Ledo Ruozi, profondo cordoglio per la scomparsa de «lo tubiste de Mordzé»
A Ledo Ruozi il destino ha riservato un brutto scherzo, è mancato a casa sua a La Ruine di Morgex il giorno del suo 96esimo compleanno. Nato a Campegine in provincia di Reggio Emilia il 10 gennaio 1926, Ledo Ruozi (foto) trascorse la sua infanzia in quei luoghi dove regnava purtroppo una forte miseria che obbligò suo padre Antonio a cercare lavoro altrove. Fu così che venne in Valle d’Aosta per lavorare alla Nazionale Cogne, allo stabilimento di Morgex. Per qualche anno Antonio Ruozi visse ad Arpy nelle case degli operai e lavorò come addetto alla cabina elettrica proprio a fianco dell’ingresso alla miniera di Arpy. Successivamente affittò un alloggio al Biolley, villaggio di Morgex, ed il 10 luglio 1940 arrivarono con il treno da San Polo d’Enza, in provincia di Reggio Emilia, la moglie Edmea Benelli con i figli Ledo ed Ernesto accompagnati dalla zia Rina. Grazie all’interessamento del padre qualche tempo dopo Ledo venne assunto alla Cogne come addetto alla frantumazione e successivamente presso l’officina meccanica. Nel 1944 compiuti i 18 anni arrivò la chiamata alle armi, ma grazie all’ingegnere Guerazzi, direttore della Cogne, non partì per il fronte ma continuò a lavorare a Morgex. Finita la guerra i giovani avevano molta voglia di far festa e la sera si ritrovavano in qualche stalla per cantare e ballare al suono della fisarmonica di turno, e proprio in una di queste occasioni Ledo Ruozi conobbe Mafalda Quinson la donna della sua vita che sposò nel 1951. Quando chiuse lo stabilimento di Morgex Ledo Ruozi dovette andare a lavorare all’officina meccanica di Cogne. La moglie Mafalda però era impegnata a Morgex con i genitori Giovanni Quinson ed Erminia Badarelli a gestire la locanda «La quercia verde» proprio nella piazza del paese, quindi Ledo Ruozi fu costretto a viaggiare avanti e indietro con la sua moto. La questione divenne ben presto insostenibile. Decise di licenziarsi dalla Cogne ed iniziò a fare il tubista per conto proprio realizzando i primi servizi igienici all’interno delle case nonché i primi impianti di riscaldamento a circolazione naturale. Con lo sviluppo edilizio degli anni Settanta lavorò per molti impresari nei condomini che in quel periodo nascevano come funghi e fu - tra le altre cose - il manutentore dell’acquedotto comunale di Morgex per molto tempo. Quando gli era possibile, aiutava la moglie Mafalda nella gestione dell’albergo Tete d’Arpy appena costruito dal suocero, all’ingresso di Morgex e per ben due volte lo ingrandirono e lo resero utilizzabile tutto l’anno con il riscaldamento e i servizi igienici in quasi tutte le camere. Andò in pensione nel 1988 e quando suo suocero «Gianotto» non fu più in grado di lavorare le vigne, Ledo Ruozi - che lo aveva sempre aiutato nei lavori agricoli - si impegnò a curarle con ottimi risultati entrando come socio alla Cave du vin blanc de Morgex et de La Salle. Nel 2006 purtroppo la moglie Mafalda si ammalò ed in brevissimo tempo lo lasciò, per Ledo fu un colpo terribile. Seppe reagire e con molto coraggio continuò a fare tutti quei lavoretti che gli permisero di ritrovare la fiducia in sè stesso in modo da continuare la sua vita autonomamente. Durante l’estate ha continuato ad andare in baita a Costablina, una radura in mezzo al bosco sopra Morgex, il loro rifugio preferito. Purtroppo una domenica di luglio del 2020 proprio salendo a Costablina ebbe un incidente con il suo fuoristrada per fortuna senza gravi conseguenze, tuttavia - a ben 94 anni e mezzo - gli venne ritirata la patente e come disse lui stesso «questo è l’inizio della fine». Ha comunque tenuto duro fino alla mattina del 10 gennaio 2022 quando serenamente ha raggiunto la sua amata Mafalda, lasciando però un grandissimo vuoto nella sua famiglia.