«In troppi si dimenticano del francese “pietra angolare della nostra Autonomia”»
Prendo spunto dalla interessante segnalazione apparsa su La Vallée Notizie di sabato scorso, 8 gennaio, riguardo alla défaillance della Rai sul taglio delle programmazioni francofone in Valle d’Aosta. Mi permetto di affondare il dito nella piaga per l’indifferenza di certe amministrazioni statali e poteri politici locali nel rispettare le prerogative statutarie in merito all’uso pratico (e non solo estemporaneo) dell’uso della lingua francese nella nostra Valle. Con un comunicato dell’Union Valdôtaine apparso su La Vallée Notizie sabato 4 dicembre invitava i valdostani a rispondere in francese al questionario inviato dall’Istat riguardante il censimento in atto, sottolineando tra l’altro come “… il francese rappresenti la pietra angolare della nostra Autonomia…” Qualcuno si è svegliato dal torpore del Covid-19? L’invito mi ha fatto sobbalzare dalla poltrona. Perché? Il 28 aprile 2021 ricevetti un questionario dall’Istat per il censimento dell’agricoltura. Per chiarimenti telefonai al numero verde indicato: il robot automatico iniziò con una risposta in lingua italiana dopo di che recitava “… per la provincia autonoma di Bolzano seguono informazioni in tedesco…” Altro salto dalla poltrona! In quella provincia si erano svegliati prima? Per quel censimento, in Valle silenzio assoluto anche se la maggioranza degli agricoltori sono originari valdostani. Da parte mia mi rifiutai di rispondere, sentito il robot telefonico dell’Istat. Per fortuna non ho ancora ricevuto il modulo del censimento attuale. Mi rammarico che della “pietra angolare della nostra Autonomia” i politici se ne avvalgano sporadicamente. Alcune associazioni culturali con molto impegno tengono ancora alta la bandiera. Quando mai, se l’esempio viene dall’alto, non si adotta una legge regionale che ponga la parità “linguistica” nelle discussioni del Consiglio regionale?