Coraggio e sfortuna per Elwis Chentre, protagonista al “Rally di Montecarlo”
La 90esima edizione del “Rallye de Monte-Carlo”, prova di apertura del mondiale, che si è tenuto sulle stradine del Principato da giovedì 20 a domenica scorsa, 23 gennaio, ha rispettato le aspettative degli appassionati ed ha confermato di essere «il più bel rally del mondo», catalizzando l'attenzione di migliaia di tifosi.
I piloti hanno dato spettacolo: i 2 Sébastien, Loeb ed Ogier (17 titoli mondiali in due, 9 il primo ed 8 il secondo), hanno dimostrato di essere superiori a tutti gli altri. Il primo, sulla "Ford Puma Rally1" della M-Sport, ha battuto il secondo, sulla "Toyota GR Yaris Rally1" ufficiale, per solo 10'9, facendo il vuoto dietro di loro. Lo conferma anche il pilota valdostano Elwis Chentre, che, navigato da Massimiliano Bay, sulla "Škoda Fabia Rally2 evo" del Team D'Ambra di Chieri, si è tolto più di una soddisfazione, nonostante la sfortuna abbia pesantemente condizionato la sua gara, probabilmente la più travagliata della sua ultraventennale carriera: «Loeb ed Ogier sono freddissimi e concentrati, praticamente non sbagliano mai - sottolinea il driver di Roisan - a differenza degli altri che, seppur bravissimi, ogni tanto fanno qualche errore. Certo, fa pensare che Craig Been, dato per favorito per la vittoria del campionato piloti con la sua "Ford Puma", sia arrivato dietro di loro staccato di ben 1 minuto e 39 secondi».
Per Elwis Chentre è stato il rally della consacrazione, dove non ha per nulla sfigurato nel confronto con piloti più titolati e professionisti, conferma della maturità e dell'affidabilità chirurgica che caratterizza il pilota valdostano.
I problemi di salute di venerdìDopo la passerella iniziale sono però arrivati i primi problemi.«Nel pomeriggio di giovedì 20 ho iniziato ad accusare dei dolori sul fianco, tipo colica, anche se era sopportabile - confida Elwis Chentre - ma quando siamo partiti in gara, a metà della prima PS, è iniziata la nausea. È andata bene che la "Lucéram" non era lunghissima 15,20 km ed ho percorso i restanti 7 chilometri un po' a fatica. Alla fine della prova speciale, ho tolto il casco e stavo sudando freddo. Ho sfruttato il tempo del riordino per approfittare della sedia di un commissario per riposarmi un attimo, ma nel bel mezzo della seconda speciale è tornato il malessere. Sono riuscito a gestirlo con delle tecniche di rilassamento, ma le fitte sono arrivate fino al petto. Allora ho cercato di far scorrere l'auto, guidando leggero, ed a 3 chilometri dalla fine non ce la facevo più, avevo pure del formicolio. Passato lo stop della prova ho parcheggiato la "Fabia", mi sono sdraiato vicino a lei ed ho passato 10 minuti così, come morto. Credo di aver fatto una congestione o un'indigestione, dopotutto la giornata di giovedì 20 l'abbiamo passata tutti al freddo. Non ho quindi più bevuto o mangiato nulla, sono andato a dormire, ma anche il giorno successivo continuavo a stare male».
Il giusto medicinale ed «acqua e biscotti» hanno migliorato la situazione, permettendo a Chentre qualche bel tempo, come ad esempio il decimo di categoria nella PS5, classificandolo al 24esimo posto assoluto, 12esimo di categoria e terzo tra gli italiani.
I ricognitori “regalano” 30 minuti di penalità a Chentre
Nella serata di venerdì 21 gennaio, è arrivata una doccia fredda: il direttore di gara, Alain Pallaca, ha aperto una procedura di infrazione nei confronti di Chentre e di altri 4 equipaggi (tra cui il pilota ufficiale Citroën, Stéphane Lefebvre), perché i relativi "ouvreurs", che possono transitare, fino a due ore prima, nella PS per aggiornare il team sulle condizioni del percorso, non avevano rispettato una regola sulla sicurezza, contenuta nel codice sportivo internazionale della Federazione, relativamente "al compimento di atti non sicuri e alla mancata adozione di misure ragionevoli per prevenire una situazione pericolosa".
In pratica, i ricognitori di Chentre, Enzo Viotti e Mario Colombaro, che fanno parte del Team D'Ambra, erano passati verso lo "stop" della PS 8 mentre la prova speciale era già in corso. "I commissari sportivi hanno esaminato le prove fotografiche - si legge nel documento di penalizzazione - ed hanno sentito il rappresentante del concorrente che ha dichiarato che il ricognitore si è fermato dopo il "flying finish" per verificare un problema con il freno posteriore, che secondo loro era bloccato. Dopo che la squadra ha risolto il problema se n'è andata".
Il sistema di tracciamento ha però segnalato che i ricognitori di Chentre sono usciti dal percorso della prova speciale oltre il tempo concesso dal regolamento, "azione che rappresenta un rischio inaccettabile di collisione per i concorrenti e per il ricognitore - si legge ancora - la penalità di tempo applicata dimostra la gravità dell'infrazione per l'incolumità dei concorrenti e degli altri".
«Quando sabato mattina ci hanno dato la notizia dei 30 minuti di penalizzazione - racconta Elwis Chentre - non ho voluto parlarne né commentarla, pensavo solo alla gara, i conti si fanno alla fine e comunque non è stata una mia responsabilità diretta. Ho perso concentrazione, ma poi mi sono ripreso subito ed ho pensato soprattutto a divertirmi. Dopotutto non ero stato squalificato, ero ancora lì, al “Rally di Montecarlo”, sono un pilota e mi piace correre. L'obiettivo era quello di superare la pedana di arrivo ed alla fine lo abbiamo ottenuto».
Detto, fatto: Chentre, che nel frattempo si è anche ripreso fisicamente è fisso nella "Top 20" di categoria, 17esimo nella prova 9, nono nella speciale 10, 11esimo nella 12 (la 11 era stata annullata dopo l'incidente a Lefebvre, forse troppo innervosito dalla medesima penalizzazione), e sesto nella 13, arrivando così a meno di 5 minuti dai primi 52 che avrebbero corso le ultime 4 prove speciali nella giornata di domenica 23.
«Superare la pedana di partenza del Rally di Montecarlo, per me era già una vittoria - aggiunge Elwis Chentre - tutto quello che sarebbe venuto in più era tanto di guadagnato, sono stato sfortunato ma ho finito la gara ed ho ricevuto la targa di “finisher”, con numero di serie limitato. Noi, comunque, come equipaggio non abbiamo sbagliato niente, non ci siamo girati, non abbiamo forato, non abbiamo neanche fatto una riga all’auto e abbiamo realizzato dei bei tempi, alla prova 13 siamo stati persino i primi tra i privati, davanti a noi c'erano solo i team ufficiali. E’ andata bene, sono soddisfatto, i ricognitori hanno sbagliato, abbiamo pagato noi, ma non potevamo farci nulla. Sono contento di avere fatto la sfilata sulla pedana d'arrivo, davanti al Principe Alberto, e non importa se ci siamo classificati al 52esimo posto».