La scienza diventa arte grazie al genio creativo di Giuliana Cunéaz

La scienza diventa arte grazie al genio creativo di Giuliana Cunéaz
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Pioniera dell'uso artistico dell'immagine di sintesi e del 3D in Italia, una dimensione immersiva, la meraviglia come chiave di accesso al sapere: sono alcune delle espressioni che l’esperta Sandra Lischi dedica all’arte di Giuliana Cunéaz, nata ad Aosta e con una solida base lavorativa a Milano. Sandra Lischi, docente di cinema, televisione e arti elettroniche all'Università di Pisa, racconta l’artista multimediale nel saggio “Giuliana Cunéaz, esploratrice dell’invisibile” all’interno del volume “CINEma oltre. Donne e pratiche audiovisive in Italia” (Postmedia Books, dicembre 2021) a cura di Lucia Cardone dell’Università di Sassari, la ricercatrice Elena Marcheschi dell’Università di Pisa e Giulia Simi dell’Università di Siena. Lo studio sull’artista valdostana compare accanto a quelli dedicati ad altri nomi contemporanei, come Giordana Lupi o Silvia De Gennaro, evidenziando come la tecnologia e la natura diventino forme straordinarie.

La sua storia artistica dai primi anni Ottanta ad oggi è tratteggiata dalla professoressa Lischi in un altro saggio recente, quello comparso sulla rivista di settore “Arabeschi” con il titolo “La wunderkammer di Giuliana Cunéaz”, cioè “raccolta di meraviglie”, in cui materiali diversi dialogano con le nuove tecnologie. «Posso dire di aver percorso una lunga gavetta. - racconta Giuliana Cunéaz - Sono appassionata di scienza da sempre, mi interessa l'approccio poetico ad essa. Il mio primo lavoro in questo senso risale al 1984 quando, appena finita l'Accademia di belle arti a Torino, avevo presentato al Teatro romano di Aosta un progetto immersivo e interattivo, tecnologico e scientifico. Erano tr2 coni di 2,20per 2,20 metri, dove potevi entrare. Durante la notte lasciavo della carta fotosensibile e quando la sviluppavo apparivano le luci notturne: era come se le stelle lasciassero la loro scia sul terreno». All’inizio è il principio della camera oscura, poi nel 2003 l’interesse per il tridimensionale, «Quando era ancora visto con sospetto. - ammette Giuliana Cunéaz - Risale a quel periodo il mio interesse per il mondo quantico, la scoperta delle nanotecnologie e del 3D. Ha segnato una svolta totale nel mio lavoro».

Dall’incontro con le scoperte di scienziati come Heisenberg o Feynman deriva anche il dialogo arte-scienza, dai video 3D “Zone fuori controllo”, al video “The Sand Wasp” creato per il museo Puškin durante il confinamento del 2020 e al film “Cercatori di luce” presentato nel 2021 a Locarno. «Ora sto preparando una mostra su Milano. - conclude Giuliana Cunéaz - Sto lavorando anche ad un progetto impegnativo sulle terre scomparse: ne ho scelte 9 che presenterò in un lavoro interattivo, un atlante con polvere digitale».

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