Riforma elettorale per il presidenzialismo, asse trasversale da Alberto Zucchi a Elio Riccarand

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Un sistema proporzionale con premio di maggioranza, con in più l’elezione diretta del Presidente della Regione. E’ la proposta del «Cre», il Comitato per la riforma della legge elettorale regionale nato lunedì scorso, 3 gennaio. Una creatura generata da un asse politico a dir poco trasversale. Tra i promotori infatti figurano Alberto Zucchi (Fratelli d’Italia), Elio Riccarand (Rete Civica), Bruno Milanesio (Evolvendo), Raimondo Donzel (Area Democratica) e Giovanni Girardini (Rinascimento VdA). La riforma proposta non sarà sul modello del «tatarellum», come nella maggior parte delle altre regioni italiane dove si vota direttamente il Governatore. L’elezione del Consiglio regionale seguirà una formula tutta valdostana. Le liste o le coalizioni che si presenteranno dovranno essere collegate a un Presidente. Se una formazione politica supererà il 40 per cento governerà subito con 21 seggi. Se nessuno supererà il quorum le prime 2 coalizioni andranno al ballottaggio. «Nella legislatura 2013-2018 in Consiglio Valle si sono avvicendate ben 6 diverse maggioranze. La legislatura 2018-2023 ha visto un avvicendamento di 2 maggioranze nei primi 8 mesi e si è conclusa prematuramente all'inizio del 2020 con lo scioglimento anticipato del Consiglio, e questa legislatura è appena all'inizio e già è terminata la prima maggioranza» commenta Elio Riccarand, tra gli ideatori della riforma. «La situazione di crisi e di incertezza è ormai cronica, ha ricadute negative sulla attività amministrativa e impedisce una adeguata programmazione delle azioni e degli interventi. Inoltre, la girandola delle alleanze disorienta gli elettori e distorce il significato del voto popolare. Le cause di questa instabilità e volatilità di alleanze sono molteplici - continua Elio Riccarand - dunque vi è la necessità di una riforma istituzionale con alcune correzioni dello Statuto speciale che richiedono sia un’azione parlamentare, sia la necessità di una modifica della legge elettorale regionale che è di piena competenza del Consiglio regionale».

Non si sbilanciano le forze di Governo. Cristina Machet, presidente dell’Union Valdôtaine, commenta: «Ben venga che qualcuno voglia ragionare e fare delle proposte, ma credo che il luogo giusto per formulare una riforma elettorale sia il Consiglio regionale, con studi approfonditi, analisi, riunioni di commissione ed esperti. Mi sembra che qui ci sia un po’ troppa demagogia - sottolinea Cristina Machet - però nulla contro il comitato, ci mancherebbe. La riforma elettorale è già nel programma di governo e ascolteremo le proposte e le idee di tutti». Più scettico Albert Chatrian coordinatore di Alliance Valdôtaine: «Ricordiamoci che nella nostra regione il Presidente ha in carico pure le cariche prefettizie. Non penso che la soluzione sia il “presidenzialismo” per assicurare alla nostra Regione la stabilità. In Trentino esiste un sistema simile al nostro e c’è stabilità di governo. Certamente vogliamo anche noi fare delle modifiche e dei ragionamenti, per risolvere un problema che è sotto gli occhi di tutti. Però ribadisco: non basta il “presidenzialismo”, non è una panacea, e la legge elettorale perfetta non esiste».

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