«Torna lo spettro della crisi economica»
Con l’impennata di contagi da Coronavirus sulla Valle d’Aosta si allunga nuovamente lo spettro della crisi economica per ristoranti, mense e sale giochi. La Federazione italiana piccoli esercizi nazionale sta chiedendo a gran voce al Governo almeno la proroga della cassa integrazione Covid.
«Se non si riescono a tenere le aziende in piedi - commenta il presidente di Confcommercio Fipe Valle d’Aosta Graziano Dominidiato - si è costretti a licenziare nuovamente il personale. Nei centri storici e nelle nostre località sciistiche mancano i turisti ed il ritorno dello smart working è sempre più impattante e problematico. A questo vanno aggiunte anche le chiusure temporanee causa Covid o quarantene». In seguito all’esaurimento degli effetti della cassa integrazione Covid, scaduta venerdì 31 dicembre e che, se non prorogata, rischia di generare gravi ripercussioni sulla tenuta occupazionale del settore, a fronte del perdurare delle difficili condizioni sanitarie causate dalla pandemia, migliaia di posti di lavoro sono a rischio. La richiesta di ulteriori 13 settimane di cassa Covid, riguarda soprattutto quelle attività che più di altre stanno subendo le conseguenze delle limitazioni e dall’incertezza creata dal risalire della curva dei contagi. In particolare ne risentono i pubblici esercizi a causa della mancanza di turismo internazionale, le attività di catering e banqueting, legate a cerimonie ed eventi, la ristorazione collettiva, penalizzata anche dal massiccio ricorso allo smart working, e quella commerciale, svolta soprattutto lungo gli accessi turistici del Paese: stazioni ferroviarie e aree di servizio autostradali. A queste fattispecie si aggiunge la drammatica situazione delle discoteche e dei locali di intrattenimento ad oggi nuovamente chiuse, e le difficoltà delle sale gioco pesantemente colpite dalle misure di restrizioni.
«In un momento di così grande incertezza e di emergenza, - osserva il presidente Graziano Dominidiato - per le aziende e precariato lavorativo sarebbe estremamente importante studiare forme contrattuali e di assunzioni più flessibili che vadano incontro alle necessità del mercato e del mondo del lavoro in forte trasformazione».
Al grido d’allarme dei commercianti si unisce quello delle agenzie di viaggio e dei tour operator che, aspettando il nuovo decreto sul tavolo del Governo per l’approvazione - riguardante la proroga della cassa integrazione e l’erogazione di nuovi ristori per assenza fatturato - si ritrovano in una situazione drammatica seguito delle continue restrizioni e lontani dalla possibilità che il turismo possa tornare alla normalità. Con la ripresa così alta dei contagi, alberghi, strutture ricettive e agenzie di viaggio hanno subito un ulteriore crollo del fatturato. Tantissime le cancellazioni registrate nelle ultime 3 settimane a seguito di casi di positività al tampone molecolare, richiesto per le partenze verso la maggior parte delle destinazioni aperte al turismo.
«Purtroppo le misure proposte nel nuovo decreto - commenta la presidente della Federazione Italiana Associazioni Imprese di Viaggi e Turismo Valle d’Aosta Chiara Fabbri - non permetteranno certo al comparto del turismo di ripartire, ma serviranno per cercare di mantenere almeno i posti di lavoro, mi riferisco a un’eventuale proroga della cassa integrazione Covid». Secondo Chiara Fabbri «Determinante sarebbe togliere il divieto per viaggi turistici nella stragrande maggioranza dei paesi esteri. Registriamo pure un fortissimo calo per gli ingressi in Italia dall’estero». Continuano ad essere troppo pochi i corridoi di viaggio aperti - Maldive, Mauritius, Seychelles, Aruba, Santo Domingo, Sharm el Sheik e Marsa Alam - fruibili anche per chi è in non è in possesso del Green pass rafforzato.