L’Adava: «Le festività sono andate bene, ora però iniziamo a pensare ai ristori»
Al termine delle festività natalizie è stata avviata un’indagine conoscitiva che ha coinvolto le strutture turistico ricettive per avere una fotografia di come sono andati gli affari nel periodo compreso tra Natale e l’Epifania e di quali siano le proiezioni per il resto della stagione anche alla luce dell’aggravarsi dell’andamento dei contagi.
Il sondaggio - realizzato dal Centro Studi Adava in collaborazione con turismOK, ha visto il coinvolgimento di un campione rappresentativo composto da 300 strutture ricettive - mette in luce le prospettive, le preoccupazioni e le aspettative del comparto ricettivo valdostano. Circa metà delle risposte arriva da gestori di strutture alberghiere tradizionali (alberghi e residenze turistico alberghiere), mentre la restante parte da strutture extralberghiere (chambres d’hôtes, b&b, case appartamenti vacanza).
Un primo elemento evidenziato è il tasso di occupazione registrato dalle strutture nel periodo delle festività: circa un terzo degli operatori registra un andamento in linea con la stagione invernale pre-Covid; il 60 per cento ritiene invece di aver occupato meno le proprie camere ed appartamenti. Solo il 4 per cento segnala invece di aver registrato un’occupazione leggermente superiore rispetto al passato.
Analizzando invece i fatturati complessivamente registrati troviamo risposte sostanzialmente in linea con quelle della domanda precedente inerenti i tassi di occupazione, con l'unica differenza registrata nella distribuzione percentuale che vede leggermente aumentare gli imprenditori soddisfatti dei volumi generati. A livello di comprensori quello che registra le perdite più consistenti sia a livello di occupazione che di fatturato è il Monte Cervino.
Gli ospiti stranieri che solitamente rappresentano una parte importante delle presenze turistiche in Valle d’Aosta nella stagione invernale hanno inciso, nel corso delle ultime festività, in media il 15 per cento della clientela complessiva (in passato intorno al 50 per cento). Tuttavia, in oltre il 46 per cento delle strutture, le loro presenze sono state addirittura azzerate. Questo è avvenuto principalmente nei comprensori turistici del Gran Paradiso e di Aosta e dintorni dove oltre il 60 per cento delle strutture ha ospitato di fatto solo italiani.
Per garantire l’operatività delle rispettive aziende oltre il 60 per cento delle strutture ricettive ha assunto pressoché lo stesso numero di collaboratori del passato, il 22 ha ridotto i collaboratori e solo nel 10 per cento dei casi questi ultimi sono stati, al contrario, incrementati.
Dalla fine delle festività nell’81 per cento dei casi le strutture ricettive valdostane sono rimaste (e rimarranno), finché possibile, aperte. Un ulteriore 16 per cento lavora e lavorerà a singhiozzo ovvero solamente nel fine settimana. Solamente nell’8 per cento dei casi le strutture hanno prenotazioni confrontabili ai numeri del passato, mentre addirittura l'89 per cento prevede prenotazioni in drastico calo. Un caso particolare è dato dal comprensorio di Aosta e dintorni dove la quasi totalità rimarrà in ogni caso aperta sebbene stia subendo un calo delle prenotazioni evidente. Le riduzioni interessano tutti i mesi che verranno e si attestano in media sul 40 per cento.
La quasi totalità degli intervistati ritiene sia fondamentale che siano prorogate le misure di sostegno, regionali e statali. Gli imprenditori turistici si orientano principalmente sulla richiesta di abbattimento dei costi dell’energia (64 per cento); bonus imprese (57 per cento); contributi a ristoro dei costi degli immobili strumentali compensazioni Imu (52 per cento), contributo spese investimenti (39 per cento), sospensione rate mutui (35 per cento); a seguire vengono indicati anche contributi per le assunzioni, voucher per acquisto prodotti agroalimentari regionali, rinegoziazione del debito e contributi per azioni di marketing.
Uno degli obiettivi del sondaggio, spiega Filippo Gérard presidente degli albergatori, «E’ fornire agli interlocutori istituzionali una fotografia puntuale su quanto accaduto nelle festività, e soprattutto quali sono le previsioni per il futuro. Se dovessimo descrivere in sintesi i risultati emersi - continua - possiamo dire che siamo riusciti a portare a casa un risultato soddisfacente durante il periodo delle festività. Ora però il quadro è notevolmente cambiato: le previsioni per i prossimi mesi sono tutt’altro che rosee e lo dimostra il fatto che la quasi totalità dei colleghi intervistati ha espresso forti preoccupazioni per il futuro e ritiene fondamentale siano riproposte delle misure di sostegno importanti».