Foire in primavera, l’idea piace alla maggioranza degli artigiani

Foire in primavera, l’idea piace alla maggioranza degli artigiani
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La Giunta regionale ha deliberato giovedì scorso, 13 gennaio, la sospensione dell’organizzazione della Fiera di Sant’Orso, prevista nel centro di Aosta domenica 30 e lunedì 31 gennaio, e degli eventi collaterali - Atelier des Métiers, padiglione enogastronomico e Street Food -, in relazione all’attuale situazione della pandemia sanitaria di Covid-19 e della sua evoluzione stimata dalle autorità competenti.

«La millenaria manifestazione - spiega l’assessore allo Sviluppo economico, Formazione e Lavoro Luigi Bertschy - ha assunto negli anni una valenza internazionale, con la partecipazione di un gran numero di visitatori. Al momento l’emergenza epidemiologica in Valle d’Aosta, nelle regioni limitrofe, in Francia e in Svizzera e in generale in Europa, richiede un atteggiamento di massima precauzione».

«Sarebbe stato più semplice annullare l’evento e rinviarlo al prossimo anno, - prosegue l’assessore Luigi Bertschy - ma ciò avrebbe comportato una pesante penalizzazione del settore dell’artigianato, in generale del sistema economico-produttivo e socio-culturale della Valle d’Aosta e anche dell’immagine complessiva della Foire. Per questo motivo la Giunta ha approvato il rinvio della manifestazione a data da definirsi in un periodo compreso tra metà marzo e metà aprile, laddove le condizioni sanitarie e normative lo consentano».

Sull’ipotesi del rinvio è stato effettuato un sondaggio tra gli iscritti alla 1022esima Fiera di Sant’Orso e all’Atelier des Métiers, a cui hanno risposto positivamente oltre 800 artigiani. «Considerata anche l’incoraggiante partecipazione e disponibilità dimostrata in questa occasione dagli artigiani, che ringrazio, - dichiara l’assessore Luigi Bertschy - entro una decina di giorni valuteremo, di concerto con le autorità sanitarie e con tutti i soggetti istituzionali e economici coinvolti, se, quando e con quali formule organizzative riproporre l’evento in primavera».

Ma quali sono le opinioni di alcuni dei protagonisti della Fiera di Sant’Orso in merito a un’edizione primaverile della Millenaria? Dario Coquillard, di Gignod, riferisce che in seno all’Associazione Scultori e Intagliatori Valdostani-Asiv, di cui è presidente, «I pareri sono contrastanti. Personalmente sono per annullarla e basta, perché a mio avviso spostare una manifestazione che storicamente si tiene il 30 e 31 gennaio lascia il tempo che trova. Tanto per cominciare, non sappiamo quale sarà la situazione epidemiologica in primavera. E poi, nel caso si facesse, credo che sia già tardi per un adeguato battage pubblicitario che informi i potenziali visitatori dell’evento. Inoltre, spostando la Millenaria così avanti si rischia che sia troppo vicina agli eventi estivi dedicati all’artigianato. Insomma, temo che manifestazioni così a ridosso l’una dell’altra potrebbero far venire meno l’interesse del pubblico tanto per la Fiera di Sant’Orso posticipata quanto per la Foire d’Eté. A tutto ciò va aggiunto che, come ho potuto notare in occasione dell’ultimo Mercatino di Natale ad Aosta dove avevo uno stand, la gente ha paura di uscire e non vuole spendere. Detto questo, va da sé che se la Fiera di Sant’Orso verrà davvero recuperata io sarò disponibile a partecipare».

