«Ecco perché il Mercatino di Natale ha deluso gli espositori e i visitatori»
Per gli espositori del Marché Vert Noël 2021 è tempo di bilanci. Anche il Mercatino di Natale - come le feste - l’Epifania si è portato via, mettendo in soffitta questo appuntamento che ormai da tempo tiene banco durante il periodo invernale. Quest'anno, però, gli elogi del passato sono stati sostituiti da una pioggia di critiche perché l’opinione più diffusa è che «Pareggiare i conti è già un successo». I motivi del malcontento? Pochi visitatori, cartellonistica sbagliata come l’idea di suddividere in 2 il Mercatino - al Teatro romano e in piazza Arco d’Augusto - che ha creato confusione tra i visitatori. E poi il rammarico di un allestimento frettoloso e sottotono, oltre alla cattiva gestione della tipologia di articoli esposti e ai prezzi troppo alti per partecipare (3.500 euro). Insomma ce n’è abbastanza per sostenere che questo «Mercatino più bello del mondo» - come era stato definito dall'assessore regionale ai Beni culturali, Turismo, Sport e commercio Jean-Pierre Guichardaz il giorno dell'inaugurazione - è stato la Cenerentola tra quelli aperti in Italia.
Giovanni Tomassoni di “Mémoires de Bois”, chalet posizionato all'Arco d'Augusto, si ritiene penalizzato perché gli chalet sono privi di finestre laterali, dato che quest'anno, causa Covid, «Sono state chiuse rendendo limitata l'esposizione con vendite per me calate del 50 per cento». E poi una critica rivolta alla Commissione che seleziona i partecipanti. «In piazza Arco d’Augusto - osserva Giovanni Tomassoni - vi sono solo 7 chalet, tra i quali alcuni di grandi aziende che promuovono le loro attività che nulla hanno a che fare con il Mercatino di Natale». Il bilancio? La risposta di Giovanni Tomassoni non lascia spazio a interpretazioni: «Un disastro».
Sempre all'Arco d’Augusto è presente lo stand dell'Ivat, l’Institut Valdôtain de l'Artisanat de Tradition. Paola Cina tutto sommato vede il bicchiere mezzo pieno perché «Essere qui durante una pandemia è quasi un miracolo. Allestire così pochi chalet, tuttavia, non è stata una buona idea. Inoltre la cartellonistica è fatta male, al punto che tanti ci chiedevano dove fosse il Mercatino di Natale. È mancato un punto di ristoro poiché il cibo attira gente e dovrebbero esserci molte più postazioni di artigianato locale. Anche le spese sono troppo elevate».
All'ombra del Teatro romano, Adam Ferrero nel suo chalet “L'Assiette du Berger” ammette che con la pandemia di Covid «Non poteva andare meglio, pertanto speriamo che qualcosa ci rimanga in tasca. Quest'anno c'è stata davvero poca gente, animazione tra gli stand assente e in città le indicazioni del Mercatino di Natale erano poche. Le spese, in compenso, sono tante. Quindi ci sono diversi aspetti da rivedere».
Aldo Andres Villegas Castiglioni del “Salon du Cuir” scuote la testa: «Quest'anno è stato un Mercatino sottotono per diversi motivi. Innanzitutto perché è stato l'anno della ripartenza dopo lo stop del 2020 a causa dell’epidemia di Coronavirus e quindi le aspettative erano alte, poi perché è mancato il turismo straniero e infine a causa della scarsa pubblicità, dell’allestimento povero e del posizionamento errato degli chalet. Tutto inferiore alle previsioni e quindi anche gli incassi hanno subito una flessione». Poi, una tirata d'orecchi agli amministratori. «Dovremmo essere ascoltati invece di essere ignorati. - sostiene Aldo Andres Villegas Castiglioni - Se va avanti così, sono certo che il Mercatino di Natale scomparirà. Una bella occasione persa».
Nella postazione “Confitures Extravagantes” Lorenzo Croce assicura che «Non è stato di certo un bel Mercatino di Natale. Sicuramente anche l’emergenza sanitaria dovuta al Covid ha contribuito, ma se tante cose fossero state fatte meglio la gente sarebbe arrivata. Peccato, perché negli anni avevamo raggiunto un livello apprezzabile. Poi il tonfo, come dicono pure i turisti che si guardano attorno smarriti. Ma perché gli organizzatori non chiedono consiglio agli espositori? I problemi “sul campo” li vediamo noi, quindi perché escluderci? Se quest'anno si pareggiano i conti è già un successo».
Una nota positiva - finalmente! - arriva dallo chalet dell'Ana, dove si alternano i Gruppi degli alpini. «Il vin brulé è molto richiesto con una damigiana da oltre 50 litri al giorno. - spiegano Olivio Marconi, Dario Guerraz, Rinaldo Berlier e Renato Zambon del Gruppo alpini di Gressan - C'è molta meno gente che nelle edizioni passate ma fortunatamente nessuno rinuncia ad un bicchiere di vino caldo o di succo di mela e quindi le offerte non mancano». Quest'anno le penne nere devolveranno l’intero incasso all'Associazione Valdostana Autismo e all'Associazione Alzheimer Valle d'Aosta. Cala dunque il sipario sul Mercatino di Natale 2021, che verrà ricordato come quello della ripartenza dopo la pandemia ma anche come quello che ha deluso le aspettative di tanti espositori e visitatori.