«Tecnici non vaccinati e dubbi sui bilanci»
Il biathlon valdostano è da tempo terreno fertile per polemiche, rivalità, discussioni, prima con i cugini fondisti, poi rivalità tra allenatori, ora sono arrivati anche i "corvi". E tutto questo in tempi felici per questo sport con 3 probabili olimpionici, 3 valdostani agli Europei Juniores, titoli e medaglie tricolori e con Dorothea Wierer che posiziona con una statistica la Valle d'Aosta a pari all'Alto Adige per il contributo alla nazionale con 9 azzurri.
In una lettera anonima molto lunga e dettagliata inviata a tutta la Giunta regionale, al presidente dell’Asiva Marco Mosso e al nostro giornale piovono accuse sulla gestione dell’emergenza Covid con disparità tra atleti a cui si impongono regole rigide ed allenatori che, secondo la denuncia, non sarebbero vaccinati e avrebbero partecipato a varie trasferte o ancora di tecnici senza tamponi nella norma. Nella lettera in questione i genitori avanzano poi dei dubbi sui bilanci del settore biathlon nonostante i notevoli contributi delle famiglie e si contestano i molti allenamenti concentrati in una sola giornata tutti insieme, perdendo motivazioni e stimoli per i biathleti, quando erano previsti 17 atleti e 2 allenatori per la squadra Asiva, 15 atleti e 3 allenatori per il Project e 7 atleti per il Progetto Children. Decisamente di pessimo gusto è sembrata la critica di spacciare i grandi risultati dei valdostani di punta per meriti dei tecnici nazionali e militari, negando il lavoro fatto dal Comitato Asiva in passato e in questi anni. In merito alle accuse della lettera anonima il presidente Marco Mosso ha replicato: “Per principio non commento le lettere anonime, se qualcuno desidera fare delle domande le porte dell’Asiva sono sempre aperte”.