Siccità e “caro energia”: l’agricoltura a secco “Rivedere il sistema di accumulo dell’acqua”
Siccità e “caro energia” rischiano di mettere in ginocchio il settore agricolo. E se la seconda problematica riguarda il mondo intero, la prima è particolarmente marcata nella nostra regione. In Valle d’Aosta, infatti, nel mese di gennaio le precipitazioni sono state 8 volte inferiori alla media del periodo: 5,6 millimetri di acqua rispetto ai consueti 44. In tempi recenti, solo nel 2013 si era verificata una situazione simile. Allora, però, non si usciva da una pandemia.
Negli ultimi giorni si è pure registrato, complice il foehn, un brusco aumento delle temperature che ha portato domenica scorsa, 30 gennaio, la città di Aosta ad essere la più calda d’Europa con 22 gradi toccati alle 14.30.
Anche le sparse e debolissime precipitazioni di martedì e mercoledì scorsi, 1 e 2 febbraio (tranne nell’Alta Valtournenche, dove sono state un po’ più abbondanti) non hanno modificato in modo significativo la situazione di diffusa siccità, tanto che mercoledì il presidente della Regione Erik Lavevaz ha decretato lo stato di grave pericolosità d’incendio boschivo in tutta la regione.
«E’ sicuramente un inizio di anno difficile per il mondo agricolo. - dichiara Alessio Nicoletta, presidente di Coldiretti Valle d’Aosta - Se la mancanza di precipitazioni dovesse perdurare entreremmo in una fase di importante criticità in quanto verrebbero meno gli accumuli di neve che poi si sciolgono in primavera arricchendo falde e torrenti. C’è ancora qualche settimana di tempo, non resta che sperare che arrivi qualche perturbazione».
«Io non sono uno scienziato e non so spiegarne le ragioni ma è evidente che il cambiamento climatico esiste. - prosegue Alessio Nicoletta - Per questo la nostra intenzione è fare ragionare la politica affinché programmi per il futuro qualcosa di più strutturale: penso ad esempio a rivedere il sistema di raccolta delle risorse idriche con qualche bacino di accumulo e a un più attento controllo sul consumo dell’acqua perché l’uso agricolo deve prevalere su altri utilizzi. Noi produciamo cibo e non possiamo fare a meno dell’acqua per allevare e coltivare. Bisogna ricalibrare la situazione sulle nuove esigenze, che nel tempo stanno mutando con il variare del clima».
Alla siccità si aggiunge l’aumento del costo dell’energia. «Il rincaro dell’energia e delle materie prime si ripercuote su tutti i livelli della filiera produttiva, dalla fase in campo e di allevamento fino a quella della trasformazione agroalimentare e dello stoccaggio, per non parlare della parte della logistica. - sottolinea il presidente di Coldiretti VdA Alessio Nicoletta - Nella nostra realtà i costi di produzione sono già parecchio elevati, perché siamo in montagna, si lavora in pendenza, su stagionalità corte e per ottenere quantità inferiori. Ne consegue che il margine di guadagno è già ridotto: se aumentano il gasolio, le bollette e tutte le materie prime diventa difficile andare avanti. Il mercato in questo momento non è pronto ad assorbire dei rincari simili. Anche in questo caso occorrono ragionamenti in prospettiva, sperando comunque che si tratti di una fase transitoria».