Un’esposizione dedicata alla sedia interpretata dalle mani degli artigiani
Da mercoledì prossimo, 12 gennaio, a giovedì 10 febbraio la Saletta d’Arte del Comune di Aosta ospiterà la mostra “Mani artigiane: la sedia” a cura del Museo dell’Artigianato Valdostano di tradizione di Fénis. L’evento espositivo vuole dare spazio all’artigianato contemporaneo e in particolare al lavoro dei mobilieri. Attraverso la sedia, oggetto simbolo dell’arredo domestico sin dai tempi più antichi, l’allestimento racconta il panorama artigianale valdostano dal passato al presente, le tecniche di costruzione e il design di un oggetto che resiste allo scorrere del tempo.
Sono 22 le opere che verranno esposte e che rappresentano la variegata produzione dei mobilieri valdostani: dai manufatti antichi alle opere contemporanee, dai decori tradizionali al design. Partecipano all’iniziativa gli artigiani Franco Armand, Patrizio Berthet, Diego Bollon, Christian Caccamo, Salvatore Cazzato, Christian Chamonin, Flavio Chapellu, Mauro Danne, Giulio Michele Del Fino, Benonino Gerbore, Jonatha Gerbore, Christian Hugonin, Aurelio Junod, Ezio Lombard, Gianluca Mastella, Luciano Giovanni Tousco, Claudio Trento e Peter Trojer. Accanto alle opere contemporanee saranno presenti anche alcune sedie antiche e di pregio di collezionisti privati.
«Quest’azione si inserisce nell’operato culturale de L’Artisanà - commenta il presidente dell’Institut Valdôtain de l'Artisanat de Tradition Bruno Domaine - che tra i suoi obiettivi statutari ha la valorizzazione dell’artigianato, del passato e del presente. L’esposizione vuole porre l’attenzione del pubblico sull’importanza dei saperi e delle lavorazioni che si tramandano attraverso i secoli, ma anche sugli oggetti che diventano simbolo dell’evoluzione di un gusto e di un modo di vivere. Un tema il cui intento vuole andare principalmente nella direzione di valorizzare una delle molteplici categorie di artigiani di tradizione di cui il nostro ente si occupa, ovvero quello dei mobilieri. Finalità non sempre facile da realizzare perché è risaputo che si tratta di una produzione, la loro, contraddistinta da dimensioni piuttosto importanti, trattandosi appunto di mobili. Si è pertanto optato, in funzione dello spazio a disposizione, per una tipologia di manufatto dai volumi ridotti, ma non per questo meno interessante, anzi foriera di una grande varietà interpretativa». L’esposizione è aperta al pubblico dal martedì alla domenica dalle 13 alle 19 con ingresso libero.
Parallelamente nel nuovo spazio mostre della Collegiata di Sant’Orso, gestito dall’Ivat e dell’Assessorato regionale allo Sviluppo economico, Formazione e Lavoro, Dipartimento Sviluppo economico ed Energia, prosegue la mostra “Gino Daguin, sogni di ruvida pietra”. Gino Daguin ha sempre lavorato, con entusiasmo e passione, la pietra ollare. Nella sua lunga carriera di scultore - ha partecipato per oltre 50 anni alla Fiera di Sant’Orso - ha raccontato la sua realtà, quella della sua gente e quella del suo amato Comune, Hône. Sono esposte 130 opere dedicate ai temi che hanno contraddistinto il suo percorso di artigiano: la musica, i santi, le croci, la vita di villaggio e le pipe. L’esposizione è aperta al pubblico fino a lunedì 16 maggio con ingresso libero. L’orario è sino a lunedì 28 febbraio dalle 13 alle 17 e da martedì 1° marzo a lunedì 16 maggio dalle 14 alle 18.