La Valle d’Aosta evita la zona rossa «In Rianimazione solo i non vaccinati»

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La Valle d’Aosta evita di scivolare in zona rossa ma i guariti tornano a superare i nuovi positivi al Covid-19. Secondo il bollettino di aggiornamento diffuso dalla Regione ieri, venerdì 21 gennaio, sulla base dei dati forniti dall'Usl, nelle ultime 24 ore sono stati rilevati 444 nuovi positivi, a fronte di 520 guariti. Gli attuali contagiati scendono a 5.985, di cui 5.903 sono in isolamento domiciliare. In diminuzione anche i ricoveri all'Ospedale regionale “Umberto Parini” di Aosta: sono 82, 2 in meno di giovedì 20. Di questi, 76 sono si trovano nei reparti ordinari mentre 6, lo stesso numero della giornata precedente, sono in Terapia intensiva. I tamponi effettuati sono stati 2.606.

«Ricoverati in Rianimazione

solo i non vaccinati»

Durante la conferenza stampa di aggiornamento sulla situazione pandemica e vaccinale in Valle d’Aosta convocata ieri, venerdì 21, il presidente della Regione Erik Lavevaz ha evidenziato che sulla situazione pandemica in Valle d'Aosta «C'è stata una campagna di disinformazione strumentale sui social network, è necessario uno sforzo da parte di tutti per cercare di trasmettere e comunicare le giuste informazioni, senza aumentare le temperature già alte sui social network, che in certi casi hanno sorpassato il limite». Il presidente Lavevaz ha aggiunto che «Le mie affermazioni si basano sui fatti tutte le persone attualmente ricoverate in terapia intensiva sono tutte non vaccinate così come la stragrande maggioranza delle persone che sono ricoverate in area medica». Se le strumentalizzazioni da parte della politica «Fanno parte del gioco», per Erik Lavevaz «Diventa insopportabile quando chi pontifica teorie complottistiche poi voglia ribaltare queste responsabilità sulla politica e sulla gestione della sanità, in questo senso c'è stato uno sforzo da parte di tutti in questi 2 anni, la situazione è ancora complicata ma non per una gestione non fatta in modo corretto». Sul passaggio in zona arancione, il presidente Lavevaz ha affermato che «Siamo stati penalizzati dai piccoli numeri ma anche aprire ulteriori posti in terapia intensiva, come ipotizza qualcuno, non risolverebbe la questione». Venerdì scorso, 14 gennaio, giorno del passaggio in arancione, aggiunge, «Avevamo numeri migliori rispetto ad altre 6 o 7 regioni italiane, per questo il passaggio è ingiusto perché non legato ad una reale situazione pandemica e epidemiologica ma ad una distorsione dei piccoli numeri».

Dal canto suo l’assessore regionale alla Sanità Roberto Barmasse ha ribadito che «Tutti i pazienti positivi che al momento sono ricoverati in rianimazione sono tutti non vaccinati, ovvero non hanno fatto nessuna dose di vaccino. Per questo rinnovo un ulteriore invito a chi non è vaccinato di vaccinarsi».

Bufera sulle dichiarazioni dell’assessore Guichardaz A proposito di vaccinazioni, hanno suscitato una vera e propria bufera le dichiarazioni su Facebook dell'assessore regionale ai Beni culturali, turismo sport e commercio Jean-Pierre Guichardaz, commentando la notizia dell'ingresso della Valle d'Aosta in zona arancione. Secondo l’assessore Guichardaz «I dati della rianimazione e dei reparti Covid (che sono quelli che decidono la retrocessione o il mantenimento di un colore) sono incontrovertibili e ci dicono qual è la vera causa dell'aumento dei ricoveri: la mancata copertura vaccinale dell'intera popolazione. Quelli che oggi intasano gli ospedali a causa dei sintomi della maledetta influenza sono perlopiù non vaccinati» e quelli che «Scientemente scelgono di sfidare la malattia e di lasciare che ad inocularsi siano gli altri con la scusa della dittatura sanitaria o di altre amenità meriterebbero davvero un trattamento speciale. Quantomeno che si pagassero fino all'ultimo centesimo le cure conseguenti al loro testardo andare contro corrente». Cala il mumero delle persone disposte a vaccinarsiDal canto suo, il direttore generale dell'Usl della Valle d'Aosta Massimo Uberti ha sottolineato che in Valle d'Aosta «Si è esaurita la spinta delle persone disposte a vaccinarsi. Da lunedì scorso registriamo un calo delle vaccinazioni giornaliere non perché sia diminuita la nostra capacità di somministrare i vaccini ma perché iniziano a scarseggiare le persone disponibili a vaccinarsi». Il direttore Massimo Uberti ha spiegato che «Stiamo esaurendo le terze dosi mentre le prime sono in aumento, soprattutto dopo l'obbligo per gli over 50, ma non in maniera così forte, come invece ci aspettavamo». Dei 2.000 posti che l'azienda sanitaria aveva messo a disposizione per questa categoria di persone, da smaltire entro la fine del mese di gennaio, se ne sono occupati appena la metà.

