Omicidio Gilardi, battaglia legale per il Dna sulla scena del crimine
Nessuna nuova estrazione del Dna dalla gomma da masticare trovata nel letto di Giuliano Gilardi nel giorno in cui fu ucciso a coltellate il 27 dicembre 2011 a Saint-Christophe. Lo ha deciso giovedì scorso, 3 febbraio, il Giudice delle indagini preliminari di Aosta, ritenendo al momento superfluo l'esame chiesto dalla difesa di Salvatore Agostino, uno dei 4 indagati per l'omicidio. Gli altri sono Domenico Mammoliti, 35 anni, operaio edile noto alle Forze dell'Ordine, Cinzia Guizzetti, ex compagna di Giuliano Gilardi, e l'ex marito di lei, Armando Mammoliti, artigiano edile. L'ordinanza è arrivata durante l'udienza per l'incidente probatorio, durata 40 minuti circa e nel corso della quale la genetista Sarah Gino, consulente del giudice, ha confermato la compatibilità del dna di Salvatore Agostino con quello trovato sul chewing gum.
«L'estrazione del Dna dalla gomma da masticare - osserva l'avvocato Gianfranco Sapia che assiste Salvatore Agostino - è stata fatta nel 2012 ed è comparata con il Dna del signor Agostino estratto quest'anno. Noi riteniamo che quell'esame fatto nel 2012 non sia utilizzabile e che si debba ripetere l'estrazione del Dna dalla gomma da masticare o da quello che fosse residuato di quella gomma. Per il resto attendiamo di vedere come proseguirà il procedimento» . Secono il legale «Abbiamo un codice che prevede che l'indagato possa e abbia il diritto di partecipare con i propri consulenti agli accertamenti tecnici. Siccome si parla di un omicidio, si dice che il Dna su quella gomma è del nostro assistito, sarebbe corretto che anche il nostro consulente possa partecipare a quelle operazioni di estrazione del Dna in modo che il contradditorio sia garantito». L’avvocato Giacomo Francini, difensore di Cinzia Guizzetti, ex compagna di Giuliano Gilardi, sostiene che «L'incidente probatorio non fa che confermare l'ipotesi difensiva dell'assoluta estraneità della mia assistita».
La donna era già stata principale indiziata del delitto nell'inchiesta partita dieci anni fa ma la sua posizione era poi stata archiviata. Dalla perizia svolta nell'ambito dell'incidente probatorio infatti è emerso che il Dna della donna non corrisponde con alcuno dei reperti oggetto delle analisi. «A ciò si aggiunga, e questo è il dato principale, che il presupposto movente che era stato cucito nell'ipotesi accusatoria addosso alla Guizzetti - precisa il legale dopo l'udienza davanti al Gip - era già stato ritenuto con motivazione molto corposa del tutto insussistente da parte del Tribunale del riesame».
Quindi, secondo l'avvocato, «Per adesso la posizione della Guizzetti è quella cristallizzata già anni fa. Con la riprova che l'incidente probatorio nulla ha offerto in termini indiziari o accusatori nei suoi confronti».
Riguardo proprio all'incidente probatorio, l’avvocato Giacomo Francini aggiunge che «Avevo già sollevato la questione davanti al Tribunale del Riesame, che mi aveva in parte dato ragione, dunque la questione di inutilizzabilità di alcuni atti è rimasta e rischia quindi di travolgere, per le valutazioni che farà il Tribunale, in seguito anche il risultato dell'incidente probatorio. Perché i campioni presi a supporto per fare il paragone con il Dna della gomma da masticare erano stati estratti in una forma che potrebbe essere criticabile quanto a procedura».