Telecabina Pila-Couis, stazione di arrivo «Impossibile al col Tza Sèche» E secondo Pcp si vuole «Infrastrutturare pesantemente una cresta»

Telecabina Pila-Couis, stazione di arrivo «Impossibile al col Tza Sèche» E secondo Pcp si vuole «Infrastrutturare pesantemente una cresta»
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Nella zona del col Tza Sèche e della Punta Valletta è presente un «rock glacier», un ghiacciaio roccioso, che rende impossibile costruire in quel luogo la stazione di monte del futuro impianto tra Pila e il Couis, propedutico a un eventuale collegamento con Cogne.

Lo scrive Roberto Rosaire, consigliere regionale dell'Union Valdôtaine, in un intervento sull'organo del partito Le Peuple Valdôtain.

«Il progetto Pila-Couis ha visto un grande impegno da parte della Pila spa. Nessuna scelta è stata lasciata al caso», precisa Roberto Rosaire. Che cita lo «studio geologico messo in campo dalla Pila» per confutare i giudizi negativi di chi «criticava la stazione di arrivo posizionata sulla Platta de Grevon e non sul col Tza Sèche».

L'approfondimento ha evidenziato come «proprio a ridosso della zona del col Tza Sèche si trovi un rock glacier - ghiacciaio roccioso - costituito da corpi detritici e ghiaccio di origine generalmente glaciale», riporta Roberto Rosaire. Il ghiacciaio roccioso è «alimentato dall'intensa produzione detritica del versante della punta Valletta e della punta Tza Sèche e la realizzazione di piste e impianti andrebbe sicuramente a deturpare irrimediabilmente tale forma: le ampie lobature molto ben evidenti e spettacolari verrebbero in parte distrutte in quanto morfologicamente incompatibili con le piste da sci».

Oltre a problemi ambientali, vi sarebbero anche dubbi tecnici. Roberto Rosaire cita ancora lo studio, che riporta come «la presenza in profondità di ghiaccio renderebbe anche critica la progettazione di un eventuale impianto sia in termini ingegneristici che ambientali».

I ghiacciai «nascosti» sono «in virtù del loro assetto geologico degli ottimi “réservoirs”». Si tratta di sorgenti che servono l'acquedotto comunale. «Risulta quindi molto delicato effettuare scavi e movimenti terra in tale areale. - sostiene ancora il consigliere del Leone rampante - Questo studio a sostegno della scelta effettuata non casualmente ma supportata da ricerche approfondite con la finalità di non recare danno al territorio. Questo percorso è stato costruito su una visione generale strategica e contraddistinto da un lavoro di squadra con professionisti esperti», riferisce il Consigliere regionale dell’Union Valdôtaine.

«A chi, senza opportuni approfondimenti, contesta alcune scelte è giusto fare presente che i primi a voler realizzare progetti seri e trasparenti non possono che essere proprio i professionisti della montagna: dai gestori degli impianti agli amministratori ma anche a tutto il tessuto socio economico che la vive ogni giorno. Il bene della montagna è il bene comune di tutti noi» conclude Roberto Rosaire.

«Poco si dice su Cogne»Un «ammodernamento sicuramente necessario» ma «privo di una visione generale» e «in cui risulta marginale lo sviluppo dell'intero comprensorio di Pila e poco si dice su Cogne».

Così le consigliere regionali del Progetto Civico Progressista Chiara Minelli (ex assessore all’Ambiente) ed Erika Guichardaz commentano in una nota il progetto per la realizzazione della nuova telecabina Pila-Couis, dopo aver presentato - nella mattinata di venerdì scorso, 31 dicembre - alcune osservazioni (redatte dal tavolo di lavoro promosso dal gruppo) alla procedura di Valutazione d'impatto ambientale dell'opera.

Secondo Chiara Minelli ed Erika Guichardaz nel progetto, «Non vi sono confronti con altre possibili soluzioni, non si tiene conto delle risorse finanziarie da impiegare, del fenomeno dei cambiamenti climatici e della necessità di una diversificazione dell'offerta, che permetta di valorizzare l'esistente e gli aspetti paesaggistici, turistici, culturali e le attività agricole di cui la conca è ricca».

Un aspetto, quest'ultimo, divenuto «ancora più importante - scrivono Chiara Minelli ed Erika Guichardaz - alla luce di quanto avvenuto durante la pandemia».

Il Progetto Civico Progressista reputa quindi «condivisibile l'ammodernamento degli impianti esistenti, così come il nuovo assetto urbanistico e la viabilità nella zona di arrivo della telecabina di Aosta» ma rimane perplesso di fronte «al gigantismo che vuole sorprendere e infrastrutturare pesantemente una cresta».

Per queste ragioni, le osservazioni presentate dal tavolo di lavoro del gruppo puntano «a rendere meno invasivi e più sostenibili gli interventi previsti», in quanto «seguono ancora modelli di sviluppo del passato, lontani da quanto prevede l'Agenda 2030» e «non prendono in considerazione opzioni alternative per evitare esboschi, sbancamenti importanti o per valorizzare gli edifici comunali esistenti, quali la ex Golf house, gli alpeggi e l'edificio di Plan de l'Eyve», affermano le consigliere.

«Leggiamo tuttavia sugli organi di informazione alcune dichiarazioni prevenute e approssimative relative a posizioni certamente critiche, ma costruttive, che, per quanto ci riguarda, hanno lo scopo di avviare un proficuo confronto sul tema» concludono Chiara Minelli ed Erika Guichardaz, auspicando che «il progetto venga portato all'attenzione delle commissioni consiliari competenti affinché si prendano in considerazione le varie osservazioni da più parti formulate per un serio approfondimento dell'intervento».

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