Fioccano le disdette anche sul cenone di Capodanno Valtournenche, il grido d’allarme del Comune
A Valtournenche le disdette negli alberghi causa Covid non mancano e le presenze sono diminuite in maniera rilevante. A riferirlo in una nota è l'Amministrazione comunale che pur seguendo «con attenzione l'evoluzione dell'emergenza», invita «tutte le persone coinvolte nell'accoglienza a offrire il massimo possibile agli ospiti presenti».
«Purtroppo si sono dovuti annullare gli eventi che avrebbero creato assembramenti. - afferma il sindaco Jean Antoine Maquignaz - È presumibile che si genererà una situazione di difficoltà». Per questo il Comune scriverà «Alla Regione autonoma Valle d'Aosta e a Finaosta per chiedere di avviare le valutazioni rispetto ad aiuti a sostegno degli operatori economici».
Le disdette a pioggia e il personale delle strutture ricettive o degli esercizi commerciali positivo al Covid o in quarantena preventiva fanno traballare la stagione turistica in Valle d'Aosta. A lanciare l'allarme è Adriano Valieri, direttore della Confcommercio regionale: «La situazione sta diventando complicata anche in Valle d’Aosta, perché le disdette iniziano ad essere importanti, sommate alla grossa criticità legata al personale positivo al Covid o in quarantena preventiva. È importante che il CTS prenda provvedimenti per ridurre la quarantena a coloro che hanno fatto il vaccino con le tre dosi, altrimenti si rischia di inchiodare le attività e chiuderle».
Rispetto alle chiusure imposte per legge lo scorso anno, il prossimo Capodanno vedrà nuovamente la ristorazione accogliere la clientela nei propri locali, e questo è certamente un fattore di fondamentale importanza.
Tuttavia le aspettative per una serata, attesa a lungo e nel segno della ripresa, rischiano di rimanere disattese per i 70mila ristoranti italiani che apriranno le porte a chi vorrà celebrare l’arrivo del 2022 con una cena fuori casa.
L’impennata di contagi degli ultimi giorni e i tempi imposti dalla quarantena stanno avendo l’effetto di moltiplicare le disdette. Il 25-30 per cento circa di media, secondo Fipe Confcommercio, la Federazione dei Pubblici esercizi alla quale nelle ultime ore arriva il grido d’allarme di centinaia di imprenditori.
«Che ci fosse una flessione rispetto al 2019 era previsto - sottolinea la Fipe -, anche perché sapevamo di dover fare a meno di una larga fetta di turisti stranieri, ma qui siamo di fronte a un quadro inaspettato fino solo a pochi giorni fa. Ci sono locali che in 3 giorni hanno visto disdire la maggior parte delle prenotazioni, senza riuscire a rimpiazzarle. Questo significa che il mese di dicembre, il più importante dell’anno che da solo vale il 10 per cento del fatturato dei ristoranti, è in buona parte compromesso e si aggiunge ad un periodo prolungato di crisi che stava finalmente vedendo una via di uscita. Ecco perché non esitiamo a chiedere al governo di dispensare misure urgenti come ad esempio le proroghe delle moratorie bancarie e della cassa Integrazione. Interventi che dovranno sostenere quei comparti che stanno soffrendo di più. Come la ristorazione nei luoghi turistici, quella legata agli eventi o alle feste private o le discoteche e i locali da ballo, letteralmente mortificati dall’ultimo provvedimento che li ha chiusi senza alcun preavviso fino al 31 gennaio».
Sul fronte alberghiero non va meglio, anzi. «E’ una situazione complicata, con continue cancellazioni e, se va bene, riprenotazioni. - riferisce Filippo Gérard, presidente dell’Adava l’associazione che raduna gli operatori della ricettività turistica - Oggi è molto facile trovare camere libere in tutta la Valle d’Aosta, ciò che in una stagione normale non sarebbe successo. Sappiamo che stiamo affrontando un periodo pandemico, il calo di lavoro lo avevamo messo in conto, però non ci saremmo mai aspettati una situazione di questo tipo. Dopo il 9 gennaio è il buio totale, mancano gli stranieri che tenevano in piedi l’inverno dopo Natale, gli italiani si vedranno solo qualche fine settimana. C’è la paura, e poi c’è il “moltiplicatore” delle quarantene, che tiene tanta gente a casa, vaccinati compresi. Alcune aziende hanno dovuto rivedere i loro servizi perchè non hanno personale a causa delle positività e delle restrizioni, - conclude Filippo Gérard - altre hanno dovuto chiudere del tutto. Se andate a farvi un giro nelle principali località valdostane, non sembra di essere “sotto Natale”. Vi trovate la gente che ci sarebbe in un qualsiasi fine settimana di media stagione. Però per noi queste feste sono sempre state un momento di incassi importanti».