Gennaio da dimenticare per gli albergatori della Valdigne Torna l’ottimismo con le prenotazioni di febbraio
Anche se gennaio non è mai stato il mese migliore per gli albergatori, nell’epoca del Covid si può tranquillamente affermare che la situazione è comunque molto preoccupante. Tra il mercato straniero che è quasi del tutto assente, e gli italiani che ormai sono abituati al «mordi e fuggi» del fine settimana con prenotazioni all’ultimo momento, si vedono in giro davvero pochi turisti. «Viviamo alla giornata e oramai non so nemmeno più io come descrivere la situazione» commenta Danilo Pizzato dell’Hotel Pilier D’Angle di Courmayeur, che è anche referente Adava del comprensorio. «Sapevamo che gennaio sarebbe stato duro, e speriamo di lavorare un po’ almeno nei fine settimana. Da quando sono finite le feste abbiamo davvero pochi ospiti, - sottolinea Danilo Pizzato - le prenotazioni sono tutte all’ultimo minuto ed è difficile fare delle previsioni. Qualche straniero arriva, specialmente dal Regno Unito, il bilancio lo faremo alla fine mese». Rispetto all’obbligo del Super Green pass per le strutture ricettive e i ristoranti, «Con questa misura abbiamo perso una fetta di mercato, e questo è un dato di fatto. - commenta Danilo Pizzato - Dovremo lavorare solo con i vaccinati, mentre durante le vacanze di Natale abbiamo ospitato anche chi si faceva il tampone ogni due giorni».
Si naviga a vista per Alessia Di Addario, dell’Hotel Crampon: «C’è poco movimento e pochi turisti, le prenotazioni stentano ad arrivare e le richieste nel fine settimana sono solo degli italiani. Non è proprio una bella situazione - sottolinea Alessia Di Addario – sono tutti preoccupati di che colore diventa la Valle d’Aosta». Meno pessimista Ferruccio Truchet, dell’Hotel Pavillon: «Noi abbiamo una clientela abituale e anche se il periodo non è dei migliori, al momento ci accontentiamo. Ho avuto la notizia che le agenzie britanniche starebbero boicottando la Francia e mandano i clienti a Courmayeur – continua Ferruccio Truchet – per cui sono abbastanza ottimista sul fatto che gennaio ci permetterà almeno di coprire i costi».
«Abbiamo avuto 9 dipendenti su 30 in quarantena, - prosegue Ferruccio Truchet - ed è stato molto pesante, erano tutti vaccinati con sintomi lievi e costretti a stare a casa. Mi piacerebbe che si facesse come in Spagna, ovvero che si iniziasse a considerare il Covid come un’influenza normale, perché così non si può proprio andare avanti».
Situazione difficile a Courmayeur anche per l’altro referente Adava di zona Alessio Berthod, dell’Hotel Berthod: «Da domenica 9 gennaio in avanti la situazione è stata critica per tutti, e alcuni alberghi hanno perfino chiuso. Adesso forse qualcosa si sta muovendo, però la gente è terrorizzata dai cambi di regole e conferma la prenotazione solo 24 ore prima. Ci tocca dunque lavorare con questo tipo di clienti - sottolinea Alessio Berthod - ed è davvero stremante».
Anche Alessio Berthod segnala il problema del personale: «I positivi aumentano anche nello staff e già è difficile trovare lavoratori, sostituirli poi diventa un vero problema. Credo che sia per questo il motivo per cui molti alberghi a Courmayeur hanno chiuso - conclude - ovvero più per il fatto del personale positivo che per la mancanza di clientela».
Non è tragica la situazione a La Thuile, Claudio Coriasco direttore dell’Montana Lodge & Spa puntualizza: «Vi è stato un calo improvviso ma lo sapevamo, sono mancati i gruppi che tradizionalmente occupano la seconda metà di gennaio, ed in più dal Regno Unito hanno sospeso i voli. Siamo un po’ ottimisti perché abbiamo visto che molti italiani che non riescono ad andare all’estero nel fine settimana stanno venendo da noi. - continua Claudio Coriasco - Da febbraio poi credo che torneremo a livelli normali e senza cancellazioni, perché la gente non ne può più». Fa il punto della situazione Glauco Falzone, dell’Hotel Re delle Alpi e referente Adava per La Thuile: «La situazione a gennaio è molto confusa. Vi sono strutture che lavorano e altre invece che hanno difficoltà. Durante il fine settimana registriamo un po’ di movimento però la clientela è prettamente italiana. In settimana invece è molto “magra” la situazione, però già lo sapevamo». Stessa situazione anche a La Salle. Tiziana Marra, general manager del cinque stelle Relais Mont Blanc Hotel & Spa, riferisce: «Siamo pieni durante tutti i fine settimana, però manca lo zoccolo duro degli stranieri che ospitavamo dal lunedì al venerdì. Questa situazione non è una sorpresa per noi perché era così già da novembre». Il Relais Mont Blanc mette in pratica misure anti Covid già da novembre: «L’introduzione del Super Green pass non ci ha creato problemi perché avevamo già imposto questa limitazione autonomamente da prima che iniziasse l’inverno, avendo la spa e la ristorazione aperta agli esterni».
Un po’ più di ottimismo a Morgex. Erik Tibaldi, del Dada Hotel, spiega: «Dal 10 di gennaio c’è stato un calo e si lavora solo nel fine settimana. Da febbraio sono ripartite le prenotazioni. Le richieste a gennaio sono state scarse, però è sempre stato un mese tranquillo. Non bisogna perdere l’ottimismo. Per quanto mi riguarda al momento le prenotazioni per febbraio stanno “entrando”. – conclude Erik Tibaldi - quindi significa che la gente ha voglia di settimana bianca».