Nonostante ciò, «Continuiamo a vaccinare moltissimo - rassicura il direttore Uberti - utilizzando tutte le dosi che ci vengono consegnate, siamo la prima Regione in classifica, e siamo i migliori nella copertura con la terza dose». «La capacità organizzativa di somministrare i vaccini e quindi molta alta - aggiunge Massimo Uberti - abbiamo dimostrato di riuscire a farne quasi 2.000 al giorno, stando molto al di sopra dell'obiettivo che ci viene dato dal commissario di Governo».

Nuovo reparto Covid

all’Ospedale Beauregard
Nel tardo pomeriggio di giovedì scorso, 20 gennaio, è stato aperto il reparto Covid-Beauregard, negli spazi dell'ex riabilitazione medica dell'Ospedale Beauregard di Aosta. Lo comunica l'Usl della Valle d'Aosta in una nota. Al momento sono disponibili 10 posti letto, eventualmente incrementabili in caso di ulteriori necessità. Nel nuovo reparto Covid saranno ricoverati «I pazienti covid-positivi a bassa intensità - precisa la nota dell'Usl - provenienti dai reparti Covid-2 e Covid-3 e malattie infettive dell'ospedale Parini, prossimi alla dimissione o all'invio alla struttura di Variney». I pazienti della riabilitazione medica vengono invece trasferiti progressivamente alla clinica Isav di Saint-Pierre. Con tale struttura la Regione e l’Usl hanno raggiungo un accordo che prevede l’apertura di un reparto non-Covid. Quest’ultimo conterà 20 posti letto per pazienti lungodegenti Covid-negativi, che sono ricoverati all’ospedale “Umberto Parini” di Aosta.Il presidente Lavevaz scrive

al ministro Speranza
Con il rischio "zona rossa" dietro l'angolo, il presidente della Regione Valle d'Aosta Erik Lavevaz ha scritto una lettera indirizzata al ministro della Salute Roberto Speranza «Per inserire un minimo margine di tolleranza nei calcoli rispetto alla collocazione dei territori italiani nelle diverse fasce di rischio». Nello specifico, Lavevaz chiede «Che venga consentito un margine di almeno 5 ricoveri per la terapia intensiva e di 20 per l'area medica che possano essere esclusi dai calcoli per l'occupazione». La situazione attuale, si legge nella missiva, «Con la Valle d'Aosta unica “zona arancione” sul territorio nazionale, è frutto di una distorsione legata ai piccoli numeri della nostra realtà».

Secondo l'Agenas, con 26,6 posti ogni 100.000 abitanti su una media nazionale di 16,3, il sistema sanitario valdostano offre il più alto numero di posti in terapia intensiva rispetto alla popolazione: «Si tratta di una situazione virtuosa e non ulteriormente migliorabile in tempi stretti - precisa il Presidente - nonostante questo, un incremento di quattro casi può portare la Valle d'Aosta dalla zona gialla (6 ricoveri, pari al 18 per cento) alla zona rossa (10 ricoveri, pari al 30,1 per cento)», senza dimenticare «Eventi accidentali o puntuali porterebbero a ingiustificati cambiamenti di scenario, con gravi ripercussioni sul tessuto socio-economico».

Per queste ragioni, la deroga nelle regole di conteggio delle occupazione dei reparti chiesta al Governo nazionale «Non porterebbe alcuna variazione sostanziale per i calcoli delle realtà maggiori - conclude la missiva - ma consentirebbe di rendere la norma adeguata anche contesti di piccole dimensioni come quello della Valle d'Aosta». Secondo Lavevaz «Con i 33 posti disponibili in terapia intensiva, ciascun caso di ricovero porta a un incremento del 3 per cento dell'occupazione totale». Si tratta, aggiunge, «Di un'evidente distorsione, che con le norme in vigore può avere conseguenze gravissime per tutto il sistema regionale». Proprio la scorsa settimana, il ricovero di una persona per politrauma, poi rivelatasi positiva, aveva fatto passare la percentuale di occupazione delle terapie intensive dal 18 per cento al 21 per cento, facendo scattare, per la Valle d’Aosta, la zona arancione.

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