“Sospese apparenze”, ad Aosta una mostra di Giorgia Madonno
Dopo l'esperienza del suo primo festival “VetanArt”, lo scorso agosto all'Hôtel Ristorante Notre Maison a Vetan di Saint-Pierre, la pittrice Giorgia Madonno inaugura la mostra “Sospese apparenze” ad Aosta, da giovedì 3 a mercoledì 9 febbraio al Bar Il Vicoletto di Franca Ierardi in passage Folliez, con raffinate opere in china, acquerello e grafite su carta. «Aosta è una tappa invernale di un percorso alpino, che permetterà di raggiungere con l'arte un pubblico diverso. - afferma Giorgia Madonno - Questo primo appuntamento prevede un’esposizione e la possibilità di dialogare con i visitatori, oltre ad un’attività artistica a sorpresa durante la serata di apertura». L’evento anticipa la nuova edizione del festival. «In estate - annuncia Giorgia Madonno - riproporremo nuovamente VetanArt in modalità diffusa in varie località, sicuramente al Rifugio Mont Fallère, con una mostra, e a Meod con alcune attività artistiche. Vi saranno probabilmente altri luoghi con iniziative che stiamo iniziando ora a progettare». Graphic recorder, insegnante di creatività e disegno, Giorgia Madonno dopo tanti viaggi - che l'anno portata pure in oriente - si dedica ora alle montagne e continua il dialogo con l'ambiente e con gli artisti valdostani. «La montagna mi ha ispirato un bisogno rarefatto di silenzio, di contemplazione e solitudine - riferisce Giorgia Madonno - che si esprime attraverso apparenze leggere, sospese, gentili, poetiche, paesaggi dell'animo che fluttuano nel vuoto, solidi massi senza peso, ombre nere come nuvole di passaggio, vuoti che bilanciano i pieni, bianco ovattato che evoca l’uniforme levigatezza della neve, colori naturali di cielo e terra. La ricerca stilistica oscilla tra oriente e occidente ispirata dai più di 15 anni di vita in Asia, tra Cina e Singapore, e in dialogo con una pressante necessità di riconnessione con le proprie radici. Poi il ritorno a Meod, luogo del cuore che sta alla base del senso, scelto per non perdersi o ritrovarsi, per non dimenticare da dove si arriva, per non dare per scontato, per rimettere in prospettiva le cose importanti, per radicarsi, sapendo che si è stati fortunati ad aver potuto dare uno spazio più grande e arioso alle radici ma anche che a volte serve fermarsi per crescere».