in violazione dei diritti dell'uomo sono illegali e illegittime e, se mai dovessero essere notificate, vanno contestate. La minaccia legislativa ai lavoratori, “restano ferme le conseguenze disciplinari secondo i rispettivi ordinamenti di settore”, è priva di ogni fondamento giuridico, poiché non esiste contratto collettivo nazionale di lavoro che possa configurare violazione disciplinare il rispetto del contratto di lavoro. Noi avvocati, nell'evenienza, saremo disponibili anche pro bono, a difesa della Costituzione, dando la necessaria assistenza legale».