Pont e il Carnevale piangono Zacheo Candian Per 40 anni ha creato il fantoccio del Diavolo

Pont e il Carnevale piangono Zacheo Candian Per 40 anni ha creato il fantoccio del Diavolo
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Il rogo del Diavolo che conclude il Carnevale di Pont-Saint-Martin aveva un significato speciale per Zacheo Candian. Le fiamme distruggevano infatti il fantoccio che lui aveva creato, assemblando una struttura in metallo riempita di legno e paglia e infine coperta di nylon. Settimane, mesi di lavoro paziente che andavano in fumo in pochi minuti. E lui, instancabile, che ricominciava già dall’estate successiva per farsi trovare pronto con un nuovo Diavolo da appendere sotto il ponte romano il giorno dell’Epifania. Così per quarant’anni.

Zacheo Candian si è spento domenica scorsa, 30 gennaio, e in tanti hanno voluto portargli un ultimo saluto durante i funerali celebrati mercoledì 2 febbraio. A Pont tutti conoscevano e stimavano quell’uomo dall’apparenza burbera ma straordinariamente generoso.

Era nato l’11 febbraio del 1936 a Torri di Quartesolo, in provincia di Vicenza. Quando era bambino piccolo la famiglia si trasferì in Valle d’Aosta, al seguito di papà Giulio che aveva trovato impiego prima come minatore alla costruzione della galleria della centrale di Hône e poi all’Illsa Viola. Una famiglia numerosa: Zacheo aveva infatti due fratelli - Antonio e Vittorio - e tre sorelle - Anna Maria, Rosina e Imelda - di cui solo queste ultime due sono ancora in vita.

Frequentò le scuole elementari a Pont-Saint-Martin. Da ragazzo ebbe poi un incidente in motocicletta: si ruppe il braccio sinistro che venne ingessato male e così gli rimase rigido per tutta la vita. Questo lo fece riformare al servizio militare ma non gli impedì di sviluppare un’invidiabile manualità. Come suo padre, lavorò per tanti anni all’Illsa Viola, abitando nelle cosiddette “case operaie”, verso la stazione ferroviaria di Pont. Fin da giovane aveva maturato un’autentica passione per il Carnevale, ricoprendo diversi ruoli, tra cui in varie edizioni quello del Capo delle Guardie. Era pure stato insignito del titolo di Senatore. Soprattutto, una volta in pensione si dedicò con cura meticolosa alla creazione ogni anno a mano del fantoccio del Diavolo, simbolo per eccellenza della kermesse ponsammartinese, che viene bruciato nell’apoteosi finale della festa. Lo realizzava in un capannone nella zona della stazione, poi con l’aiuto di alcuni amici lo appendeva sotto il ponte, sollevandolo lentamente, una metà per volta. In quel gruppo di aiutanti c’era anche l’affezionato nipote Gianni Balagna, a cui Zacheo Candian ha passato il testimone e che pure quest’anno ha creato il Diavolo insieme a Enrico Tabasso dal momento che ormai da qualche edizione Zacheo non ce la faceva più.

«E’ sempre stato molto attivo nel Carnevale, disponibile quando c’era bisogno. - racconta il presidente della Pro Loco Battista Enrietti - E’ stato pure uno degli storici “fagiolai”».

Nella sua vita non sono mancati momenti molto duri, in particolare la morte nel 1989 della moglie Carla Bastianello - portata via da un tumore - e quella del suo unico figlio Daniele nel 1998.

Di carattere un po’ rude per chi lo conosceva per la prima volta, si rivelava in realtà dotato di grande generosità. A lungo è stato volontario della locale sezione della Caritas dando una mano nell’opera di smontaggio e riassemblaggio dei mobili da destinare alle famiglie in difficoltà.

Da qualche tempo la sua salute si era deteriorata ma negli occhi di molti rimangono le immagini del video che, in suo onore, venne trasmesso lo scorso anno durante la proiezione del rogo del Diavolo in streaming a causa della pandemia. Zacheo Candian vi raccontava con entusiastica precisione tutti i passaggi necessari alla preparazione del fantoccio. E il pensiero non potrà che correre a lui quando il Diavolo tornerà a bruciare sotto il ponte romano nella serata di martedì 1° marzo prossimo.

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