Vento a 200 chilometri orari, Hervé Barmasse rinuncia all’ascensione della Rupal

Vento a 200 chilometri orari, Hervé Barmasse rinuncia all’ascensione della Rupal
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Hervé Barmasse ha annunciato di aver rinunciato all’ascensione della parete Rupal del Nanga Parbat a causa delle proibitive condizioni atmosferiche.  Si chiude una spedizione durante la quale Barmasse e il compagno David Göttler hanno, per primi, cercato di scalare la parete più alta del mondo in inverno e in stile alpino - o anche stile pulito - nel pieno rispetto della montagna.

Hervé Barmasse, 44 anni, di Valtournenche insieme al tedesco David Göttler stava tendando un’impresa unica, la salita della parete più alta del mondo - oltre 4.500 metri - mai scalata durante la stagione invernale. Si tratta del versante Sud della nona montagna della Terra, il Nanga Parbat misura 8.126 metri, situata nel distretto di Diamir di Gilgit-Baltistan, in Pakistan. Il tutto con pochi chili di attrezzatura, un quinto del kit necessario per una spedizione in stile himalayano. Idem per le corde: solo 60 metri invece che 4.500.

Hervé Barmasse ha affidato ai social il suo messaggio e il ricordo di un’esperienza importante e unica nel suo genere, ricordando che la fine di una spedizione non è la fine di un’avventura. 

«Non ho mai rimpianto nessuna esperienza e di certo non rimpiangerò questa. Quella di aver creduto - e ci credo ancora - che si possa scalare la parete più grande del mondo - la Rupal del Nanga Parbat 8.126 metri di quota - in inverno e in uno stile pulito, leggero, alpino. Uno stile che rispetta la montagna e di conseguenza l’uomo. Ovvio, non è facile ma il limite, se ne esiste uno, è il bel tempo che non si presenta mai. E non certo le capacità mentali, fisiche e fisiologiche della specie umana e degli alpinisti che possono aspirare a fare qualcosa di meglio che tappezzare di corde fisse montagne che si stanno plastificando come gli oceani. Con David, nei pochissimi giorni di bello in cui abbiamo salito più di metà parete con uno zaino di poco più di 10 chilogrammi, ci siamo sentiti bene, più di quanto mi potessi aspettare. Ovvio, in inverno fa freddo, c’è tanta neve, ma la scalata grazie a queste sue caratteristiche è ancora più affascinante, bella, avvincente.  E per me, l’alpinismo è e rimarrà sempre questo: esplorazione e avventura. Ma ora, anche se con rammarico, dobbiamo dire arrivederci al nostro sogno perché le previsioni a lungo termine pronosticano l’arrivo del jet stream con vento da 70 a quasi 200 chilometri orari . E come quasi sempre accade, dopo il vento così forte riprenderanno le copiose nevicate rendendo forse inutile l’attesa degli ultimi 15 giorni di febbraio. Per questo motivo abbiamo deciso di non posticipare la fine della spedizione ma di mantenere il programma originale e rientrare in Italia per fine mese così da concentraci sugli altri obbiettivi di questo 2022. Un particolare grazie a voi tutti che mi avete seguito, incitato e fatto sentire parte di una grande famiglia, - conclude Hervé Barmasse - di un clan che ama la montagna e la rispetta. Vi mando un abbraccio dal Pakistan».

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