Dalla birra all’acqua fino agli esplosivi: in mostra la storia dell’industrializzazione a Borgofranco

Dalla birra all’acqua fino agli esplosivi: in mostra la storia dell’industrializzazione a Borgofranco
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Dalla birra all’acqua termale fino agli esplosivi: la sorprendente storia industriale di Borgofranco d’Ivrea tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento è raccontata in una piccola ma interessantissima mostra allestita a Palazzo Marini, intitolata “Dalla Belle Epoque alle trincee - Industrializzazione a Borgofranco dal 1862 alla Grande Guerra” e visitabile tutte le domeniche pomeriggio dalle 15 alle 18 fino al prossimo 27 febbraio. L’iniziativa è dell’associazione Canapisium che, con il patrocinio del Comune di Borgofranco, è riuscita a proporre uno spaccato molto suggestivo di un periodo storico di grande fermento dal punto di vista economico e sociale, apertosi nel segno della gioia di vivere rappresentata dalle nuove birrerie e dal turismo idroterapico e chiusosi con l’orrore della Grande Guerra, che conclude anche la mostra con l’accurata riproduzione di una trincea dell’epoca.

«Canapisium ha avviato la propria attività alla fine del 2021 con un evento dedicato al Milite Ignoto a Castelnuovo Nigra. - ha ricordato il presidente dell’associazione Paolo Paulisic all’inaugurazione avvenuta sabato scorso, 8 gennaio - Per l’allestimento di questa esposizione abbiamo potuto godere del grande supporto da parte della comunità di Borgofranco». «L’industrializzazione a Borgofranco è legata all’oro di questa terra, che è l’acqua. - ha rimarcato Fabrizio Dassano - Proprio la forza motrice dell’acqua, insieme all’arrivo della ferrovia, diede un impulso fondamentale allo sviluppo delle prime fabbriche».

«Borgofranco rappresentava uno snodo strategico fin dai Romani con la Strada delle Gallie e poi in seguito con la Via Francigena e il Grand Tour. - ha sottolineato Nadia Bontempo - Nel 1862 i fratelli De Giacomi, provenienti da Chiavenna, giunsero qui richiamati dalla fama di un fenomeno naturale, un soffio di aria a temperatura costante che fuoriesce da certe fenditure tra le rocce alle pendici della Serra di Ivrea chiamato “aura”: un luogo perfetto per la conservazione della birra che produssero a lungo nel loro stabilimento, che nel 1911 ottenne anche il Gran Diploma d’Onore all’Esposizione Internazionale delle Industrie e del Lavoro di Torino». Manifesti pubblicitari, bottiglie, tappi e documenti permettono di ripercorrere questa storia eccezionale lungo l’esposizione. Lo ditta De Giacomi produceva non solo birra ma pure bevande analcoliche come l’aranciata, anch’essa pubblicizzata in deliziosi manifesti esposti nella mostra.

Non meno appassionante - e forse meno conosciuta - è la storia della fabbrica di imbottigliamento di acqua arsenicale. Fu nel 1880, durante i lavori di estrazione della miniera dei De Giacomi a Biò di Borgofranco, che venne scoperta la sorgente: nel 1907 venne così eretto un elegante stabilimento accanto alle fonti, composto da 2 corpi di fabbrica: il primo destinato alla cura e il secondo all’imbottigliamento dell’acqua. La stazione termale divenne anche luogo di sviluppo del turismo, come testimoniano dei libretti di descrizione delle bellezze del territorio che venivano distribuiti ai frequentatori dello stabilimento insieme ai dépliants che decantavano le proprietà idroterapiche.

Più tristi le vicende legate alla terza industria oggetto della mostra, quella di cheddite, un esplosivo utilizzato nelle bombarde. I proiettili costruiti a Borgofranco erano i più grandi, quelli da 240 millimetri, del peso di 70 chili e con all’interno una carica esplosiva da 30 chili. Un lavoro pericolosissimo, quello degli operai che maneggiavano la cheddite, e che, in varie esplosioni accidentali, costò la vita a 29 persone, i cui nomi sono stati riportati sul monumento ai Caduti come vittime del cosiddetto “fronte interno”. «Tra gli operai della fabbrica di cheddite di Borgofranco c’erano pure diverse donne, chiamate a coprire i posti di lavoro che gli uomini arruolati al fronte avevano lasciato vacanti: alcune di loro persero la vita in vari incidenti in cui vennero letteralmente polverizzate. - ha rammentato Elisa Benedetto - Alla fine del conflitto le donne, già sottopagate, vennero poi licenziate, per lasciare il posto di lavoro ai reduci di guerra».

«Con questa esposizione Palazzo Marini si conferma una sede prestigiosa per eventi di rilievo» ha chiosato il sindaco di Borgofranco d’Ivrea Fausto Francisca.

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