Giangiuseppe Barmasse, di Valtournenche, uno degli artigiani più famosi della Fiera di Sant’Orso, è invece favorevole senza se e senza ma. «Dal mio punto di vista è un’iniziativa più che valida. - afferma Giangiuseppe Barmasse - La situazione eccezionale che stiamo vivendo a causa dell’epidemia di Covid-19 giustifica una soluzione inedita. Non fare nulla mi sembra ancora più rischioso perché il fascino di questa manifestazione potrebbe sbiadire. Ovviamente se venisse organizzata a marzo o ad aprile l’atmosfera non sarebbe la stessa di gennaio, ma l’idea di provarci comunque mi piace. In altre parole, arrendersi incondizionatamente alla pandemia sarebbe peggio. Dal canto mio ho già preparato un paio di sculture di grandi dimensioni oltre a un’altra mezza dozzina di pezzi e perciò sono pronto a partecipare».

Pure l’affermato artigiano aostano Massimo Clos è d’accordo a realizzare un evento primaverile, però ha più di una proposta affinché non sia un flop. «A questo punto valutiamo bene tutto. - ragiona Massimo Clos - Per esempio organizziamo la manifestazione in prossimità della Pasqua, che sarà domenica 17 aprile, in modo da allungare il fine settimana. E poi non chiamiamola Fiera di Sant’Orso, perché non lo è. Diamo all’evento un altro nome per non confondere le idee alla gente e per preservare una tradizione millenaria legata alle date del 30 e 31 gennaio. Se ho dei pezzi nuovi? Certo, li avevo già preparati per la Foire dello scorso anno. Non ne ho fatti molti di più, dato che avevo previsto che pure quella del 2022 sarebbe saltata».

Da una vita all’ombra della Porta Pretoria Marco Joly di Arnad, un nome che non ha bisogno di presentazioni, espone i suoi gettonatissimi bassorilievi. «Sono favorevole a una manifestazione in primavera, - dichiara Marco Joly - perché, dopo 2 anni che la Fiera di Sant’Orso non si fa a gennaio, va bene lo stesso. Anzi, forse a me va anche meglio, visto che ormai ho 76 anni e stare per 2 giorni al freddo sta diventando davvero impegnativo. Perciò se l’evento si tenesse a marzo o ad aprile con temperature più miti non mi dispiacerebbe. Ecco, però sarebbe meglio non chiamarla Fiera di Sant’Orso ma scegliere un altro nome per non generare confusione».

Gianfranco Anzola, pure lui di Arnad, artigiano pluripremiato, riferisce: «Sono d’accordo con l’ipotesi di un recupero in primavera della Fiera di Sant’Orso, sia pure con delle riserve perché inevitabilmente l’atmosfera non potrà essere quella che si respira durante la Millenaria nelle tradizionali date di gennaio. Credo che quello della Regione sia un tentativo apprezzabile, perché testimonia una forma di rispetto verso gli artigiani offrendo loro l’occasione di esporre le opere che hanno realizzato. Personalmente ho preparato diversi pezzi e perciò mi auguro che questa manifestazione si possa concretizzare, anche se immagino che alla fine non si farà perché troppo vicina alla Foire d’Eté».

Donato Savin di Cogne, le cui sculture in pietra sono attualmente protagoniste di una mostra nel prestigioso Museo Archeologico “Francesco Ribrezzo” di Brindisi che avrebbe dovuto concludersi domenica scorsa, 9 gennaio, ma, visto il successo ottenuto, è stata prorogata fino al primo fine settimana di febbraio quando terminerà con un finissage, afferma: «Sono d’accordo con l’ipotesi di proporre un evento dedicato all’artigianato valdostano in primavera anche se sicuramente non potrà essere come la Fiera di Sant’Orso. Dopo 2 edizioni consecutive annullate a causa della pandemia di Coranavirus, si tratterebbe di un’occasione importante non tanto per quelli come me, che scolpiscono per passione, quanto per coloro che dalla partecipazione alla Foire traggono un’opportunità di reddito. Io ho già preparato dei pezzi per la Fiera di Donnas e per quella di Aosta. Nel primo caso si tratta di animali realizzati in onice, nel secondo di suonatori in marmo verde».

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