Progetto «Nuove idee per l'Europa»: Le proposte dei giovani valdostani
Montagna, acqua e plurilinguismo. Sono i temi sui quali hanno lavorato i giovani valdostani che hanno aderito al progetto «Nuove idee per l'Europa» nato dalla collaborazione fra Presidenza del Consiglio Valle, Assessorato regionale degli Affari europei e Università della Valle d'Aosta. Le loro proposte sono state presentate martedì scorso, 11 gennaio, a Palazzo regionale e saranno caricate sulla piattaforma digitale della Conferenza sul futuro dell'Europa.
«Quando nel 2021, si è aperta la Conferenza sul futuro dell'Europa, come Consiglio Valle abbiamo subito rilevato l'importanza di questo spazio di partecipazione per i cittadini europei - ha detto il presidente Alberto Bertin -. Uno spazio che è ancora più importante per una regione come la nostra che non è rappresentata al Parlamento europeo. La Conferenza ci è apparsa come un'opportunità per superare questo deficit democratico e, soprattutto, per far sentire la nostra voce.».
«È importante - ha sottolineato l’assessore Luciano Caveri - che a parlare siano i giovani, perché ogni generazione ha delle responsabilità. Quelle di oggi non sono facili: la pandemia ha acuito i nazionalismi e dalla crisi economica dovremo ricostruire. Io mi auguro che questi ragazzi siano ambasciatori di una necessità assoluta per i giovani valdostani: essere europeisti, anche criticando l'Unione europea, ma studiando la sua storia e partecipando alla sua vita. L'Unione europea esiste ed è fatta di popoli, di lingue, di tradizioni che creano un amalgama straordinaria.» Ad aprire i lavori vi era anche il professore Marco Alderighi dell’Università della Valle d’Aosta.
La parola in seguito è passata ai ragazzi che hanno illustrato gli esiti degli approfondimenti condotti, a partire da un primo incontro tenutosi il 18 dicembre scorso. Sul tema «Il futuro della realtà alpina in Europa» sono intervenuti gli studenti Sarah Andreoletti e Vivien Bovard, evidenziando, tra l’altro, come nel processo di integrazione europea le zone alpine dovrebbero essere percepite quali spazi di interazione transfrontaliera tra gli Stati, così da promuovere le politiche innovative. Tra le proposte avanzate dal gruppo vi sono, in sintesi, la revisione dei Trattati e delle competenze del Comitato delle Regioni e una riforma, al fine di creare una rete di poli universitari e di ricerca con obiettivi conformi alle esigenze territoriali. Portavoce del gruppo che ha lavorato sul “Pluralismo linguistico nello spazio europeo” sono stati Aimé Dujany, Sylvie Bonel e Arianna Boch che hanno proposto, in sostanza, la creazione di zone franche in tutte le aree transfrontaliere d’Europa, in cui sono presenti popolazioni bilingue, così da favorire gli scambi linguistici ed economici. Questi ultimi potranno rappresentare uno stimolo anche per gli scambi culturali e permettere lo sviluppo del servizio di volontariato in un altro Paese dell’Unione. Gli esiti delle riflessioni sul tema “Regolamentazione e geopolitica dell’acqua” sono stati illustrati da Clara Galvani e Riccardo Ferrari, che si sono concentrati sulla necessità di trovare un equilibrio tra tutela dell’ambiente, inclusione sociale e sviluppo economico. I giovani hanno proposto una modernizzazione delle reti di acqua con la creazione di nuovi sistemi di stoccaggio, una nuova politica di sensibilizzazione, la regolamentazione dei prezzi per lottare contro lo spreco e per premiare i comportamenti virtuosi. I giovani coinvolti nell’iniziativa, oltre a quelli citati: Edoardo Falchi, Arnaud Comé, Paola Vitali, Sofia Sperotto, Erja Nicod, Thierry Grivel, Emiliano Vuillermoz, Nicolò Carlo Munier, Gabriele Di Blasi, Michela Aceto e Martina Giordano.