I numeri impietosi dopo 2 anni di pandemia Da recuperare 1.891 ricoveri e 1.135 screening
L’Usl della Valle d’Aosta fa i conti con il secondo anno di pandemia. La Giunta regionale ha preso atto lunedì 20 dicembre scorso dell’aggiornamento del Piano operativo aziendale per il recupero delle liste di attesa per l’anno 2021 e i numeri fanno capire quanto pesantemente il Covid abbia colpito l’attività sanitaria nella nostra regione. La stima a oggi - 31 dicembre 2021 - parla di 1.891 ricoveri ospedalieri programmati da riassorbire, ai quali si aggiungono 11.394 prestazioni specialistiche ambulatoriali e 1.135 screening. Dai dati emerge come tra l’estate e l’inizio dell’autunno di quest’anno si sia lavorato per ridurre le liste di attesa, salvo poi tornare a perdere terreno in particolare dalla fine del mese di novembre, con il rapido crescere della quarta ondata.
Il monitoraggio del Piano operativo eseguito esattamente un anno prima - al 31 dicembre 2020 - parlava di 503 ricoveri in regime ordinario medico e chirurgico, 170 ricoveri in regime diurno medico e chirurgico e 3.661 prestazioni di specialistica ambulatoriale da recuperare. Recupero definito «parziale» - si legge nella deliberazione della Giunta regionale, «a causa dell’impatto negativo sulla capacità erogativa da parte dell’Usl della Valle d’Aosta della seconda ondata pandemica occorsa nell’autunno 2020». La situazione era stata aggiornata nel corso del 2021 dove emergeva - «con attenzione alla specialistica ambulatoriale, un ammontare di 6.232 prestazioni ancora non rese alla data del 6 luglio 2021, con diversi codici di priorità e 7 agende chiuse (gastroenterologia, cardiologia, pneumologia, oncologia, urologia-andrologia, chirurgia vascolare e neuropsichiatria infantile); con attenzione ai ricoveri, un ammontare di 4.343 interventi chirurgici non resi alla data del 24 maggio 2021, di cui 2.224 (51 per cento) con priorità D (da erogare entro un anno dalla prenotazione), 1.437 (33 per cento) con priorità C (da erogare entro 6 mesi dalla prenotazione), 522 (12 per cento) con priorità B (da erogare entro 2 mesi dalla prenotazione) e 170 (4 per cento) con priorità A (da erogare entro 1 mese dalla prenotazione)».
In una nota dello scorso mese di ottobre, l’Usl ha ipotizzato i numeri del recupero delle prestazioni al 31 dicembre 2021. Si parla di «5.153 prestazioni di specialistica ambulatoriale e diagnostiche» e «580 prestazioni di screening». Per la specialistica ambulatoriale sono stati previsti, tra gli altri, il «potenziamento degli ambulatori ospedalieri attraverso prestazioni aggiuntive e la rimodulazione degli orari», la «riapertura delle agende chiuse a luglio 2021, in regime di libera professione» e la «pubblicazione di bandi per incarichi libero professionali e specialisti».
Per i ricoveri programmati la strategia Usl, da settembre 2021 e «compatibilmente con il reclutamento di personale medico e infermieristico» prevede, tra le altre, «implementazione del numero di sedute operatorie presso l’ospedale; programmazione di sedute operatorie anche pomeridiane; attività aggiuntive in libera professione; riprogrammazione degli interventi in base alla priorità clinica; prosecuzione delle convenzioni con la Clinica di Saint-Pierre per gli interventi chirurgici ortopedici» e «eventuali nuove convenzioni con altri istituti privati accreditati per pacchetti di prestazioni».
Invece, per il recupero degli screening oncologici figurano: «assegnazione di obiettivi prestazionali alle Strutture aziendali interessate (Radiologia, Ostetricia e ginecologia e Gastroenterologia); attività aggiuntive in libera professione; definizione di appositi accordi con strutture private accreditate».
A questo si aggiungono altre azioni dell’Azienda, come - si legge sempre nella deliberazione - avere «bandito 23 concorsi per 47 medici specialisti e un concorso per 80 infermieri, acquisito alcune professionalità con contratti libero professionali e di averne ulteriori in corso, assegnato e monitorato periodicamente specifici obiettivi legati alla retribuzione di risultato, valutato la possibilità di riconoscere prestazioni di libera professione al personale, seppure con effetti ridotti a causa della necessità di garantire loro, secondo la normativa, i riposi previsti e di destinare il residuo economico alla stipula di accordi per pacchetti prestazionali» con il privato accreditato.