Saldi, i clienti italiani incoraggiano i negozianti aostani Nelle località sciistiche per qualcuno si parte troppo presto

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Si nota l’assenza dei turisti stranieri, però i saldi sono comunque partiti bene - lunedì scorso, 3 gennaio - sia ad Aosta che nelle località sciistiche, grazie all’interesse e al desiderio di spendere degli italiani, residenti e turisti. La mancanza dei clienti stranieri, francesi e svizzeri nei fine settimana, ma anche gli extra-europei, non consente di tornare facilmente ai livelli pre Covid. In ogni caso i negozianti si dichiarano moderatamente soddisfatti, in particolare confrontando i risultati attuali con quelli dell’analogo periodo 2021, quando la Valle d’Aosta era in zona rossa.

Lo dichiara Graziano Dominidiato, presidente di Confcommercio Valle d’Aosta e titolare, insieme con la moglie Lucia Missero Bruno, di Bruno Tex, esercizio commerciale su 2 piani alle porte di Aosta, in località Amerique. «Per il nostro negozio, che propone abbigliamento uomo, donna, casual ed elegante, i saldi al 30 per cento stanno andato bene. In contemporanea abbiamo, per la biancheria della casa, anche la fiera del bianco, che si avvicina al concetto di saldo. Abbiamo notato la prevalenza, negli acquisti e anche nei regali, di pigiami, camicie e accappatoi, di articoli utili più che voluttuari». Qualche commerciante sostiene che nelle zone sciistiche i saldi dovrebbero iniziare più avanti nel tempo, visto che la stagione è iniziata il 23 dicembre e non è piacevole dover vendere la merce a prezzi ribassati fin dal primo giorno feriale successivo a Capodanno, come prescrive la legge regionale che regolamenta i saldi.

«Andrà trovata una soluzione che contemperi le diverse esigenze», commenta Graziano Dominidiato, che auspica che i saldi possano dare respiro alle attività commerciali, messe a dura prova dalla pandemia.

Spostando l’attenzione sul centro di Aosta, in via de Tillier sono contenti di avere i propri clienti affezionati e di averne ritrovati alcuni, sempre italiani, che l’anno scorso erano mancati.

«E’ difficile stilare dei bilanci. Viste le difficoltà legate al Covid, che caratterizzano l’inverno e limitano il turismo straniero, registriamo meno presenze rispetto al solito», conferma Matteo Leonardi, store manager di Desigual Aosta. «Tuttavia, l’inizio dei saldi funziona sempre e siamo soddisfatti della nostra clientela per metà residente e per metà di fuori. Nello scorso fine settimana hanno fatto capolino perfino alcuni francesi e svizzeri».

«Siamo soddisfatti di avere un buon flusso di clienti italiani, non possiamo lamentarci né del periodo delle feste né di questo dei saldi», aggiunge Erica Vizzi, collaboratrice, insieme a Marta Morabito, di FB Aurum, negozio di articoli in cachemire del brand André Maurice, già a prezzo outlet (meno 50 per cento) tutto l’anno e che, durante i saldi, sconta i piumini Duvetica del 20 per cento. «L’incognita è per i prossimi giorni, visto che riapriranno i luoghi di lavoro e le scuole e, non avendo il target estero che per noi era strategico tra gennaio e marzo, avremo, oltre ai locali, il turismo nazionale solo nei fine settimana».

Secondo Maria Rita Quitadamo, responsabile del monomarca Angelico, aperto a gennaio 2021, «In questi primi giorni, c’era abbastanza movimento sulla via, ma non grande affluenza nei negozi. Il boom è stato nei primi due giorni, poi gli ingressi sono andati scemando. Il giorno dell’Epifania in particolare è stato un po’ debole, nonostante tra i nostri clienti ci siano molti turisti, anche perché il marchio è molto conosciuto in Piemonte, nel Biellese».

Paolo Marjolet, titolare insieme al figlio Matteo de «I Tre Commessi» di via Chambery, ritiene i flussi nella norma, non ancora ai livelli pre Covid ma quasi: «Siamo moderatamente soddisfatti, dopo un periodo pre natalizio andato discretamente a partire già da ottobre».

Per Ragno, negozio di abbigliamento, pigiameria e intimo uomo e donna, con sconti dal 30 al 70 per cento, in località Grand Chemin, aperto a fine luglio 2021, l’andamento è altalenante, dipende dalle giornate. «Il 6 non è entrato quasi nessuno almeno la mattina, è andata un po’ meglio nel pomeriggio, ma ci aspettavamo più movimento. Forse sono flussi ancora un po’ alterati dalla pandemia», conclude Deborah Rovito, commessa.

E’ soddisfatto della rinnovata propensione alla spesa degli italiani pure Luca Frigeri, direttore di Torino Outlet Village: «Inizialmente, alle prime riaperture, i clienti si orientavano più verso il mondo della casa, da dicembre gli acquisti sono diventati più trasversali e hanno interessato l’abbigliamento, anche sportivo, e sia i brand del lusso sia quelli più commerciali. L’afflusso è aumentato nell’arco della settimana. La gente si è organizzata, soprattutto se in smart working e per evitare assembramenti, per dedicarsi allo shopping anche nei giorni feriali, quando abbiamo registrato forti incrementi sia nell’affluenza sia negli acquisti. Abbiamo introdotto la possibilità di prenotare col priority code, modalità che ha raccolto consensi. Sono calati gli extra-europei, c’è stato un ritorno a partire da fine anno dei francesi e degli svizzeri, e soprattutto degli italiani frequentatori delle località sciistiche valdostane e piemontesi. Abbiamo percentuali di sconto alte, fino al 70 per cento sul prezzo outlet, il che fa aumentare lo scontrino medio: rispetto al 2019 la crescita è superiore al 10 per cento».

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